Broadway Danny Rose

Film 1984 | Commedia 86 min.

Anno1984
GenereCommedia
ProduzioneUSA
Durata86 minuti
Regia diWoody Allen
AttoriMia Farrow, Woody Allen, Nick Apollo Forte, Sandy Baron, Milton Berle, Michael Badalucco Sheila Bond, Morty Gunty, William Paulson, Frank Renzulli, Camille Saviola, Mark Hardwick, Corbett Monica, Jackie Gayle, Will Jordan, Jack Rollins, Craig Vandenburgh, Herb Reynolds, Paul Greco, Edwin Bordo, Gina De Angelis, Peter Castellotti, Sandy Richman, Gerald Schoenfeld, Olga Barbato, David Kissell, Gloria Parker, Bob Rollins, John Doumanian, Carl Pistilli, Diane Zolten, Etta Rollins, Bob Weil, David Kieserman, Alba Ballard, Maurice Shrog, Belle Berger, Herschel Rosen, Joe Franklin, Cecilia Amerling, Maggie Ranone, Charles D'Amodio, Joie Gallo, Lucy Iacono, Julia Barbuto, Anna Sceusa, Nicholas Pantano, Rocco Pantano, Tony Turca, Gilda Torterello, Ronald Maccone, Antoinette Raffone, Richard Lanzano, Don Matteo, Betty Rosotti, Howard Cosell, Gary Reynolds, Sid Winter, George Axler, Leo Steiner, Howard Storm.
TagDa vedere 1984
MYmonetro 3,30 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Woody Allen. Un film Da vedere 1984 con Mia Farrow, Woody Allen, Nick Apollo Forte, Sandy Baron, Milton Berle, Michael Badalucco. Cast completo Genere Commedia - USA, 1984, durata 86 minuti. - MYmonetro 3,30 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 29 novembre 2013

Le vicende professionali e affettive di un modesto impresario teatrale di Broadway, Danny Rose (Allen), si snodano tra cocenti delusioni e perenni ins... Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes,

Consigliato sì!
3,30/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,59
CONSIGLIATO SÌ

Le vicende professionali e affettive di un modesto impresario teatrale di Broadway, Danny Rose (Allen), si snodano tra cocenti delusioni e perenni insuccessi. I suoi assistiti sono un patetico e sparuto gruppo di artisti destinati a rimanere nell'ombra, legati però da quell'amicizia che accomuna gli sfortunati. Tra aggressive vamp (un'insolita Mia Farrow), cantanti infedeli e mafiosi caricaturali, Danny Rose riuscirà comunque a mantenere intatte purezza e ingenuità. Allen confeziona con mano maestra un film leggerino e delizioso, in equilibrio tra comicità e malinconia, splendido nella caratterizzazione dei personaggi.

