Better Call Saul

Film 2014 | Commedia +13 46 min.

Regia di Vince Gilligan, Adam Bernstein, Thomas Schnauz, Peter Gould, Colin Bucksey, John Shiban, Michelle MacLaren, Larysa Kondracki, Terry McDonough, Daniel Sackheim. Una serie con Bob Odenkirk, Rhea Seehorn, Michael McKean, Jonathan Banks, Michael Mando. Cast completo Titolo originale: Better Call Saul. Genere Commedia - USA, 2014, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 STAGIONI: 5 - EPISODI: 50

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Ultimo aggiornamento giovedì 21 novembre 2019

Prima di diventare Saul Goodman, Jimmy McGill era un semplice avvocato che, come tanti altri, provava a sbarcare il lunario lavorando in tribunale come legale d'ufficio. La serie ha ottenuto 3 candidature a Golden Globes, 8 candidature agli Emmy Awards, ha vinto 2 Satellite Awards, 13 candidature e vinto 3 Critics Choice Award, 8 candidature a SAG Awards, 8 candidature e vinto 2 Writers Guild Awards, 2 candidature a Directors Guild, 3 candidature a Producers Guild, La serie è stato premiato a AFI Awards,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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CRITICA
PUBBLICO 3,27
CONSIGLIATO N.D.
Cosa faceva Saul Goodman prima di incontrare Walter White?
Andrea Fornasiero
giovedì 21 novembre 2019
Andrea Fornasiero
giovedì 21 novembre 2019

Prima di diventare Saul Goodman, e prima di ritrovarsi in Nebraska, a lavorare sotto falso nome in un centro commerciale, Jimmy McGill era un semplice avvocato che, come tanti altri, provava a sbarcare il lunario lavorando in tribunale come legale d'ufficio. Durante le sue giornate, tra un'udienza e l'altra, rivolgeva le attenzioni al fratello maggiore Chuck, avvocato di successo, sofferente di un disturbo che lo ha spinto ad autosegregarsi in casa. Improvvisamente, la routine di McGill viene spezzata dall'arrivo di un caso più importante degli altri, da un'importante offerta di lavoro, ma anche dalla conoscenza di un altro celebre personaggio di Breaking Bad, Mike Ehrmantraut.

Contravvenzioni, omicidi di massa, infortunistica e frodi finanziarie: per qualsiasi problema, chiama Saul.

Better Call Saul nasce come spin-off dellla popolare serie televisiva della AMC, Breaking Bad. Lo show è un prequel incentrato sull'evoluzione del personaggio di Saul, prima di incontrare il suo cliente più celebre, Walter White.

Episodi: 13
Regia di Vince Gilligan, Thomas Schnauz, Peter Gould, Michael Morris (II), Adam Bernstein, Colin Bucksey, John Shiban, Michelle MacLaren, Larysa Kondracki, Terry McDonough.

Una scrittura puramente cinematografica con una messa in scena preziosa

Recensione di Andrea Fornasiero

Stagione 6 - Parte 2

Lalo Salamanca è tornato, travolgendo le vite di Jimmy e Kim che hanno visto trasformare la loro persecuzione di Howard in un gioco mortale. Con un cadavere in casa e in balia di un pericoloso narcotrafficante, dovranno trovare un modo di venirne fuori a testa alta. Ma la vicenda non è più solo nel passato e nel 2010, a Omaha, l'ormai ex avvocato Saul Goodman cerca di mantenere il proprio anonimato dopo essere stato riconosciuto dal tassista Jeff. Organizza una truffa in cui farlo partecipare, così da renderlo proprio complice e assicurarsi il suo silenzio, ma il fato ha sempre un asso nella manica...

Arriva al taglio del traguardo il prequel di Breaking Bad, che finalmente ne diviene anche un sequel e conclude la parabola (anche morale) di Kim Wexler e Jimmy McGill.

I cameo di Aaron Paul e Bryan Cranston sono relativamente sostanziosi e punteggiano gli ultimi tre episodi, ma non sfuggono al fanservice: ma sono infatti piuttosto superflui e sembrano più un obolo da pagare ai fan che reali snodi narrativi. Hanno invece maggior senso i più brevi ritorni in scena di Michael McKean, ossia Chuck McGill, il fratello di Jimmy, e di Betsy Brandt, che rimette i panni della moglie Marie Schrader, la moglie di Hank - personaggi toccati molto da vicino dalle azioni di Jimmy.

