Il filosofo ignoto

Film 2014 | Documentario 52 min.

Regia di Francesco Fogliotti, Enrico Pertichini. Un film Da vedere 2014 con Guido Ceronetti, Luca Mauceri, Eleni Molos, Manuela Tamietti, Ernesto Ferrero. Cast completo Genere Documentario - Italia, 2014, durata 52 minuti. - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 10 aprile 2015

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Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
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Zibaldone appassionato che raccoglie le osservazioni di Ceronetti e le testimonianze di chi lo ama e lo accompagna.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Se pensate che in tempi di mancanza non abbia più senso poetare, Il filosofo ignoto di Francesco Fogliotti ed Enrico Pertichini vi farà cambiare idea.
Documentario scritto (e girato) nella forma breve, Il filosofo ignoto è un aforisma, una sintesi espressiva che diventa spazio per un'indagine nella profondità di un uomo e della sua produzione artistica. Poeta, scrittore, giornalista, pestigrafo, drammaturgo, marionettista e umanista di enorme erudizione, Guido Ceronetti è il soggetto del desiderio di Francesco Fogliotti persuaso di aver viziato con l'amore la sua porzione di 'ritratto'. All'inverso è proprio quel sentimento incondizionato a lasciare il segno sullo spettatore, "una piccola invisibile ustione" alla maniera delle marionette ideofore del poeta. Perché il giovane autore conosce col cuore la sua 'materia' e di quella materia, e da quella materia, prende forma un lavoro sensibile 'riproducendo' il gusto della brevità di Ceronetti, cultore nobilissimo di frammenti e di "lacrime senza testa".
Prediletto in filosofia dai moralisti, il frammento per Ceronetti è il linguaggio reale e doloroso del mondo. Corpo malato e insidiato dal dolore. Composto in brani di pensieri, isolati in un rigo o in un fotogramma, il film di Fogliotti e Pertichini definisce l'orizzonte del suo soggetto ma non perviene mai a un'unità compiuta. E lì risiede la scandalosa verità cara a Ceronetti, che elude e libera dalla presunzione di un'interpretazione unitaria e sintetica del mondo. Autore e curatore di aforismi, ha tradotto per Einaudi (anche) gli Epigrammi di Marziale, Guido Ceronetti si appropria di questo linguaggio in modo diretto quando compone i propri frammenti e in modo indiretto quando sceglie le parole degli altri, facendole proprie in un rapporto di immedesimazione coi 'maestri' che gli offrono materialmente un faro nella vita.
Zibaldone appassionato che raccoglie le osservazioni di Ceronetti e le testimonianze di chi lo ama e lo accompagna, Il filosofo ignoto non 'scrive' la filosofia di Ceronetti ma la compone coi materiali che ne parlano, rinunciando a interpretarla e senza costringerla in una forma concettuale che finirebbe per contraddirla. Pensieri paradossali e sparsi, quelli di Fogliotti e Pertichini, così prossimi a quelli dell'erudito piemontese, introdotto da una successione di tracce, dichiarazioni, quadri, sculture, disegni, pagine, note e canzoni che rivendicano un artista poliedrico, uno strumento di comunicazione che produce choc e poesia. Il film lo scopre e rivela alla sua scrivania. Ceronetti si affaccia come il suonatore di oboe felliniano dentro un film notturno, sotto il basco e davanti all'intatta luna di Leopardi, convinto forse come Sim che il suo strumento sposti i mobili e provochi sortilegi. Malattia, tempo, morte, corpo, silenzio, vegetarianesimo, i soggetti delle sue riflessioni sono a sua immagine, ascetiche, pure, lucide, e rivelano la complessità e la semplicità insieme perduta dell'universo. Se dare gioia è il pungolo del poeta, nella vita e nell'opera, nondimeno di Ceronetti respiriamo l'amara disillusione ricavata dalla consapevolezza acuta della presenza del male. L'assenza del silenzio, l'avidità, la solitudine, la crudeltà della natura umana, il tempo che passa consumandoci sono comete di un cosmo a picco sulla follia.
L'uomo non vede più gli angeli e moltiplica i demoni. Contro di loro Ceronetti graffia sottovoce, pronuncia parole, qualche volta consolatorie, qualche altra rivelatrici, solleva libri e polvere di umorismo, preferibilmente nero, per indicarci "l'abbraccio e la sicurezza di un approdo nella tenebra dell'esistenza". Lanterne portuali, le sue parole soccorritrici trovano condizione perfetta nella formulazione aforistica, che convive con la citazione erudita, l'enigma, l'aneddoto, la definizione, l'etimologia, la sentenza, il precetto, la raccomandazione, l'ingiuria ebraica, il proverbio giapponese, la formula esoterica, forme simili ma differenti, schegge di sfogo, segni di vigore intellettuale.
Il filosofo ignoto svolge l'armonia di un artista che si muove tra la voce di un flauto e il timbro di un gong, ammaliando le anime e scuotendo i corpi. Resistente e ritroso alle riprese, Ceronetti fa un'eccezione per i suoi (diretti) interlocutori e un regalo allo spettatore, a cui ribadisce un mistero che il nostro mondo vorrebbe ostinatamente svelare. Attraverso monologhi e meditazioni idealmente condivise col suo lettore tra due tazze di tè verde, Ceronetti si 'mette in scena' tra pudore e perfetta educazione, tra melanconia e arguzia, tra misantropia e solidarietà. Saltimbanco di strada nell'anima e creatore di marionette (anche) per il palcoscenico ("Teatro dei Sensibili"), non arresta la sua battaglia contro l'orda barbarica che stanca la lingua e avanza il luogo comune. Ignoto come il suo filosofo, il componimento di Fogliotti e Pertichini, ha carattere di mistero, si addentra nella vita per dimostrare che il mondo è aperto come un teatro e invita costantemente al sogno. Il poetare trova dunque e infine ragione. Le parole di Ceronetti, destinate a essere lette, dette o recitate, sono passaggi terapeutici che forniscono una risposta al dolore, un viatico di bellezza, una porta aperta che immette dove mai avremmo creduto di arrivare, lottando contro la corrente come il cane nero e sepolto di Goya.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 9 aprile 2015
babagi

 “La telecamera ruba l’anima” così sembra aver risposto a Fellini Guido Ceronetti di fronte all’intenzione del grande regista italiano di dedicargli un documentario. A distanza di anni da quel tentativo mancato esce nelle sale Il filosofo ignoto, un documentario che sembra volerci far avvicinare alla complessa figura di Ceronetti in punta di piedi, per cercare [...] Vai alla recensione »

sabato 13 dicembre 2014
miguelmm40

Intellettuale fra i più schivi che abbiano attraversato il Novecento italiano, ancora oggi protagonista - suo malgrado - di dibattiti culturali di primo piano attraverso le pagine dei principali quotidiani, le uscite in libreria, gli spettacoli teatrali da lui scritti, Guido Ceronetti viene in questo documentario ritratto con affetto, rispetto e ironia da amici, colleghi e collaboratori. [...] Vai alla recensione »

Frasi
Il tossico della passione civile delusa è il peggiore dei veleni.
Una frase di (Guido Ceronetti)
dal film Il filosofo ignoto - a cura di Proteo
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