Giancarlo Zappoli

Seconda parte
Ancora una volta, dopo Zelig, Allen affronta la biografia di un personaggio inesistente. Se là era l'accorta costruzione di un messaggio mediatico a prevalere, qui è il fascino della memoria proposta da un affabulatore di mestiere quello che emerge. Il narratore è uno dei commensali, tutta gente del mondo dello spettacolo (c'è perfino Jack Rollins, il vero agente di Allen) e ha attorno a sé una piccolo platea che ama l'aneddoto, ne comprende le iperboli e ne sa apprezzare il valore sul piano umano. Forse non tutto è vero nella "più bella storia di Danny Rose" ma non è questo che importa. Conta invece il ritratto a tutto tondo di un personaggio decisamente nuovo nella galleria alleniana e, forse anche per questo, rifiutato dal pubblico. Broadway Danny Rose è il film che, dopo Il prestanome di cui non era regista, ha ottenuto gli incassi più bassi. Si può dire che è da questa fase della sua carriera che Allen vedrà emergere una differenziazione che attraversa il pubblico degli appassionati del suo cinema. Chi ha apprezzato l'Allen "serio" di Interiors ritiene troppo "leggeri" film come Commedia sexy o Broadway Danny Rose, chi ha amato la comicità più "diretta" dei suoi primi film la vede ora rarefarsi. C'è poi un altro rischio che il Woody regista decide coscientemente di correre con la complicità della sua compagna, Mia Farrow: proporla in vesti del tutto diverse da quelle in cui il pubblico è abituato a vederla. La Tina della Farrow è una donna piena di energia, volgare quanto basta, che conosce la vita e sa come difendersene, di origini italoamericane, con lo sguardo costantemente celato da un paio di occhiali scuri e con una capigliatura bionda monumentale. Al di là del veleno dell'autobiografia della Farrow a posteriori, questa è una delle tante occasioni che Allen ha offerto a un'attrice di cui ha saputo valorizzare i talenti nascosti. Tina ha come cognome "Vitale" e ancora una volta si può sottolineare l'attenzione che Allen attribuisce ai nomi dei propri personaggi. Così come il cognome della donna è specchio del suo carattere, quello di Danny ha un valore polisemico. Rose sta per la "rosa" bianca che ogni giorno Lou invia a Tina e che si trova all'origine di tutta la vicenda, ma è anche il passato remoto del verbo rise (salire). Quante volte Danny si è trovato vicino all'ascesa, al colpo grosso, per vederselo poi soffiare dall'irriconoscenza e dall'egoismo? Rose è anche il cognome di Mickey, l'amico degli anni giovanili con cui Woody ha sceneggiato Prendi i soldi e scappa e Bananas. E, da ultimo, è una "rosa" quella che darà il titolo al film successivo.
Mentre si prepara a far attraversare nei due sensi lo schermo ai propri personaggi, Allen continua a ripercorerre le vie del cinema che più ha amato. Se in Stardust Memories aveva fatto discutere Sandy e Daisy a proposito della presa sulla realtà di un film come Ladri di biciclette, qui ne rielabora esplicitamente uno dei ruoli. Le visite della disincantata Tina alla "santona" non sono altro che un'affettuosa attualizzazione del personaggio creato da De Sica a cui si fa ricorso per descrivere un ambiente e sottolineare un'insicurezza. In questo road movie ricco di inseguimenti, di fughe e di colpi di scena fa finalmente capolino la violenza. Il mondo alleniano si popola per la prima volta di figure/figuri. I due scagnozzi che la "famiglia" italoamericana scatena contro Danny e Tina non hanno nulla di comico che attenui l'intensità della loro cieca determinazione. È un bersaglio quello che cercano e poco importa di chi si tratti purché qualcuno venga "punito'. Il tema della colpa (e della conseguente punizione) che attraversa tutto il film trova in loro la risposta più assurda. Non solo volevano colpire qualcuno, come Danny, che non ha commesso il "reato" che gli viene ascritto ma è in qualche modo partecipe della vicenda, ma si trovano a massacrare il ventriloquo che le era totalmente estraneo.
Danny Rose è il primo personaggio di Allen che oltre a interrogarsi su Dio ("Non credo in Dio però mi ci sento in colpa") ha una profonda religiosità interiore che si esplica sia sul versante del rapporto con gli altri sia su quello che implica l'intervento di un Super Io molto forte. Ci sono sei parole magiche nella vita di Danny. Tre sono quelle che invita gli altri a ripetere come stimolo a credere nelle proprie possibilità : Star-Sorriso-Sfondo. Tre sono quelle che guidano la sua vita: Perdono-Comprensione-Amore. Quest'ultimo, per la prima volta liberato dal problema del sesso. Danny Rose ha avuto una fidanzata che se n'è andata con un altro ed è vero che afferma che con la mancia lasciata nel drugstore che deve abbandonare in fretta e furia poteva "andare a letto con la cameriera" ma il sesso per lui è stato, in qualche misura, sublimato. Le spettatrici che partecipavano ai suoi spettacoli comici avevano 81 anni e ne dimostravano 80 e quindi non ha potuto fare molta esperienza. Il sandwich umano che i due mafiosi realizzano con lui e Tina legati obbliga entrambi a un'inusuale danza erotica a cui Danny (ma anche la donna) non si dimostra insensibile. Ma tutto sembra finire qui. Il senso dell'onestà, il rispetto degli altri, l'incapacità di fare del male, il continuo chiamare Dio a testimone di quanto va affermando sono elementi inusuali nel cinema alleniano.
L'ateo-credente Danny Rose ritrova Tina proprio in occasione di una festività religiosa (la prima di una serie di feste importanti nel suo cinema). Mentre si pasteggia col tacchino surgelato ("Quello vero costa di più") ci si sforza di essere felici con quello che si ha e l'uomo-solo Danny, che non si cura della propria casa perché tanto non deve entrarci nessuno, sta per mutare la propria condizione di vita. Per un brevissimo periodo della propria esistenza Danny Rose ha conosciuto un mondo diverso da quello delle piccole illusioni create dai suoi "artisti'. Tina lo va a cercare e insieme, forse, costruiranno un futuro che fonda insieme realtà e illusione. È il sogno della Cecilia de La rosa purpurea del Cairo.