Better Call Saul è sempre stata una serie coabitata dal personaggio di Mike, ma ormai anche la linea narrativa sua e di Gustavo si può quasi derubricare a fanservice: l'esito delle loro storie è del resto già scritto e e a questo punto della storia è ormai del tutto scontato, tanto da neutralizzare completamente la tensione nel confronto con Lalo. Per fortuna la loro vicenda è liquidata già nelle prime puntate di quest'ultimo blocco e Better Call Saul dà finalmente pieno spazio a Jimmy e soprattutto a Kim.

La loro storia è quella di due persone che sono state coinvolte in crimini orrendi e hanno trovato il modo di sfuggire alla propria responsabilità, ma che arrivano qui a dover fare moralmente i conti con il passato. A ben vedere non si tratta di una parabola molto diversa da quella di Walter White, con la differenza che lui era più direttamente protagonista di eventi criminosi, mentre Saul e Kim sono colpevoli più ordinari, vittime dei giochi del destino e della voglia di sfuggire alla banalità dell'American Way of Life.

La loro esistenza successiva agli eventi di Breaking Bad viene rappresentata in bianco e nero, come una sorta di limbo infernale privato delle vibranti emozioni che i due hanno vissuto in passato. Ma il bianco e nero è anche il tono della "maturità" cinematografica, del rigore, e accompagna infatti personaggi che devono venire a patti con la propria coscienza. In questo senso, come già Breaking Bad, Better Call Saul scivola in un finale più moralista e consolatorio che non nero.

Un episodio, emblematicamente intitolato proprio Breaking Bad, mostra un Jimmy ormai senza scrupoli, ma è sola una battuta prima che il mai sopito amore per Kim lo riporti verso una sorta di espiazione (addirittura si potrebbe sostenere che è proprio quando diventa davvero "cattivo" che il fato decide finalmente di punirlo). Nonostante la vicenda di Jimmy a Omaha sia insomma dalle parti del cinema dei fratelli Coen o di Soldi Sporchi di Sam Raimi, non si spinge altrettanto in fondo nel mostrare la perdizione dell'uomo di fronte al denaro e ad altre tentazioni. Un po' come era già successo nella conclusione della serie precedente, dove Walter White alla fine faceva il possibile per redimere in qualche modo almeno alcune delle sue malefatte.

A rendere preziosa Better Call Saul è soprattutto la messa in scena, che mostra le azioni nel loro svolgersi spesso senza alcuna spiegazione, con lunghissimi silenzi, lasciando che sia il puro flusso degli eventi a chiarirne eventualmente il senso. Una scrittura puramente cinematografica, che lascia parlare le immagini e i movimenti di macchina da presa, alternandoli alle inevitabili esplosioni verbali del protagonista, celebre per la propria parlantina. Se questa alternanza in passato era declinata per lo più su due personaggi diversi, ossia il silenzioso Mike e il loquace Jimmy, ora è invece tutta sulle spalle di quest'ultimo, che del resto da Mike ha appreso più di qualcosa. Naturalmente queste sono scene che ormai da anni fanno parte delle marche stilistiche della serie e, in un certo senso, il loro crescendo di virtuosismo risponde a sua volta alla logica del fanservice. D'altra parte sono comunque così rare in Tv e così ben girate che vincono ogni resistenza, anche quando magari sono più autoindulgenti che non davvero necessarie. Di certo saranno la cosa che più ci mancherà di Better Call Saul.

Episodi: 13
Regia di Vince Gilligan, Thomas Schnauz, Peter Gould, Michael Morris (II), Adam Bernstein, Colin Bucksey, John Shiban, Michelle MacLaren, Larysa Kondracki, Terry McDonough.

