Kirschblüten - Hanami

Film 2007 | Drammatico 122 min.

Regia di Doris Dörrie. Un film con Elmar Wepper, Hannelore Elsner, Aya Irizuki, Nadja Uhl, Maximilian Brückner. Cast completo Genere Drammatico - Germania, 2007, durata 122 minuti. - MYmonetro 3,00 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Rudi, malato terminale di cancro, si trova inaspettatamente ad affrontare la morte di suo moglie, una donna molto spirituale e piena di gioia di vivere. E all'improvviso, Rudi inizia a vedere quella che è stata la vita della sua donna con occhi nuovi... Al Box Office Usa Kirschblüten - Hanami ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 88,6 mila dollari e 3,3 mila dollari nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un remake di un remake che non perde però di valore.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Trudi e Rudi sono due sposi sulla sessantina. Trudi viene informata dai medici che il marito ha poco tempo da vivere a causa di un tumore. I sanitari suggeriscono che sia meglio non dirgli la verità e magari compiere un ultimo viaggio finchè l'uomo è ancora in forze. Ma Rudi è un abitudinario restio a viaggiare. Accetta inizialmente solo di recarsi da due dei tre figli che vivono a Berlino e solo successivamente di andare sul mare del Nord dove, improvvisamente, Trudi muore. L'uomo ora è solo e può decidere di recarsi in Giappone (dove vive il terzo figlio).
C'era una volta Make Way For Tomorrow di Leo McCarey (1937). Il film piacque a Jasujiro Ozu che ne fece un remake Viaggio a Tokyo nel 1953. Oggi torna sul tema Doris Dorrie che ce ne offre una dolente e profonda rilettura moderna.
Non ci sono gli States, non c'è il Giappone che si sta rialzando dopo la pesante sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale ma c'è un'Europa i cui ritmi di vita sono profondamente mutati. La prima parte del film, poste le premesse della malattia incurabile e del viaggio e descritta la quieta abitudinarietà del protagonista maschile, riflette con minuzia di particolari sulla distanza sempre più ampia che intercorre tra le generazioni. I due figli che vivono a Berlino 'non hanno tempo' neppure per la breve visita dei genitori. I nipotini non vedono l'ora che i nonni se ne vadano per potersi riappropriare della loro camera, la figlia minore mal sopporta quella che, secondo lei, è sempre stata la predilezione dei genitori per il fratello che sta in Giappone e non esita a mostrare loro la sua relazione omosessuale. In queste, che sono sottili annotazioni che riguardano molti, la regista inserisce la domanda a cui non giunge risposta: se sapessero qual è la reale condizione del padre cambierebbe qualcosa nel loro atteggiamento? Quello che sicuramente muta è l'approccio di Rudi con la vita che gli resta dopo la morte della moglie. Il Giappone e l'arte del Butoh ne sono parte integrante.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Kevin Thomas
The Los Angeles Times

At the beginning of Doris Dörrie's remarkable "Cherry Blossoms," Trudi Angermeier (Hannelore Elsner) is heard saying how she always wanted to go to Japan to see Mt. Fuji and the cherry blossoms with her husband -- and that she couldn't imagine going alone. As it happens, her husband Rudi (Elmar Wepper) is the one who goes there alone. The Angermeiers are a middle-aged couple living comfortably in [...] Vai alla recensione »

David Denby
The New Yorker

So much of cinema is given over to rapid movement, frenzy, and abrupt montage that it's easy to forget that the medium also has a fluent way with stillness and silence—the long, hard stare of the camera which isolates and celebrates the essence of something. Both Doris Dörrie's "Cherry Blossoms," a strangely poetic evocation of the cycles of grief and renewal, and Kelly Reichardt's "Wendy and Lucy," [...] Vai alla recensione »

Jean-Luc Douin
Le Monde

"Cherry Blossoms" : tendre hommage à Ozu Cinéaste allemande à succès, Doris Dörrie a mis beaucoup de sentiments personnels dans ce film qui dépeint la dévotion d'une femme à un homme (son mari) et à un pays (le Japon). Apprenant que son époux est condamné, son héroïne entreprend de lui faire faire un dernier voyage, d'abord chez leurs filles à Berlin, puis sur les bords de la Baltique.

Jan Stuart
The Los Angeles Times

TEN years ago Doris Dörrie finagled her way into a Japanese Zen monastery with two actors, two crew members and a raw screenplay in tow. Despite her tight shooting schedule and distinction as the sole woman in residence at the Sojiji Soin Father Temple in Monzen, she was still subject to the retreat's exacting rulebook. Ms. Dörrie, a 53-year-old German director, smiled when recalling the making [...] Vai alla recensione »

A. O. Scott
The New York Times

Doris Dörrie’s “Cherry Blossoms” is both a tender tale of cultural crossings and a double portrait of grief. At its center is a long-married provincial German couple, each member of which must confront the other’s death, one in prospect, the other in fact. The conceit that makes this reciprocity possible — one of those symptom-free incurable diseases that so frequently befall movie characters — may [...] Vai alla recensione »

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