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Giancarlo Zappoli

Prima parte
Carnegie Delicatessen. Un piccolo locale nel cuore di Broadway. È il luogo di ritrovo di comici abbastanza "maturi" che si interrogano sul perché una certa barzelletta non faccia più ridere come una volta e ricordano il passato. Quando sembra che la conversazione stia per languire, uno dei componenti della tavolata afferma di essere in grado di raccontare la più insolita avventura occorsa a Danny Rose. Costui è stato un impresario che rappresentava gli artisti che nessuno voleva: xilofonisti ciechi, suonatori di bicchieri, uccellini che suonano becchettando, ballerini di tip tap con una sola gamba, pinguini in grado di trasformarsi in rabbini. Il racconto ha inizio: Danny Rose ha le consuete difficoltà a piazzare i propri artisti ma crede veramente in loro anche se più di una volta è stato abbandonato proprio quando stavano per avviarsi sulla via del successo.
È la storia del rapporto con un artista su cui Danny puntava particolarmente quella che conta: il suo nome è Lou Canova. Lou era un cantante italoamericano che aveva goduto di una certa fama negli anni Cinquanta ma poi era caduto nel dimenticatoio. Ormai semialcolizzato e del tutto sfiduciato, Lou trova sulla sua strada Danny che lo spinge a tornare sul palco. Il cantante, con il suo repertorio di musica melodica e di canzoni italiane, è in grado di ritrovare un proprio pubblico ma i locali in cui si esibisce non sono dei migliori. Un giorno Danny riesce a trovargli un ingaggio davvero valido: una serata al Waldorf Astoria. Saranno presenti anche dei personaggi della tv e del mondo dello spettacolo che potrebbero consentirgli di riprendere a lavorare a pieno ritmo, considerato che è scoppiata la moda del revival.
Giunge il giorno tanto atteso e Lou vuole a tutti i costi che la sua amante, Tina Vitale, sia presente allo show. Le invia ogni giorno una rosa bianca ed è innamorato pazzo di lei ma deve fare i conti con la moglie che non mancherà all'esibizione. Chiede allora a Danny di fare da "piolo', cioè di andare a prendere la ragazza e di portarla allo show come se fosse la propria compagna. Danny recalcitra ma poi esegue. Si trova però davanti una Tina del tutto risoluta a non assistere allo spettacolo perché convinta che Lou la tradisca. La donna comunica la sua decisione al cantante per telefono gettandolo nel più profondo sconforto. Danny tenta di convincerla ma non ci riesce. Si trova così ad inseguirla fino a una festa in grande stile organizzata da italoamericani. Qui viene ritenuto l'ultima fiamma di Tina ed entra perciò nel mirino di uno spasimante ormai respinto dalla donna. Costui tenta il suicidio e mette sulle tracce dell'impresario due giovani mafiosi.
Ora Danny e Tina sono costretti a fuggire. Raggiungono un ristorante in cui credono di essere tranquilli ma sopraggiungono i due scagnozzi che li costringono ad abbandonare rapidamente il campo. Dovranno attraversare un canneto e salire su un battello (con Danny che soffre di mal di mare) per riuscire a far perdere le proprie tracce. I due però sono alle loro calcagna e, mentre Danny non riesce a mettersi in contatto con Lou che ha ripreso a bere, vengono catturati. In un capannone vengono minacciati di morte fino a che Danny, che è riuscito a far loro comprendere di essere solo un "piolo', non rivelerà chi è il vero amante di Tina. Danny fa il nome del peggior ventriloquo che ci sia sulla piazza, consapevole del fatto che costui non potrà essere raggiunto perché ingaggiato per una crociera. Lasciati soli e legati insieme come salami, Tina e Danny riescono a liberarsi e a fuggire. Raggiungono così il Waldorf Astoria dove trovano Lou completamente ubriaco.
Danny però ha le sue ricette segrete e riesce a rimetterlo in piedi. Lo show ottiene un buon gradimento e Lou si vede fare una proposta vantaggiosa sul piano della carriera da un agente davvero importante presentatogli da Tina. Deve così rivelare a Danny che intende abbandonarlo. Oltre a subire questa ennesima prova di non riconoscenza, Danny viene a sapere che il ventriloquo non era partito e che è stato mandato all'ospedale dai due delinquenti. Si reca subito a trovarlo e gli offre tutto l'aiuto possibile. Ora Lou è lanciato e Tina lo segue in tournee. Ma le cose non funzionano al punto che la donna lo lascia.
È il giorno del Ringraziamento. Danny ha allestito un pranzo a base di tacchino surgelato per i suoi artisti sfortunati. Alla porta si presenta Tina che vuole chiedere scusa ma Danny non intende ascoltarla. Lei se ne va ma, dopo poco, Danny la rincorre in strada. Riesce a fermarla proprio davanti al Carnegie Delicatessen. I due si incamminano insieme. Le voci del gruppo di gente di spettacolo commentano la fine della storia e valutano la personalità di Sandy. Anche lui ha ottenuto la fama a Broadway: è stato dato il suo nome a un sandwich.
"Bisogna avere un po" di fiducia negli altri" diceva Tracy ad Ike nel finale di Manhattan. Danny Rose imposta tutta la sua vita sul "fidarsi" e sul "dare fiducia'. I risultati sembrerebbero dargli torto. Il riferimento al film del 1979 è inevitabile per la specularità di certe situazioni e per lo sviluppo di alcuni temi. Al centro dello "spazio" alleniano si trova, ancora una volta, New York ma è un altro aspetto della città quello che emerge. Non è l'ambiente fin qui usuale per Woody: non ci sono professori, intellettuali, giornalisti ad animare la scena. Siamo a Broadway ma non splendono le luci della ribalta. Il film si apre con due comici che cercano di capire come una barzelletta ormai stantia possa o non possa funzionare ancora. È una storia di losers quella che viene dichiarata sin dalle prime inquadrature e il loro nume tutelare risponde al nome di Danny Rose. Quasi avesse cominciato con la fragilità dichiarata di Zelig ad indagare sul lato femminile di se stesso Allen ribalta la dinamica narrativa di Manhattan. Se Ike cercava di allontanare da sé Tracy, scoprendo poi di non poterne fare a meno e cercando inutilmente di trattenerla, qui è Tina ad avere dato avvio al distacco di Lou da Danny prima ancora di conoscerlo. Nel momento in cui ha potuto apprezzarne le qualità lo va a cercare ma sembra, ancora una volta, che sia troppo tardi. Ma Danny Rose è un Allen che ha imparato la lezione di Tracy e l'ha fatta propria. Dà fiducia anche a Tina, raggiungendola proprio davanti al locale dove si narreranno le sue "gesta" e incamminandosi con lei. È interessante notare, in proposito, la specularità di due sequenze: Tina compare per la prima volta sullo schermo dopo un "nero" tanto rapido quanto caricato di una funzione di stacco deciso rispetto a quanto accaduto fino allora. Apre la porta ad Ike mentre è al telefono e sta "negando" la propria fiducia a Lou che ritiene l'abbia tradita. Ricomparirà di nuovo dietro una porta che si apre. Ora è lei che chiede di entrare ed è Ike che è al telefono e, nonostante le continue disillusioni, sta dando calore umano a due dei suoi "artisti'.
... fine prima parte - continua ...