Una delle migliori serie in corso con un pregio prezioso: la messa in scena

Recensione di Andrea Fornasiero

Stagione 6 - Parte 1

Lalo Salamanca è scampato a un attentato alla sua vita, in cui però hanno perso la vita molti suoi cari. Ora è più che mai determinato ad avere vendetta e quando Gustavo Fring capisce che l'uomo è ancora in circolazione inizia a preparare le proprie difese. La sua prima preoccupazione riguarda Nacho Varga: braccato dai gemelli Leonel e Marco Salamanca, se catturato potrebbe ricondurre fino a Fring stesso. Nel mentre Jimmy ha ormai preso stabilmente il nome di Saul e, dopo aver ottenuto la cauzione per Lalo, la sua reputazione tra i criminali è molto cresciuta. Jimmy continua inoltre a lavorare insieme a Kim alla truffa per umiliare Howard.

La penultima tranche di episodi di Better Call Saul conferma che la serie scorre, anche in queste ultime battute, ancora su due binari paralleli: quello di Saul e quello di Mike. Tra le due metà c'è però un forte squilibrio e la tensione è ancora una volta tutta dalla parte di Gustavo, Lalo e Mike.

Se la precedente stagione aveva saputo annodare i fili di queste due anime in diversi momenti, incluso il notevolissimo faccia a faccia tra Kim e Lalo, ora si è preferito lasciar respirare i due avvocati prima di gettarli nuovamente nell'abisso delle manovre del narcotraffico. Si procede insomma facendo un passo indietro prima di farne uno nuovo in avanti. Complica ulteriormente le cose la natura di prequel della serie: sappiamo benissimo che Fring, Mike e Jimmy se la caveranno, così come che Lalo probabilmente non ce la farà. Nacho è ormai su un binario morto e le principali incognite finiscono per concentrarsi su Kim, che già da qualche tempo è il vero cuore della serie. Ma come dicevamo Kim è lontana dal fulcro nevralgico della tensione. La sua unica preoccupazione sembra incastrare e umiliare Howard, che non sarà simpatico ma non è nemmeno un mostro che il pubblico vuole vedere finire male a ogni costo.

A tener vivo l'interesse deve essere così lo stile e in questo senso Better Call Saul conferma la propria cura formale. La nuova (mezza) stagione, per esempio, si apre con un elaborato piano sequenza, che parte da una cascata di cravatte colorate. Molti altri, negli episodi successivi, saranno i passaggi in cui parleranno le immagini assai più che i dialoghi, il che però non rende la scrittura a prova di bomba. In particolare, senza dare spoiler, a un certo punto Lalo viene tenuto nascosto al pubblico per un paio di episodi, quindi riappare in tutt'altra situazione.

Basta dare un'occhiata in rete per vedere quanto sia popolare la domanda su come Lalo sia arrivato fin lì: molti hanno comprensibilmente dimenticato un indizio che aveva raccolto nella quarta stagione e che la serie evita di rievocare - se la si vede su Netflix e non, come gli americani, su AMC dove le puntate sono anticipate da un montaggio riassuntivo di fatti chiave degli episodi o delle stagioni precedenti. Quando uno sviluppo narrativo genera questo tipo di confusione vuol dire che qualcosa non sta funzionando. Per altro, pur ricordando l'indizio che Lalo ha seguito, il ritrovarlo improvvisamente altrove, molto lontano, lascia comunque perplessi: si tratta in fin dei conti di un narcotrafficante, non di una superspia...

La morale di Better Call Saul continua poi a essere quasi troppo cristallina, dove le azioni hanno conseguenze come se il karma fosse all'opera, ma in modo più meccanico che ingegnoso. Così la persecuzione di Howard finirà per avere esiti inattesi, ma solo attraverso una totale coincidenza, che rende fin troppo palese la volontà degli sceneggiatori. Non c'è un elemento del piano di Jimmy e Kim che contiene in nuce un esito imprevisto, bensì un gioco del destino che si accanisce su di loro nel momento più comodo per dargli una lezione.

Non vorremmo però dare l'impressione sbagliata: questi sono in fondo inciampi relativamente piccoli, che saltano all'occhio perché tutto il resto, a partire dalla regia - che quest'anno è firmata anche dagli attori Rhea Seehorn e Giancarlo Esposito - è curato fin nei minimi dettagli. Better Call Saul rimane una delle migliori serie in corso e di certo una di quelle con la migliore messa in scena, tanto da rischiare di scivolare nella maniera. Un limite che però, nell'invasione di serie a cui siamo sottoposti, appare piuttosto come un prezioso pregio.

