La bella e le bestie

Film 2017 | Drammatico, +13 100 min.

Regia di Khaled Walid Barsaoui, Kaouther Ben Hania. Un film Da vedere 2017 con Mariam Al Ferjani, Ghanem Zrelli, Noomen Hamda, Mohamed Akkari, Chedly Arfaoui. Cast completo Titolo originale: Beauty and the Dogs. Genere Drammatico, - Tunisia, Francia, Svezia, Norvegia, Libano, Qatar, Svizzera, 2017, durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 26 luglio 2018 distribuito da Kitchen Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,24 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 27 luglio 2018

Una giovane studentessa esce di casa per godersi una serata in discoteca ma le succede qualcosa di orribile. In Italia al Box Office La bella e le bestie ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 11,3 mila euro e 10,3 mila euro nel primo weekend.

La bella e le bestie è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,24/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 2,98
CONSIGLIATO SÌ
Una storia di resilienza politica quanto di empowerment femminile: quello che può trasformare uno chador in un mantello da supereroina.
Recensione di Paola Casella
venerdì 20 luglio 2018
Recensione di Paola Casella
venerdì 20 luglio 2018

Tunisi ai giorni nostri. Miriam ha 21 anni e una gran voglia di festeggiare: ha organizzato un party per studenti universitari dove gli ospiti sono invitati a "fare tutto quello che vogliono". Al party Miriam incrocia lo sguardo con Yussef, un bel ragazzo che non le toglie gli occhi di dosso. I due escono insieme nella notte stellata, diretti alla spiaggia poco distante. Nella scena successiva Miriam è in fuga, terrorizzata, e ha addosso i segni di una violenza appena subita. È l'inizio di una notte di incubo in cui la ragazza si confronterà con la polizia, il sistema sanitario e l'intera società tunisina, della quale lei - in quanto giovane donna - rappresenta la componente più vulnerabile.

La bella e le bestie narra l'odissea di una ragazza che deve denunciare una violenza sessuale in un Paese che, all'indomani della caduta della dittatura di Ben Ali ma anche della Primavera araba, vorrebbe dirsi liberato, e in realtà conserva una mentalità autoritaria e maschilista appoggiata tanto dalla religione quanto da una burocrazia disegnata per opprimere.

La 40enne Kaouther Ben Hania, alla sua seconda regia di lungometraggio, scrive e dirige (insieme all'anziano sceneggiatore Khaled Walid Barsaoui) una storia ispirata ad un evento realmente accaduto, raccontato nel romanzo "Colpevole di essere stata violentata" che porta la doppia firma di Meriem Ben Mohamed (la vittima) ed Ava Djamshidi. Ben Hania si circonda di molte donne, come la montatrice Nadia Ben Rachid, per calare lo spettatore in un incubo specificatamente femminile, ma non commette l'errore di escludere il pubblico maschile perché mostra, attraverso il personaggio di Yussef, come anche i giovani uomini siano vittime del sistema arcaico nordafricano.

All'interno delle istituzioni, l'autrice delinea figure tanto maschili quanto femminili che oscillano fra l'empatia istintiva verso una ragazza in evidente difficoltà e l'obbedienza alle regole o alla mentalità retrograda dominante. Ciò che colpisce è soprattutto l'apparente casualità random con cui i suoi alleati si trasformano in nemici, e viceversa. E la vicenda di Miriam, pur con i dovuti distinguo, è riconoscibile anche in un Occidente che continua a biasimare le vittime e trasforma la denuncia di una violenza (o molestia) in una via crucis lungo la quale una donna si trova costretta a difendersi dalle accuse di complicità o provocazione.

E proprio come una via crucis Ben Hania struttura visivamente il suo film che è diviso in 9 piani sequenza, ognuno dei quali è una stazione del pellegrinaggio di Miriam fra ospedali e questure, ma anche un percorso di graduale consapevolezza che porta la ragazza a confrontarsi con la propria capacità di resistenza. "I nostri diritti vanno afferrati a piene mani: altrimenti a cosa è servita la rivoluzione?" le ricorda Yussef, e Miriam, che viene dalla provincia e quella rivoluzione l'ha vista solo da lontano, si ritrova a difenderne le fragili conquiste.

La bella e le bestie ci illustra una Tunisia contemporanea dove Internet rimane il migliore mezzo di comunicazione (e di tutela) per i giovani, dove i telefonini servono per farsi i selfie ma anche per permettere ai padri conservatori di tenere d'occhio gli spostamenti delle figlie, dove gli ospedali pubblici suggeriscono ad una ragazza vittima di violenza di assumere la "pillola del giorno dopo" per "evitare altri guai" ma si rifiutano di sottoporla ad una visita medica senza una richiesta da parte della polizia.

La regia contiene ancora numerose ingenuità (anche perché è frutto di grandi difficoltà produttive: La bella e le bestie è cofinanziato da Francia, Svizzera, Svezia e Norvegia), ma è vitale e profondamente disturbante nella descrizione claustrofobica di ambienti squallidi e situazioni opprimenti di cui la struttura filmica del piano sequenza riproduce visivamente l'assenza di vie di fuga. Ben Hania, che ha studiato sceneggiatura a La Fémis di Parigi e ha conseguito un master in cinema alla Sorbona, crea una trama ben strutturata e inserisce piccole e grandi svolte inaspettate, ma insiste troppo nella caratterizzazione di alcuni poliziotti come "cattivi" cinematografici: se immaginiamo la stessa storia delineata da un maestro dell'ambiguità come Ashgar Farhadi, ne notiamo la mancanza di sottigliezza.

In ogni caso il punto di vista femminile, incarnato in modo convincente dalla giovane attrice Mariam Al Ferjani, è mostrato come solo un'autrice poteva fare: Ben Hania ci fa provare sulla nostra pelle il senso di vulnerabilità fisica e di esposizione (memorabile la scena del ginecologo) che ogni donna ha provato almeno una volta nella vita, senza bisogno di essere cresciuta nella Tunisia fondamentalista e repressiva. La bella e le bestie è tanto una storia di resilienza politica quanto di empowerment femminile: quello che può trasformare uno chador in un mantello da supereroina.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 10 agosto 2018
marida

Bravissima l'attrice e ben rappresentati il potere i pregiudizi l'indifferenza contro cui deve redistere la protagonista.

Frasi
La mia vita è come un film di zombie. Quei maledetti morti viventi non fanno che perseguitarmi...
Youssef (Ghanem Zrelli)
dal film La bella e le bestie - a cura di MYmovies.it
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