Titolo originale | Jardins en automne |
Anno | 2006 |
Genere | Commedia |
Produzione | Francia, Italia, Russia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Otar Iosseliani |
Attori | Séverin Blanchet, Michel Piccoli, Muriel Motte, Pascal Vincent, Lily Lavina, Denis Lambert, Jacynthe Jacquet, Otar Iosseliani, Mathias Jung . |
Uscita | venerdì 27 ottobre 2006 |
Tag | Da vedere 2006 |
MYmonetro | 3,26 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 4 dicembre 2017
L'autunno è il tempo dei rimpianti, rimpianti per il tempo perduto. Anche in autunno però si può ricominciare a vivere. Gustando tutto ciò che nel corso degli anni si è trascurato. In Italia al Box Office Giardini in autunno ha incassato 191 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Che colore hanno i giardini in Autunno? Vincent, uomo potente ed elegante, amante delle belle donne e del buon vino, scarica lo stress restandosene semplicemente con la testa in giù e i piedi per aria. Quando viene cacciato dal Ministero - per le proteste che imperversano in tutta Parigi - viene sostituito da Théodière, nuovo e avido Ministro che provvede a sostituire tutti gli oggetti del suo predecessore prima di insediarsi nel nuovo studio. Cambia sedie, poltrone, scaffali, ma anche i posacenere e i telefoni, pronto a ricoprire al meglio il suo ruolo e a restare in carica il più possibile. È il momento per Vincent di iniziare una nuova vita e - proprio quando la fortuna e il prestigio sembrano averlo abbandonato - si lascerà andare alla semplicità del vivere comune.
In un mondo eclettico e sognante, torna il maestro georgiano con un capolavoro popolato da personaggi goffi e sbadati, tratteggiato da quegli eroi negativi che da sempre caratterizzano il suo cinema. Venditori ambulanti di pellicce, artisti di strada, musicisti, rabbini alcolizzati, una vecchia madre che risponde al nome di Michel Piccoli, impeccabile e divertente in vesti femminili. Una favola dolce e ottimista, una metafora dell'avidità del potere e della riscoperta della semplicità. Un ghepardo, un tucano, la statua della Venere per raccontare la caducità delle cose, l'inizio e la fine di un coloratissimo universo, come la magistrale scena iniziale in cui un gruppo di anziani contratta sul prezzo delle bare. La vita è sempre possibile, quando si ha a disposizione qualcosa da bere. I giardini, in autunno, hanno il colore del cinema.
Il film mi ha annoiata, sebbene riconosca che "c'è del vino in quest'acqua". Mi pare che si possa dire che la storia comincia quando entra in scena Michel Piccoli. Troppo lunga la premessa, troppo improbabili le situazioni, troppo ovvia la conclusione.
è un film simpatico, ironico, ben fatto, scorrevole, soprattutto intelligente, ma proprio perchè è fatto con sottile intelligenza e sagacia non tutti possono capire ed apprezzare.
Inizio folgorante: alcuni uomini molto vecchi ma energici si scelgono le bare in un laboratorio di falegnameria, se le litigano, tirano sul prezzo, cercando fino all'ultimo di imporsi e di salvaguardare i propri soldi. Giardini in autunno di Otar Iosseliani è un film incantevole e divertente, pienamente realizzato nello stile leggero, spiritoso e molto intelligente del regista georgiano di C'era una [...] Vai alla recensione »
Nel corso del tempo Otar Iosseliani è diventato come l'ultimo Buñuel. I suoi caustici e irriverenti film paiono dei post scriptum di Il fascino discreto della borghesia, Il fantasma della libertà, Quell'oscuro oggetto del desiderio. Buñuel era più surreale, dadaista, daliniano. L'autore di Lunedì mattina, Addio terraferma, Briganti, Caccia alle farfalle, Un incendio visto da lontano e I favoriti della [...] Vai alla recensione »
L'autunno di Otar Ioseliani, grande regista georgiano, apolide parigino, abitante del mondo, è una «ronde» infinita, una parabola in forma di balletto sui temi, suoi cari, del senso della vita dopo l'inutile stress della vita. Basta prendere un ministro, costretto alle dimissioni dalla voce urlante del popolo che manifesta contro la sua arroganza e insipienza legislativa, e gettarlo per strada, senza [...] Vai alla recensione »
Lo abbiamo visto da poco nel programma della neonata Festa romana del cinema, dove però non ha lasciato grandi tracce. In effetti Giardini in autunno di Otar Iosseliani, il georgiano che venti e più anni fa nelle file dell'avanguardia artistica allora sovietica ha dato il suo bel contributo a dare una spallata al decrepito potere imperiale di Mosca, non è molto soddisfacente.
A settantadue anni, Otar Iosseliani è un ragazzo, ribelle impenitente che va alla rivoluzione col sorriso. Ripete «è gradevole, è straordinario» e intanto impallina senza pietà «questo mondo di schiavi. Sì, perchè gli schiavi sono ovunque. Putin è uno schiavo malgrado le sue ambizioni; o criminale o schiavo, non saprei. I militari sono schiavi, la polizia, i grandi corrotti, i mafiosi, tutti schiavi. [...] Vai alla recensione »
Otar Iosseliani regista georgiano di Tbilisi, ma francese d'adozione, è uno di quei nomi su cui i festival puntano a scatola chiusa (la festa di Roma però l'ha messo in concorso e poi l'ha ignorato: lungimiranza della giuria popolare?). Perché si tratta di un «maestro», sconosciuto ai più ma conosciuto a pochi (agli smemorati ricordiamo La caduta delle foglie, Caccia alle farfalle e Briganti).
Forse il divertissement intelligente non è sempre così divertente e neanche così intelligente. Con tutto il rispetto per il glorioso regista georgiano, ma da tempo francesizzato, Otar Iosseliani. Nel suo Giardini d'autunno c'è un ministro francese, un uomo cui non manca alcuno dei segni distinti del potere: ufficio e residenza sontuosi, limousine chilometrica, salamelecchi servili da parte di chi lo [...] Vai alla recensione »
Una favola paradossale. Il cui slogan (non so da quanti condiviso) potrebbe essere «meglio il giardinaggio del potere». Ce la racconta l'ex georgiano ora francese Otar Iosseliani con i suoi modi abituali tra l'ironia e la leggerezza. Questa volta, però, l'ironia resta di sfondo e la leggerezza incespica. Si comincia a Parigi, con un ministro probabilmente dell'Agricoltura.