Episodi: 10

Un'annata di lenta trasformazione in attesa dell'esplosione del gran finale

Recensione di Andrea Fornasiero

Jimmy McGill finalmente inizia a operare sotto lo pseudonimo di Saul Goodman e la vicenda del suo rapporto con il fratello Chuck sembra definitivamente conclusa. Kim, superato lo shock per la decisione di Jimmy, si fa sempre più affascinare dai suoi metodi di raggiro e dalla loro efficacia. Mike, dopo aver eliminato il tedesco Werner, congeda i suoi uomini ma non accetta di legarsi a Gustavo Fring permanentemente: preferisce essere pagato solo quando ha un lavoro da svolgere. Lalo continua a indagare su Fring, verso il quale è sempre più sospettoso, ma Gus si può avvalere dell'aiuto del doppiogiochista Nacho per tenerlo sotto controllo. Peccato però che Nacho voglia lasciare il mondo del crimine...

La quinta e penultima stagione di Better Call Saul è un'annata di passaggio, che descrive l'evoluzione dei protagonisti e prepara i pezzi sulla scacchiera per il gran finale dell'anno prossimo.

Questo non significa che gli manchino meriti propri, ma spiega la calma della ripartenza, che sembra non avere grande urgenza di riprendere lo spettatore, perché Better Call Saul è ormai sicura del proprio pubblico e può mettere in atto un piano a lunga gittata. Solo nella seconda parte della stagione infatti il gioco riprende a farsi teso. In particolare la terz'ultima e la penultima puntata hanno momenti ricchi di suspense, ma il finale di nuovo rallenta e, nonostante un'ora piena di durata, regala una vampata solo negli ultimi minuti e relativa a uno dei personaggi meno centrali della storia.

Si tratta di un'annata di trasformazione più che di colpi di scena, dove Jimmy alias Saul scopre la propria vulnerabilità, mentre Kim realizza che con la propria astuzia può gestire anche le situazioni più difficili. Si ribalta così la dinamica della coppia e a rischiare di scivolare in un complesso di invincibilità ora sembra essere la donna, che non a caso chiude la stagione con le stesse parole usate da Jimmy al termine dell'annata precedente. La complicità tra i due assume quasi i toni della sfida e ora sembra essere Jimmy a temere per la coscienza di Kim, cosa che lo mette di fronte alle conseguenze della propria moralità, ancor più di quanto non avesse fatto il rapporto con il severo fratello Chuck.

Mike allo stesso modo è in una situazione difficile con Fring, a cui non si vuole legare ma dal quale per molti versi continua a dipendere, così come Fring dipende da lui. L'escalation del conflitto con Lalo obbligherà entrambi a prendersi più rischi che in passato, anche se quello più in trappola è Nacho, che si è alleato a Fring per liberarsi dei Salamanca ma ora rischia di diventare una pedina di Gustavo. Non è facile lasciare la vita criminale e questo è un tema delle storie di Peter Gould e Vince Gilligan fin dai tempi di Breaking Bad, basti pensare al lungo calvario di Jessie Pinkman e pure ai flashforwas di inizio stagione con lo stesso Jimmy/Saul.

Gilligan quest'anno tiene per la propria regia l'episodio più compatto e teso, tutto nel deserto, tra il rischio di morire di sete e intense sparatorie. In veste di regista conferma di essere ancora in forma e di saper gestire un episodio singolo molto meglio di quanto abbia fatto con El Camino. La sua puntata, intitolata Bagman ossia "il portaborse", è stata subito acclamata dai fan per il ritorno alle atmosfere di Breaking Bad, ma in realtà l'episodio migliore è il successivo Bad Choice Road, scritto e diretto da Thomas Schnauz.

In Bagman infatti, nonostante la qualità della realizzazione, c'è l'invalicabile tetto dell'invincibilità di Saul e Mike, che come sappiamo sopravvivranno a tutta la serie per arrivare a Breaking Bad. Bad Choice Road punta invece su Kim, che non gode di questa immortalità e regala quindi momenti molto più tesi, oltre che più ingegnosi e con un personaggio meno risaputo e più sorprendente. Tanto che anche il finale di stagione è tutto suo, come sarà per lei la tensione dell'ultima annata, dove Gilligan tornerà a essere coinvolto anche nella scrittura. Kim è sempre stata la coscienza di Better Call Saul, ma ora è passata a mettersi in gioco e ne è diventata il cuore.