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 19 luglio 2012
fedeleto

Essere manager deve essere un mestiere faticoso,e un certo Danny Rose deve saperlo molto bene.Danny e' un manager che crede molto in Lou Canova,cantante degli anni cinquanta che sta per essere riscoperto.Ma il povero Lou si innamora di Tina,e cosa accade quando Lou ha il suo piu' grande spettacolo e Tina dice di non volerlo piu' vedere?Danny provera' a risolvere la situazione,peccato [...] Vai alla recensione »

sabato 26 dicembre 2009
Luca Scialo

Buoni sentimenti ed ironia condiscono questa piacevole commedia di Allen. Film che segna un distacco rispetto a quelli precedenti, non essendo statico, e minimamente o per nulla critico verso la società americana (forse punzecchia solo l'arrivismo nel mondo dello spettacolo)

mercoledì 4 luglio 2018
JonnyLogan

Per una volta Allen non fa necessariamente ridere ma riflettere sul senso del dietro le quinte del mondo dello spettacolo, popolato da un sottobosco di attori e saltimbanchi uniti attorno al tavolo a narrare dei rispettivi successi e di un assente celebre, l’agente teatrale Danny Rose, ex attore e battutista esattamente come molti dei presenti e passato successivamente a dirigere le vite professionali [...] Vai alla recensione »

martedì 20 settembre 2022
Xerox

Considero questo uno dei migliori film di Allen. Il film che ci fa capire fino in fondo come Woody abbia digerito con ottimi risultati il nostro cinema, il nostro neorealismo. Ho trovato tantissimo De Sica nello spirito di questo film. La dedizione, l'abnegazione, l'AMORE con il quale Danny difende i suoi squinternatissimi artisti è assolutamente commovente! Questa empatia di Allen verso [...] Vai alla recensione »

mercoledì 3 luglio 2019
Steffa

seppur non troppo orginale rimane comunque uno dei pilastri della filmografia di Allen, con quest'ultimo in inedita versione semiseria, forse il b/n è un po una forzatura

Frasi
Tesoro, io te lo giuro: tradisce solo con te. Ha una sua integrità, tradisce con una persona per volta.
Dialogo tra Lou Canova (Nick Apollo Forte) - Tina Vitale (Mia Farrow) - Danny Rose (Woody Allen)
dal film Broadway Danny Rose
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