L'ombra del potere - The Good Shepherd

Film 2006 | Sentimentale, 167 min.

Regia di Robert De Niro. Un film con Matt Damon, Angelina Jolie, Alec Baldwin, Tammy Blanchard, Billy Crudup, Keir Dullea. Cast completo Titolo originale: The Good Shepherd. Genere Sentimentale, - USA, 2006, durata 167 minuti. Uscita cinema venerdì 20 aprile 2007 distribuito da Medusa. - MYmonetro 2,80 su 26 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Il racconto della genesi dei servizi segreti secondo De Niro. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, In Italia al Box Office L'ombra del potere - The Good Shepherd ha incassato 3 milioni di euro .

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Consigliato sì!
2,80/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,50
PUBBLICO 2,89
CONSIGLIATO SÌ
Dopo 14 anni Robert De Niro torna dietro alla macchina da presa con un thriller di spionaggio in stile classico.
Recensione di Matteo Signa
Recensione di Matteo Signa

Al centro della vicenda, la frustrante vita di un agente della Cia ma soprattutto la nascita dei servizi segreti. L'interesse del cineasta americano nei confronti della politica internazionale e della cosidetta intelligence non è stato mai tenuto segreto. L'intento del film è chiaro fin dalle prime scene. Cercare di allontanarsi, il più possibile, da una struttura narrativa spy-game fantasy al fine di illustrare come uomini apparentemente anonimi siano riusciti a controllare il mondo attraverso metodi estremamente razionali, mettendo in gioco aspetti umani e professionali.
La sceneggiatura di Eric Roth rispolvera l'acutezza politica e morale del lavoro precedente, Munich. Entrambe le pellicole hanno al centro un personaggio la cui missione sembra essere quella di condurci verso uno stato di "giustizia universale". Entrambi i protagonisti vivono un lento senso di erosione del proprio animo. Se Eric Bana si libera lentamente di un peso fatto di frustrazione e rabbia, Edward Wilson (Matt Damon) nel "Buon pastore" si rinchiude, attraverso un movimento a spirale, in uno spazio, solo in superficie, portatore di protezione. Nei fatti, diviene complice della sua stessa ambiguità. A Roth e De Niro riconosciamo il merito di non forzare emotivamente la sua figura. Sceneggiatore e regista riescono a caricare la suspense non con colpi di pistola ma con bisbigli e occhiate furtive.
Stilisticamente in linea con i dettami del cinema classico, la pellicola costringe lo spettatore a prestare la massima attenzione ai dialoghi. Non solo. Implica un vero e proprio lavoro induttivo e interrogativo che presuppone l'esistenza di vuoti che il singolo deve, in qualche modo, riempire grazie alle personali conoscenze storiche e politiche. Attraversare cinematograficamente diverse decadi (venticinque anni di storia americana) nel giro di quasi tre ore potrebbe rischiare di mettere lo spettatore in uno stato di ansia e di sovraccarico mentale in quanto troppo preoccupato di sciogliere le numerose implicazioni presenti. Per fortuna, nulla di tutto questo avviene.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 23 gennaio 2012
natadiluglio

Segue su Iris alla visione in sala del supervalutato Edward J Hoover, questo sempre apprezzabile film con un cast a dire poco strabiliante. Mentre Di Caprio è stato costretto a declamare per tutto il tempo un copione gonfiato di ideologia, Matt Demon riesce a rendere credibile, con grande tecnica, il personaggio di Wilson, talmente parco di parole e di gestualità, da giustificare sospetti di catatonia. [...] Vai alla recensione »

domenica 22 agosto 2010
ultimoboyscout

Film pesante. Questo va messo in chiaro subito. Lento, pesante e troppo troppo lungo. Certo poi le atmosfere sono eccezionali e ricreate ad hoc, sembra realmente di rivivere quegli anni. Sorprendente Turturro, notevolissimo lo scambio di battute nel momento in cui fa conoscenza con Damon, tra l'altro bravissimo e sempre più in grado in grado di spaziare su più ruoli e su diversi generi. [...] Vai alla recensione »

domenica 10 maggio 2009
scappasilvioscappa

Premetto di aver visto il film in lingua originale ciò potrà spiegare il perchè del voto, alcuni passaggi a me poco chiari. Mi ha sorpreso la scelta del regista di non seguire la saga dello spionaggio ma di raccontare la vita di un uomo. Scelta per alcuni non condivisibile, per me a suo modo interessante. A mio modesto parere il film offre spunti piuttosto interessanti, la CIA vista from the inside, [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 giugno 2015
kondor17

