Anno | 2007 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Canada, Grecia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Jeremy Podeswa |
Attori | Rachelle Lefevre, Larissa Laskin, Rade Serbedzija, Stephen Dillane, Ayelet Zurer . |
MYmonetro | 2,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 maggio 2009
Si può vivere, creare, amare, aspirare alla normalità senza lasciarsi schiacciare dal ricordo delle persecuzioni? Questa la sfida dello scrittore canadese Jacob Beer, miracolosamente scampato da bambino ai nazisti in Polonia. Il film è stato premiato a Roma Film Festival, Al Box Office Usa Fugitive Pieces ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 609 mila dollari e 108 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Tratto dal bestseller di Anne Michaels, la pellicola narra una storia di amore, morte e redenzione attraverso la vita di Jakob Beer, ebreo polacco, scampato agli orrori della guerra grazie all'aiuto di un archeologo greco che a rischio della propria vita lo porta con sé prima nell'Egeo, e poi in Canada. A otto anni di distanza da I cinque sensi, il regista canadese torna sul grande schermo con un soggetto forte nei contenuti ma non nelle modalità narrative.
Ricomporre i pezzi sfuggenti della propria memoria richiede uno sforzo emotivo che non sempre sceneggiatore e regista riescono a infondere. Allo stesso modo, non basta mettere continuamente in gioco presente e passato per riaffermare l'importanza della pietà in un mondo sempre più privo di umanità. È vero che Podeswa rispetta la complessità dello stile narrativo del libro ed è bravo nel dare il giusto peso sia all'oggi che allo ieri ma storia, ricordo e percezione soffrono, spesso, di approssimazione cadendo in un approccio compiaciuto e calligrafico.
I rapporti tra i personaggi non sempre trovano la giusta poetica. Jakob bambino e Jakob adulto coesistono allo stesso tempo senza avere, però, lo stesso equilibrio di intensità. Merito va, invece, al direttore della fotografia e alla costumista che ambientano in maniera credibile e duttile la vicenda in tempi e luoghi diversi. Si va dagli anni Quaranta ai Settanta passando per Polonia, Grecia e Canada. Ognuno dei periodi raffigurati ha un look diverso e si caratterizza per l'uso di sfumature cromatiche. Mentre la storia progredisce, la tonalità cambia spostandosi sempre più verso l'illuminazione e il chiaro affievolendo le ombre scure della parte iniziale. Discorso simile per i costumi. Delicati all'inizio, acquistano tinte più forti e vivaci per sottolineare l'acquisizione di una sofferta libertà.
Sono incroci strani quelli in concorso, un ragazzino ebreo segnato dalla perdita della famiglia e un rapporto madre-figlia all'insegna dell'odiosa incomprensione. «Fugitive Pieces» di Jeremy Podeswa mette in scena il romanzo di Anne Michaels. Il racconto è quello della vita di Jacob. Ha nove anni quando i nazisti irrompono a casa. Lo hanno fatto nascondere in un pertugio.
Hopscotching time on film is never easy, but Canadian writer-director Jeremy Podeswa handles it with skill and care in "Fugitive Pieces," his lovely, absorbing adaptation of Anne Michaels' lauded novel about a circumspect writer haunted by his traumatic past. Podeswa shifts and crisscrosses between parallel paths to tell this affecting story. The first is set during World War II after little Jakob [...] Vai alla recensione »