Il giocatore invisibile

Film 2016 | Drammatico, 100 min.

Regia di Stefano Alpini. Un film con Luca Lionello, Sergio Albelli, Francesco Turbanti, Guenda Goria, Ludovica Bizzaglia. Cast completo Titolo originale: The Invisible Player. Genere Drammatico, - Italia, 2016, durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 7 dicembre 2017 distribuito da Iervolino Entertainment. - MYmonetro 3,15 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 26 ottobre 2018

Un docente universitario viene diffamato da una lettera anonima. Nella ricerca dell'autore, i sospetti si trasformano presto in ossessione.

Consigliato sì!
3,15/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,29
CONSIGLIATO SÌ
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Lionello perfettamente a suo agio in un film che ha Jean-Luc Godard come nome tutelare.
Recensione di Giancarlo Zappoli
domenica 10 dicembre 2017
Recensione di Giancarlo Zappoli
domenica 10 dicembre 2017

Un professore universitario, Stefano Nari, docente di letteratura comparata, sta rientrando in Facoltà dopo un incontro amoroso con una studentessa. Lo attende una sgradevole sorpresa: il suo assistente gli mostra una lettera pubblicata sull'ultimo numero della rivista Ateneo. Un anonimo lo accusa di essere incorso in un clamoroso errore in un suo articolo dedicato "all'elogio del tradimento": citando come esempio positivo di "tradimento" il film di Jean Luc Godard, Il disprezzo, tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia, il Prof. Nari ha dimenticato di sottolineare che il film, nella sua versione italiana, è stato a sua volta "tradito" malamente dal produttore che ne ha modificato le musiche e tagliato alcune scene significative.

Una banale dimenticanza per una persona "normale", non per un docente universitario affermato, porta Nari ad essere ossessionato dalla necessità di scoprire chi ha scritto l'accusa.

Alla base del film c'è il romanzo omonimo di Giuseppe Pontiggia pubblicato nel 1978 che ha avuto una sua versione cinematografica, non passata alla storia del cinema, per la regia di Sergio Cenni con attori di prestigio come Erland Josephson, Catherine Spaak e Adolfo Celi. Il romanzo era contestualizzato in un ambito (quello universitario) e in un periodo (gli Anni Settanta) che l'autore conosceva bene. Luogo dell'azione era Milano e la fonte di ispirazione risaliva ad un acceso scambio di accuse tra filologi su una rivista dedicata agli studi classici.
Alpini sposta la vicenda a Pisa e sceglie come teatro della detection la Scuola Normale Superiore, uno degli atenei più prestigiosi del Paese. Rinuncia poi ad utilizzare la valenza simbolica del gioco degli scacchi a cui Pontiggia dedicava una considerevole attenzione tanto da aver influenzato la grafiche di copertina di alcune edizioni del libro. L'atmosfera di una città che conserva comunque una dimensione ancora provinciale giova al film e gli consente anche di attualizzare una vicenda che, all'epoca, si soffermava invece sulla temperie post-sessantottina che ancora innervava assemblee e collettivi. Questa scelta permette alla sceneggiatura di mettere al centro Nari, interpretato da un Luca Lionello perfettamente a suo agio nelle giacche del professore universitario che, se non è definibile con l'appellativo di 'barone', sicuramente non ha, fino alla diffusione dell'accusa di incompetenza, difettato in potere e in capacità di crearsi dei nemici.

Ecco allora che un articolo di elogio del tradimento da lui pubblicato su un settimanale lo costringe a chiedersi quale sia il limite (e quanto sia fonte di contraddizioni) tra teoria e pratica. Perché finché si è soggetti del tradimento (cioè lo si compie) è facile teorizzarne l'importanza addentrandosi di sottili disquisizioni sulla comune radice etimologica di tradizione e tradimento. Quando però se ne diventa vittime (l'articolo accusatore e anonimo) allora la prospettiva cambia. La camera pedina Nari nella sua ricerca del 'chi è stato' e al contempo ne rivela la sostanziale fragilità. Tutto ciò avendo, come nume tutelare, Jean-Luc Godard a cui viene riservato un cameo tanto breve quanto fulminante.

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