San Zi Mei

Film 2012 | Drammatico

Anno2012
GenereDrammatico
Regia diBing Wang
MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Bing Wang. Un film Genere Drammatico 2012, - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento sabato 10 agosto 2013

Wang Bing torna al documentario e lascia il suo Shanxi per immortalare uno spaccato di miseria anche più allarmante. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Cinema
Trailer
Documentario durissimo che offre uno spaccato di miseria allarmante.
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 8 settembre 2012
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 8 settembre 2012

Wang Bing torna al documentario e lascia il suo Shanxi per immortalare uno spaccato di miseria anche più allarmante. Obiettivo questa volta la provincia dello Yunnan, in particolare la zona montuosa, in cui a 3000 metri di altitudine vivono famiglie indigenti, che mangiano patate - il grano non cresce così in quota - e bevono l'acqua di un ruscello. L'illuminazione è affidata a bracieri improvvisate, mentre la macchina da presa rimane per lo più statica e si muove seguendo la quotidianità delle tre sorelle, in particolare dell'operosa Ying, costretta ad assumere il ruolo di madre (e spesso di padre) per la famiglia. Denutrite e abituate a vivere nell'oscurità, le tre sorelle Ying, Zhen e Fen, di 10, 8 e 6 anni, sembrano ancora più giovani della loro età, coperte dal fango e sottratte prematuramente alla pienezza di una vita che possa definirsi tale; le loro espressioni imbronciate, determinate, afflitte sono colte in ogni possibile sfumatura. Si mangia (poco e male), si (soprav)vive, si parla di soldi, anche se non ci sono mai; e il ciclo continua, in una dimensione avulsa dal presente storico.
L'intento di Bing è evidente, lavorare in maniera ellittica per lasciare che la realtà, la fotografia della peggiore delle miserie possibili, faccia il suo corso davanti all'obiettivo, con un effetto shock che superi qualunque possibile intervento di fiction. La Cina del progresso economico e dell'occidentalizzazione è lasciata volutamente fuori schermo, nell'ennesima invettiva che il regista scaglia contro il governo dell'ipocrisia cinese. 153 durissimi minuti, senza compromessi di alcun genere, in cui forse si arresta il progresso stilistico dell'autore e la ricerca che lo aveva portato a un'opera come The Ditch, ma che restano una prova di resistenza a cui sottoporsi, per non chiudere gli occhi di fronte alle avversità del mondo e al potere che il cinema ancora ha di mostrarle.

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NEWS
NEWS
sabato 8 settembre 2012
Giancarlo Zappoli

Lo possiamo dire senza il timore di essere smentiti: il Leone d’Oro assegnato a Pietà di Kim Ki-duk è un riconoscimento meritatissimo andato a un regista che è da tempo un autore a pieno titolo. Ne è testimonianza l'applauso unanime che ha accolto l'annuncio [...]

winner
premio orizzonti per il miglior film
Festival di Venezia
2012
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