Episodi: 10

Sempre più Saul Goodman

Overview di Andrea Fornasiero

Al termine della terza stagione, Better Call Saul ha sciolto uno dei nodi cruciali del racconto che ha dominato le prime annate della serie: il rapporto tra il protagonista Jimmy e suo fratello Chuck, che dopo un ultimo confronto tra loro ha scelto di togliersi la vita. Si riparte quindi dalla notizia della sua morte e della distruzione della sua casa in un incendio e si assiste all'elaborazione del lutto da parte di Jimmy, che reagisce alla notizia in un modo che Kimberly troverà progressivamente sconcertante.

"Il tema centrale di questa stagione sono le conseguenze del suicidio di Chuck. Credo che la scena accaduta la notte prima - quando Chuck ha detto al fratello «non mi è mai importato di te» - detti la reazione di Jimmy. Penso che sia uscito da quella stanza chiudendo la questione, togliendo Chuck dalla propria vita, e quindi non intende lasciarsi abbattere dalla sua morte".
Bob Odenkirk

Prima di arrivare a questo però, Better Call Saul come ogni anno si apre con un prologo ambientato nel futuro, dopo i fatti di Breaking Bad, quando Jimmy/Saul si è ridotto a vivere in incognito come un commesso di un negozio di dolci in un centro commerciale. All'inizio della terza stagione l'avevamo lasciato che perdeva i sensi dopo essersi concesso una piccola rottura del suo comportamento in incognito, ossia dopo aver suggerito a un ragazzino, preso da due guardie per un furto, di non dire niente e chiedere un avvocato.

Questa quarta annata si apre con il suo risveglio, tra i paramedici che lo rianimano e lo portano in ospedale, ma ovviamente la burocrazia ospedaliera non è cosa che rassicuri chi cerchi di proteggere la propria copertura... Ci sono poi altri protagonisti nella serie, su tutti Mike, il silenzioso e pragmatico sicario e tuttofare che avevamo conosciuto al servizio di Gustavo Fring, alias il boss del fast food Los Pollos Hermanos. Risolta la questione con Salamanca finito in coma, Mike si riavvicina al suo boss e pure a Lydia Rodarte-Quayle della Madrigal Electromotive, che già avevamo visto in un paio di puntate della scorsa stagione e nelle ultime annate di Breaking Bad.

"Lavoriamo alla serie di stagione in stagione e sono meno coinvolto di quanto fossi in passato. Peter Gould, il mio socio, che ha ideato lo show insieme a me è ora a capo del team di sceneggiatori, e stanno lavorando come si faceva su Breaking Bad, cioè di annata in annata. Non sappiamo davvero dove tutto sia diretto. Abbiamo idee e vari punti nodali che vogliamo raggiungere, ma non siamo mai sicuri di come andranno le cose. Ed è un bene che sia così, perché altrimenti, se sapessimo già le cose con 5 o più anni di anticipo, diventerebbe un lavoro di routine", ha dichiarato Vince Gilligan.

La temporanea uscita di scena di Salamanca - che sappiamo finirà in un ospizio più avanti - è soprattutto un grande risultato per Nacho Varga, che inseguiva questo obiettivo da diversi episodi, ma ora se la deve vedere con il ritorno dei micidiali gemelli Leonel e Marco, già apparsi nella seconda stagione e noti soprattutto per il tentativo di uccidere Hank in Breaking Bad. I due sicari non preludono a niente di buono per Nacho, che a differenza di altri personaggi non è mai apparso in Breaking Bad e quindi potrebbe non sopravvivere alla serie prequel.

Soprattutto questa quarta stagione costringerà il protagonista a trovare una nuova ragione d'essere in assenza del continuo scontro con il fratello, che è stato fin qui il principale motore della serie. D'altra parte sulla reazione alla morte di Chuck l'attore Bob Odenkirk e lo showrunner Peter Gould hanno posizioni leggermente diverse, visto che per il primo Chuck è un capitolo chiuso mentre l'autore considera che questa morte abbia conseguenze psicologiche impossibili da ignorare.

