The Kovak Box - Controllo mentale

David Norton è uno scrittore di romanzi di fantascienza che, invitato a tenere una conferenza nell'isola di Maiorca, vede la propria compagna suicidarsi senza alcun motivo apparente. Di lì a poco Silvia, una ragazza spagnola che si trovava sul loro stesso volo, si getta dalla finestra e viene salvata da un telone sottostante per poi vedersi attaccare da uno sconosciuto che le somministra della droga. A questo punto, Frank Kovak, lo studioso che ha invitato David sull'isola, rivela il proprio piano.
Daniel Monzon e Jorge Guerricaechevarria suo cosceneggiatore avevano in mano un'idea iniziale che non hanno saputo (o voluto) sfruttare sino in fondo. Perché ciò che lo scienziato comportamentista Frank Kovak vuole sperimentare nella realtà costituiva l'idea di base del primo romanzo di Norton. In esso si immaginava che si potessero inserire dei microchip nel collo delle persone e, tramite essi, inviare loro l'ordine di uccidersi. Nelle mani di un autore come Polanski o, ancor meglio, Cronenberg un'idea del genere avrebbe dato origine a un soggetto capace di indagare sugli ambigui legami che possono intercorrere tra le invenzioni letterarie più audaci e l'intenzione di uno squilibrato di tradurle in realtà. Salvo un tentativo di recupero all'inverso nell'ultima inquadratura invece questo film preferisce seguire la strada già nota del thriller di discreta fattura spingendo lo spettatore a chiedersi come i protagonisti (ovviamente un lui e una lei) potranno uscirne vivi. In tutto ciò tenendo sempre presenti gli equilibri di una co-produzione che vede coinvolta la Spagna a cui va lasciato il dovuto spazio e un Timothy Hutton sempre efficace nel mostrare una buona dose di stupore per quanto gli accade intorno ma poco interessato a impegnarsi maggiormente. 