Ho rivisto ieri in tv questo film di De Niro e, nonostante la snervante lunghezza, non me ne sono affatto pentito. Dopo aver visto Citizenfour e letto Sotto Controllo di Glen Greenwald, che parlano del datagate di ed Snowden, è interessante sapere perchè e come nacque la Cia. I grandi attori e un intreccio ben curato, permettono di capire i meccanismi che dettero vita alla più [...] Vai alla recensione »

martedì 8 maggio 2012
Lore64

Il problema di questo film è che ha poco o nulla a che vedere colla CIA o coi servizi di spionaggio. I quali sono per la stragrande maggioranza composti di normalissimi burocrati, funzionari di polizia specializzati in un settore particolare. Persone che in ufficio parlano fra loro normalmente e non in codici altamente segreti e allusivi, non vivono fra colleghi traditori e segretarie che escono [...] Vai alla recensione »

venerdì 19 giugno 2015
sciakubucu

Cristallino

venerdì 9 maggio 2014
Renato C.

Ha fatto bene Hollywood a produrre questo film sulla storia della CIA, il Centre Intelligence Agency, cioè i servizi segreti americani. Soprattutto in tempo di guerra fredda ogni paese, ma soprattutto una grande potenza ha bisogno dei servizi segreti, però questi non debbono mai prevalere su presidenti, governi e congressi eletti direttamente dal popolo e che rappresentano la volontà popolare! Purtroppo [...] Vai alla recensione »

domenica 20 marzo 2011
ethan

I films sulle spie così sono e così devono essere: lenti ma coinvolgenti, (James Bond, lo 007 al servizio di Sua Maestà con lo spionaggio non c'entra nulla), ricordate, La talpa con Alec Guinnes, La spia venuta dal freddo con Richard Burton, Ipcress con Michael Caine, Operazione Cicero con James Mason ecc, tutti lenti ma bellissimi.

venerdì 27 novembre 2009
Oplos

Il film è ben scritto, ben girato, ma non è per un pubblico ampio visto che per la piena comprensione richiede di conoscere bene la storia e le sue evoluzioni negli anni prima e dopo la seconda guerra mondiale, inoltre la velocità della narrazione è diversa a quella delle solite spy story e questo dapprima forse spiazza un po', senza però impedire in seguito di entrare nel meccanismo narrativo e appassionar [...] Vai alla recensione »

mercoledì 5 febbraio 2020
tommy

Con un cast superstellare in cui non ricordo di aver visto insieme tante celebrità il caro De Niro si cimenta in un film noiosissimo e di difficile comprensione. Cosa si può dire degli attori? Uno più bravo dell'altro, ma la sceneggiatura dove sta? L'amarezza di aver perso tempo a vedere questo polpettone è tanta.

sabato 18 aprile 2009
elfabouloso94

Un bel film di robert de nironon ho molto da dire sono rimasto abbastanza soddisfatto certo non è come bronx ma si potrebbe vedere

mercoledì 25 gennaio 2012
Mr.Duff

Sinceramente è un film che stanca. Ho fatto fatica a seguirlo, è quel classico film a cui va prestata tutta l'attenzione possibile, pieno di nomi e di contesti da ricordare. Va da un anno all'altro, torna indietro, i personaggi nel frattempo non cambiano quindi non noti la differenza...un casino insomma. Cast niente male però la trama è troppo pesante e impegnativa.