"Quando si perde qualcuno fisicamente non li si perde però dalla propria mente e dal proprio cuore. Gli effetti della scomparsa rimangono, parlo per esperienza personale. Mio padre è morto letteralmente prima della mia nascita, ma il suo impatto sulla mia vita e il mio lavoro è stato enorme anche se non l'ho mai conosciuto", ha affermato Peter Gould.

Gould però parlando della nuova stagione non si è concentrato sull'elaborazione del lutto bensì su come sarà un'annata più ricca che in passato di colpi di scena e scene d'azione, sarà insomma la stagione in cui una serie - finora giudicata estremamente elegante ma forse fin troppo introspettiva e meticolosa - metterà finalmente la quarta. Senza però stravolgere quell'attenta qualità di messa in scena che è stata dall'inizio il suo punto di forza e che è confermata nei primi episodi che abbiamo visto, il secondo dei quali firmato dalla veterana di Breaking Bad Michelle MacLaren.

Episodi: 10

Il ritorno di Gustavo Fring

Overview di a cura della redazione

Questo terzo ciclo di Better Call Saul riprende esattamente dal finale dell'annata precedente, con Jimmy che ha rivelato al fratello Chuck di aver truccato i documenti per sottrargli un cliente, e con Mike che viene allertato da un uomo misterioso di non fare fuoco sui trafficanti messicani. È una ripartenza dal ritmo pacato, meticolosa come le azioni dell'ineffabile Mike e come sempre in questa serie sostenuta da una regia di grande cura.

Better Call Saul è di certo più lenta di molte altre serie. Personalmente, trovo che quando si procede troppo velocemente si perda il coinvolgimento. Credo che ci sia spazio per storie dal ritmo più pacato, che sono poi quelle che preferisco, anche solo come antidoto a tutto il resto. Ciò detto, come con Breaking Bad, acceleriamo e rallentiamo le cose continuamente, moduliamo la velocità del racconto in modo da mantenerlo interessante.

In questa stagione viene introdotto uno dei personaggi più amati di Breaking Bad, Gustavo Fring, interpretato da Giancarlo Esposito, su Netflix anche in The Get Down. Il proprietario di Los Pollos Hermanos - catena di fast-food che fa da copertura e riciclaggio del denaro sporco di un fitto traffico di metamfetamina - entra in scena nel secondo episodio di questa terza stagione, come una vera star.

Episodi: 10

Alle origini della serie: Jimmy diventa Saul

Recensione di Marco Chiani

Better Call Saul 2 comincia a raccontare da quando Jimmy sceglie di diventare Saul: alla guida di un catorcio di macchina, nell'epilogo della prima stagione, si fa una domanda semplice e sceglie di stare da una parte piuttosto che da un'altra, canticchiando il riff di "Smoke on the Water", sicuro come non lo è stato mai.

Più dark, complessa e ricca, anche produttivamente, della precedente, la seconda stagione dà la risposta alla domanda chiave sul perché sarebbe sempre meglio chiamare Saul. E non solo nel caso in cui aveste perso una persona cara in un disastro aereo o aveste riportato traumi psicologici o danni alla vostra proprietà a causa dei rottami di un velivolo.

Jimmy McGill sta per scomparire e nemmeno il fratello Chuck, avvocato brillante quanto terrorizzato dalla possibilità di entrare in contatto con campi elettromagnetici, questa volta potrà "salvarlo". Del resto, proprio l'allontanamento tra i due, il tradimento di una fiducia che Jimmy credeva di avere, passa per una delle motivazioni dello switch - così come si chiama in originale il primo episodio della seconda stagione - verso l'anima traffichina di Saul.

Anche il rapporto con la bella Kim Wexler avrà sviluppi inaspettati così come sarà inedita la piega che prenderà la vita del quieto e letale Mike Erhmantraut, ormai ben lontano dalla cabina del parcheggio in cui è stato relegato per quasi tutta la prima serie.

Episodi: 10

La nascita di Saul Goodman

Recensione di a cura della redazione

Jimmy McGill è un avvocatucolo che fatica ad arrivare a fine mese. Per sopravvivere non gli resta che diventare Saul Goodman.

BETTER CALL SAUL disponibile in DVD o BluRay

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