Slipstream

Sir Anthony Hopkins deve aver preso qualcosa di allucinogeno, prima di scrivere la sceneggiatura (ha firmato anche le musiche, in piena sindrome Robert Rodriguez, che fa anche il montatore e il direttore della fotografia). Avrebbe fatto meglio a prendere direttamente uno sceneggiatore, per mettere un po' d'ordine. E gli servirebbe un avvocato per difendersi dalle accuse di plagio: montaggio e giochini sono sinistramente simili a Stay di Marc Forster, con Ewan McGregor. C'è anche un po' di Providence, pasticciaccio firmato Alain Resnais. Per condimento, una pesante salsa "cinema nel cinema". Hopkins, ribattezzato Felix Bonhoeffer, è uno sceneggiatore tanto anziano e fuori di testa che i film gli si confondono con la vita. Le facce (e gli attori) sono sempre gli stessi, ma una volta fanno i gangster in mezzo al nulla, poi si ripresentano come camerieri da bar o amici di famiglia. "Un'esperienza della mente", dice il regista, usando come parafulmine Fellini, Antonioni, Bergman. Si dice che Spielberg abbia dato la sua benedizione alla sceneggiatura. Forse si trattava di estrema unzione.
Da Il Foglio, 4 agosto 2007