Frasi
Un uomo una volta mi ha chiesto: "Quando voi parlate di Cia perché non mettete l'articolo là davanti?". E io gli ho risposto: "Quando parla di dio lei mette l'articolo “il"?
Una frase di Il generale Sullivan (Robert De Niro)
dal film L'ombra del potere - The Good Shepherd
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RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Sotto un cappello grigio e dentro un impermeabile chiaro, un uomo cammina lungo un corridoio, confuso tra molti che gli somigliano. Con sé porta una cartella di cuoio, come un impiegato. Così Robert De Niro mostra Edward Bell Wilson (Matt Damon), al termine di The Good Shepherd - L'ombra dei potere (Usa, 2006, 167'). Guerre, torture e morti stanno alle sue spalle, e ancora ce ne saranno nel suo futuro. [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 febbraio 2007
Lorenzo Buccella
L'Unità

La faccia è l'unica cosa che non cambia mai. Bloccata nell'espressione rigida da camicia inamidata, con tanto di riga a schiacciargli i capelli su un lato e occhiali dalla montatura solida e secchioncella. Eppure, dietro quella maschera pulita, tenuta in fronte per tutto l'arco del film da un Matt Damon impassibile, passano via i vent'anni più carsici della storia americana.

Marco Bertolino
Nick

La storia di Hollywood è costellata di nomi di attori, celebri e celebrati, che a un certo punto della loro carriera decidono di provare come ci si sente dietro anziché davanti alla macchina da presa. Eppure, quando Robert De Niro si propose come regista di Bronx, nel 1993, lasciò tutti di stucco con un ottimo film su un ragazzino dall'anima divisa fra fascinazione e rifiuto nei confronti del Male, [...] Vai alla recensione »

Giulia D'Agnolo Vallan
Ciak

C'è chi lo ha definito «Il Padrino dei film sulle spie». In effetti sembra difficile che Robert De Niro, per questa sua seconda regia, non abbia pensato al grandioso affresco coppoliano di cui anche lui fece parte. Non solo perché i neri di The Good Shepherd (fotografia di Robert Richardson) ricordano quelli lucidi e insondabili di Gordon Willis, per gli interni carichi di minaccia, o la mise en scene [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
L'Espresso

Ci sono tre cose interessanti in The Good Shepherd. L'ombra de potere (Il Buon Pastore) diretto da Robert De Niro sulla Cia (Central lntelligence Agency). Prima, le infamie attribuite alla Cia dalla leggenda che l'ha sempre circondata: interrogatori a pugni, calci, semi-affogamenti. interrogatori con una dose di Lsd, nella speranza che l'acido contribuisse a sfrenare la mente dell'interrogato.

Luca Castelli
Il Mucchio

Gli Stati Uniti degli anni centrali del Ventesimo Secolo sono un serbatoio di intrighi e segreti inesauribile, a cui il cinema attinge con sempre maggiore regolarità. Ecco quindi che dopo i film su Truman Capote e Bobby Kennedy, ne arriva un altro focalizzato su un simile contesto storico. Seconda regia di Robert De Niro dopo l'ottimo Bronx, The Good Shepherd è un'ambiziosa carrellata su quasi trent'anni [...] Vai alla recensione »

Luisa Cotta Ramosino
Il Domenicale

In The Good Shepherd - L'ombra del potere nella versione italiana-, sua seconda regia a oltre dieci anni da Bronx (1993) Robert De Niro si ritaglia un ruolo secondario, uno spazio limitato (ma determinante nell'equilibrio del racconto) da cui emerge il volto affaticato, misterioso e ancora affascinante di un uomo che s'è guadagnato in quarant'anni di carriera osanna dei critici e affetto del pubblico. Poch [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

L'ombra del potere, titolo originale The good shepherd (il buon pastore), è la ricostruzione in buona parte affidata a fatti e personaggi reali o verosimili, che Robert De Niro, in veste di regista che da tempo accarezzava il progetto, fa della nascita e dei primi decenni di vita dei moderni servizi segreti degli Stati Uniti. Per sé riserva il personaggio (reale) del generale Sullivan, colui che introduce [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

L'invasione di Cuba fallì perché il figlio di un agente della Cia, mentre stava in bagno, sentì il papà parlare della missione e raccontò tutto a una ragazza africana durante una notte di sesso in quel di Leopoldville, Congo. La ragazza era una spia del Kgb. Cosa ci facesse in Congo, il figlio dell'agente, non si sa. Questa barzelletta è solo una delle patacche che farciscono The Good Shepherd - L'ombra [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Perché i 29 mila agenti della Cia non impedirono l'11 settembre? Robert De Niro cerca di rispondere alla domanda, ancora senza risposta, riprendendo a «guidare» un film e non solo a farne il passeggero. Come 14 anni fa, con il «piccolo» e autobiografico esordio registico, A Bronx tale (citato a inizio film, attraverso un autobus tutto tondo anni '50).

