Free To Run

Film 2016 | Documentario, +13 90 min.

Regia di Pierre Morath. Un film con Denis Alcade, Neil Amdur, Gaby Andersen-Schiess, Gloria Averbuch, Joan Benoit. Cast completo Genere Documentario, - Svizzera, Francia, Belgio, 2016, durata 90 minuti. Uscita cinema giovedì 1 giugno 2017 distribuito da Kitchen Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 8 giugno 2017

Il film racconta la storia di un'attività, la corsa, che è diventata sinonimo di libertà, di uguaglianza tra i sessi e di emancipazione femminile. In Italia al Box Office Free To Run ha incassato 788 .

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un interessante documentario sulla corsa che ci mostra l'evoluzione ma anche la fragilità delle conquiste.
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 9 maggio 2017
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 9 maggio 2017

Pierre Morath ha realizzato questo interessante documentario a partire dal proprio interesse e passione per la corsa a cui si è aggiunta una ricerca, in qualità di storico, per un libro scritto insieme ad un sociologo. Ne è nato un film estremamente documentato che tutti coloro che sono interessati a questa disciplina sportiva e, in particolare, i più giovani dovrebbero vedere. Perché oggi è più che mai sviluppata la tendenza a ritenere che ciò che è sia sempre stato sin dall'inizio, senza cercare di riflettere su quante lotte e sacrifici siano costate le progressive conquiste.
Questo aspetto è particolarmente sviluppato da Morath rendendo così il film appetibile anche da chi cammina lentamente ma ha interesse per i mutamenti sociali.

Sembrano passati secoli (e invece eravamo nel 1967) da quando Kathrine Switzer si iscriveva alla maratona di Boston come partecipante ufficialmente registrato e veniva rincorsa e strattonata da Jack Semple, direttore di gara, nel tentativo di strapparle il pettorale perché non voleva una donna nella sua manifestazione.

Attraverso personaggi fondamentali come lo svizzero Noel Tamini, fondatore della rivista Spiridon e difensore della pratica podistica aperta a tutti, per giungere a Fred Lebow che ha avuto modo di assistere alla crescita esponenziale di partecipanti alla maratona di New York da lui ideata, Morath fa la storia di questa pratica sportiva. Ma non si tratta solo di illustrarne l'evoluzione perché il regista non intende farne un'apologia. Ci mostra anche la fragilità delle conquiste.
Da un lato con le immagini inquietanti di un'atleta che percorre in uno stato di allucinata spossatezza gli ultimi metri della maratona con il rischio di far girare al contrario l'orologio della presenza femminile qualora non si fosse ripresa in tempi rapidi da quella condizione fisica. Dall'altro con l'espansione dell'attività commerciale ruotante attorno al podismo che ha rischiato e rischia di vanificare lo spirito originario di chi ama la corsa.
È un documentario lucido quello di Morath tanto da indurlo ad affermare: "Quando una rivoluzione prende piede o comincia ad avere successo quelli in prima linea prendono posto indietro a vantaggio di quelli che possono prendere quel successo e farne un business. Ecco perché gli Stati Uniti hanno un ruolo centrale nel film. Gli Americani personificano l'ultra liberalismo di vedute aperte fatto dello sfruttamento commerciale di cose belle e pure più di qualsiasi altro popolo. E' nel loro DNA." Questo si chiama parlar chiaro.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 1 giugno 2017
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Una volta non era "cool", la gente ti additava, i cani abbaiavano, le auto ti miravano, i vigili non capivano. Oggi è molto "fit", i passanti si scostano, i raduni sono planetari e se non lo fai i medici ti minacciano. E comunque un giorno Tom Hanks creò Forrest Gump. Popolo dei runner di terra, di cielo e di mare ecco il vostro inno. Dal dopoguerra a oggi, dai boschi al Bronx, questa è la gloriosa [...] Vai alla recensione »

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