Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Regia di | Raffaele Verzillo, Fabio Verzillo |
Attori | Vincenzo Alfieri, Enzo Casertano, Francesca Neri, Antonio Friello, Antonio Milo Fortunato Cerlino, Antonia Truppo. |
Distribuzione | Distribuzione Indipendente |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 ottobre 2017
CONSIGLIATO SÌ
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Michele e Anna aspettano una bambina, ma lui è preoccupato perché al lavoro stanno licenziando quasi tutti. Alessandro ha un Master in Economia ma non riesce a trovare un impiego nonostante i numerosi colloqui. Anche Livia, la compagna di Alessandro, è disoccupata e deve arginare le intemperanze della madre Luciana, che dopo l'abbandono del marito si è consegnata all'alcool. Il padre di Carla è ricoverato al pronto soccorso per un collasso cardiaco e non si riesce a trovargli un posto o una cura decente. E Matteo, il fratello di Michele, è un matematico senza lavoro la cui depressione lo sta portando al suicidio: dunque decide di andare in giro a chiedere se esista una ragione, in questo mondo che "fa schifo", per non compiere quel gesto definitivo.
Siamo nel casertano, lo stesso ambiente e lo stesso mood di un melodramma italiano recente, Veleno: e anche Senza fiato si muove sotto una cappa di disperazione sottile e silenziosa, un veleno che intossica chiunque e conduce a gesti irrazionali e lesionisti.
E Senza fiato è un melodramma sui generis, dai toni più sommessi che strillati, più dramma da camera che sceneggiata napoletana. Raffaele Verzillo, che ha la stessa età di Michele nel film, costruisce una storia dolente ma non arresa, con una sceneggiatura sapiente che si dipana rivelando a poco a poco i rapporti fra i personaggi e gli incastri che li legano l'uno all'altro. È proprio in quei legami l'unica luce di speranza, nel reciproco sostegno fra soldati semplici che da 30 anni combattono la stessa guerra: quella ingenerata dalla crisi e dalla mancanza cronica di lavoro che rende i quarantenni eterni bambini incapaci di assumersi responsabilità adulte e i ventenni cervelli in fuga costretti ad emigrare. Sono (siamo) tutti stanchi di guerra, tutti col fiato corto (come suggerisce il titolo), e i personaggi di Senza fiato resistono in cerca di una riscatto, quando la loro unica rivalsa è quella di "stare ancora qua". La regia di Verzillo è paziente e pudica, si esprime in un bianco e nero doloroso e allo stesso tempo poetico (attraverso la bella fotografia di Rocco Marra) perché intriso di empatia verso questi perdenti involontari che non cercano più il paradiso, ma non si accontentano neppure della mera sopravvivenza. Il montaggio di Maria Iovine non indugia mai sulla sofferenza, né cerca la lacrima facile, preferendo la via della risalita.
L'ambiente raccontato è medio borghese, senza cadere nei pauperismi di molto cinema italiano recente, e mostra come la crisi si accanisca su una classe sociale a rischio di scomparsa, non più immune dalle preoccupazioni elementari, non più in grado di confidare nel proprio privilegio. Il cast serve bene la storia, da un misurato Fortunato Cerlino nei panni di Michele a una fragile Francesca Neri in quelli di Luciana, ma il film appartiene soprattutto agli interpreti più giovani: Giuliana Vigogna (Livia), Chiara Baffi (Carla) e Vincenzo Alfieri (Alessandro). Nota di merito, come sempre, ad Antonia Truppo, che incarna il sentimento materno come una forma di ottimismo necessario, nonostante tutto.
Era molto, troppo che non vedevo un film italiano così. In un sistema dove le risorse per la cultura, per l'arte, sono sempre più scarse e pilotate guai a investirle male, a realizzare un'opera che non rispetti le logiche del mercato, le imposizioni di un pubblico che si accontenta, le regole per garantirsi (neanche sempre) un facile rientro.
Mi sono commosso! Ho negli occhi ancora le immagini del film. Sto scrivendo di getto, nella pizzeria accanto al cinema di Caserta, dove ho appena visto questo bellissimo film. Coraggioso, con attori strepitosi e delle immagini che rimarranno a lungo nella mia memoria. Non è per tutti, sicuramente. Ma chi lo sceglierà rimarrà entusista.
Schifo,ho perso una giornata di scuola;quando avrei potuto fare un'ora di matematica sicuramente più interessante e utile per l'esame,recitazione così brutta che sembra essere fatto apposta e dialoghi davvero pessimi,idea buona che cerca di portare al pubblico le problematiche della terra dei fuochi ma che fallisce miseramente il lavoro