L'uomo che non cambiò la storia

Film 2016 | Documentario, +13 77 min.

Anno2016
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata77 minuti
Regia diEnrico Caria
Uscitagiovedì 11 maggio 2017
DistribuzioneCinecittà Luce
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,12 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Enrico Caria. Un film Genere Documentario, - Italia, 2016, durata 77 minuti. Uscita cinema giovedì 11 maggio 2017 distribuito da Cinecittà Luce. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,12 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 9 maggio 2017

Il regime fascista andava fiero di Ranuccio Bianchi Bandinelli. Solo che il professore era un convinto antifascista. In Italia al Box Office L'uomo che non cambiò la storia ha incassato 3,7 mila euro .

Consigliato sì!
3,12/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,75
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Premi
Cinema
Una piccola storia inserita nella grande storia, raccontata con piglio troppo televisivo.
Recensione di Gabriele Niola
sabato 10 settembre 2016
Recensione di Gabriele Niola
sabato 10 settembre 2016

Brani e passaggi del libro “Hitler e Mussolini 1938, il viaggio del Fuhrer in Italia” sono letti da voci fuoricampo mentre immagini dal repertorio dell’Istituto Luce illustrano parte di ciò che è narrato. Il resto è messo per immagini da alcuni disegni. La storia è quello di Ranuccio Bianchi Bandinelli, illustre archeologo durante il regime fascista benché anti-fascista non dichiarato. A lui viene chiesto di accompagnare per la città e per i musei Hitler e Mussolini durante la prima visita in Italia del Fuhrer, in quanto massimo esperto d’arte romana che parla il tedesco. Dovrà accettare e comincerà a pianificare un attentato una volta accortosi di non essere seguito dalla polizia o tenuto sotto controllo. Segnerà e scriverà ogni impressione di quella visita dando vita ad un diario e un documento incredibile sulle personalità e i rapporti tra i due dittatori.
Ci sono pochi dubbi sullo statuto televisivo di questa trasmissione di poco più di un’ora che con il tono, i tempi e le voci canonizzate dai canali di documentari storici narra alcuni degli eventi più clamorosi che si possano ascoltare. Il cinema in L’uomo non cambiò la storia non c’è e forse non c’è nemmeno mai voluto essere. Manca cioè la volontà di lavorare con le immagini o con il montaggio delle immagini per arrivare là dove le parole si fermano, per creare livelli di lettura più profondi che veicolino significati in grado di intrattenere con lo spettatore un rapporto più complesso di quello professore-alunno.
Eppure la visione di questo documentario che racconta una storia così impressionante, parlando in tanti momenti la lingua della letteratura, ovvero il testo di partenza, e attraverso essa mostrando in vari momenti una capacità di sintesi fenomenale (attribuibile allo stesso Ranuccio Bianchi Bandinelli e al suo diario), scatena più di una domanda su cosa meriti lo statuto di film per il cinema. Una storia grande e piccola al tempo stesso come questa, così intima e vicina agli uomini più che ai dittatori, ma anche capace di dire tanto sulla storia con la S maiuscola, non ha forse diritto ad un posto nel cinema anche solo in virtù della sua potenza? Per quanto sembri voler usare unicamente le armi della tv, per quanto viva di una pigrizia di messa in scena al limite dell’ignavia, nondimeno questo documentario è fornito dei caratteri di eccezionalità che riconosciamo alle storie per il cinema.
Difficile passare sopra a tanto abuso di disegni senza avere la capacità di dargli un senso, difficile non smaniare sulla poltrona nel vedere così tanto materiale di repertorio Luce che non è mai montato con dei guizzi, su cui viene fatto il lavoro minimo indispensabile: illustrare le parole fuoricampo. Eppure è anche difficile uscire dalla visione di L’uomo che non cambiò la storia senza la convinzione di aver ascoltato una storia che dentro la sola televisione starebbe stretta.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 11 settembre 2016
TommasoF

Forse il miglior film di Caria. Attraverso un ottimo montaggio vengono assemblati materiale di repertorio Luce e disegni, intessendo la (non) storia di Ranuccio Bianchi Bandinelli e i due dittatori. Ma aldilà del fallito attentato dell'archeologo, il film mette in luce, ,con ironia, il rapporto che Hitler e Mussolini avevano con le opere d'arte. per non parlare delle musiche di Pivio e Sepe, che rendono [...] Vai alla recensione »

martedì 27 agosto 2019
TommasoF

film utile, ben montato e con una magnifica colonna sonora. il supporto dei disegni rende la storia più cinematografica (ricorda in questo senso un po' persepolis) e scorrevole, gli episodi narrati dovrebbero essere resi ancora più noti. Un film per tutti: studenti, adulti, ragazzi. Insomma, da non perdere!

giovedì 18 maggio 2017
TommasoF

forse il miglior film di Caria. Ottimo montaggio e musiche, con un andamento fra il pop e il satirico, il regista racconta una storia ( o meglio, non-storia) sconosciuta e particolare. Spero che il film abbia i riconoscimenti che merita!

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