Mama Africa - Miriam Makeba

Donna dalle mille vite, simbolo di lotta contro l'oppressione e di fisicità inesauribile nelle sue performance, dalla statura artistica pari a quella socio-politica, Miriam Makeba è un personaggio troppo complesso e sfaccettato per essere limitato allo stereotipo della cantante di Pata Pata.
Mika Kaurismäki - fratello documentarista, trasferitosi da anni in Brasile, del celebre Aki - svolge il difficile compito di rendere un buon servizio a "Mama Africa", senza indulgere in sentimentalismi e con l'umiltà di chi si limita al proprio ruolo, riservando il proscenio alla diva. Un progetto iniziato quando Miriam Makeba era ancora in vita e che Mika ha deciso di proseguire comunque, dopo il concerto fatale di Castel Volturno del 2008: Mama Africa tiene fede alla struttura più classica di interviste e clip, suddividendo in maniera quasi matematica il minutaggio assegnato alle molte fasi dell'intensa vita di Miriam. L'emersione nella scena jazz sudafricana, il lancio negli Stati Uniti di Harry Belafonte, la denuncia dell'apartheid alle Nazioni Unite, Stokey Carmichael, la Guinea, le tragedie familiari e infine il ritorno in patria grazie a Mandela. Persino le esibizioni di repertorio subiscono dei tagli di montaggio spietati (notevole il mix di Pata Pata che accosta diverse epoche e altrettante mise della cantante), ma così facendo il regista riesce a comprimere in un'ora e mezza tutto il necessario, concedendosi persino qualche digressione di troppo sulla Guinea attuale.
Pur nella neutralità della direzione di Kaurismaki, la Makeba emerge in tutto il suo incredibile vigore, aprendo probabili spiragli di approfondimento per il conoscitore più superficiale dell'artista. D'altronde basterebbe la sua dichiarazione sul successo della hit immarcescibile Pata Pata - "Avrei preferito che questa popolarità andasse ad altre mie canzoni più impegnate, ma è il pubblico che sceglie" - a rendere l'idea della consapevolezza di una donna che ha saputo battersi come poche altre per i diritti civili, rischiando in prima persona e sposando uno degli uomini più odiati e temuti d'America, conciliando questo con il suo status di diva che non può prescindere dal proprio ruolo verso il pubblico. Di personaggi come Miriam Makeba in genere non si può dire nulla che non finisca per essere acriticamente celebrativo, ma il suo è uno dei pochi casi in cui nel farlo ci si sente maledettamente nel giusto. 