Valerio Caprara
Il Mattino

Matt Damon è troppo monocorde per ravvivare gli snodi della sceneggiatura di Eric Roth - incentrata sulla storia della Cia dal 1939 alla crisi di Cuba del 1961 - che ha convinto il grande Bob De Niro a tornare dietro la macchina da presa tredici anni dopo «Bronx». Così «The Good Shepherd» risulta macchinoso e deludente: il suo passo è elegante, sinistro, felpato, se non rarefatto, sin troppo minuziosamente [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

«Ho paura che vi sia troppo potere per troppo pochi. Voglio che la Cia sia occhi e orecchie dell'America, non cuore e anima». Beata innocenza: peccato che a dirlo sia Bill Sullivan (bella partecipazione che il De Niro regista riserva al se stesso attore), alter ego del realmente vissuto William J. Donovan, uomo che trasformò l'Oss in Cia. Una struttura che cercava di sventare guerre e annessi in una [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Mettiamo il caso che il sole si stia spegnendo. Mettiamo il caso che i terrestri mandino lassù un'astronave per riaccenderlo (dentro ha una riserva di idrogeno, basta un fiammiferone o un accendino). Mettiamo il caso che il fiammiferone sia una bomba termonucleare grande come Manhattan, con otto uomini appollaiati sopra. Mettiamo il caso che per il viaggio siano necessari sedici mesi, sufficienti a [...] Vai alla recensione »

Manohla Dargis
The New York Times

The good shepherd cerca di dare un volto umano e tragico alla Central intelligence agency. Per l'esattezza il volto di Matt Damon, uno studente di Yale, reclutato dall'Oss durante la seconda guerra mondiale, che poi passa alla Cia e, col tempo, ne viene assorbito completamente. De Niro e lo sceneggiatore Eric Roth hanno condensato la storia delle origini dell'agenzia in una vicenda di padri che abbandonano [...] Vai alla recensione »

Callisto Cosulich
Left

The good shepherd - L’ombra del potere è il secondo film diretto da Robert De Niro e viene tredici anni dopo il primo che s’intitolava A Bronx tale. Le due pellicole hanno molte cose in comune: De Niro, che in entrambe si riserva un ruolo secondario, importante, ma piuttosto defilato; due storie che si svolgono entro archi di tempo lunghi (undici anni, il primo; trentacinque, il secondo); vicende complesse, [...] Vai alla recensione »

Emanuela Martini
Film TV

L'uomo è discreto, non appariscente, quasi invisibile in mezzo ad altri uomini come lui, cappello a tesa stretta, impermeabile beige, occhialini tondi, giacca e cravatta. Un "uomo in grigio" come tanti, all'apparenza un prototipo dell'americano medio degli anni '50 e '60. Ma Edward Wilson è un uomo tutt'altro che medio, come gran parte degli altri che lo incrociano, con i quali scambia parole in codice [...] Vai alla recensione »

Serafino Murri
XL

Mezzo crudo e mezzo bollito, l'ambizioso affresco di Storia sotterranea d'America che De Niro, a 15 anni da Bronx, ha scelto di dirigere. Per quasi tre ore insegue l'ampio respiro di una sporca epica dei primordi detto spionaggio di Stato. Il volto velenoso dell'agente Cia Matt Damon, che mescola patriottardo idealismo e carrierismo cinico, si perde in una narrazione a spasso nel tempo.

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Il buon pastore del titolo è Edward Wilson, tra i fondatori della Cia, studente di poesia a Yale, reclutato nel 1939 dalla società segreta Skull and Bones per aiutare la nascente intelligence antinazista. Diretto e prodotto da De Niro, che dopo l'11 settembre ha cercato un copione sul sistema di controllo internazionale della democrazia americana, è una scatola cinese: nella storia dell'agente Wilson [...] Vai alla recensione »

Giulia D'Agnolo Vallan
Rumore

Tra il polonio che "silenzia" un ex agente del KGB a Londra e l'apparizione da Mata Hari che Valerie Plame ha fatto davanti al Congresso USA, le spie sono argomento d'attualità. E l'inevitabile paranoia generata da sei anni e mezzo di amministrazione Bush Jr. sta calando anche nell'immaginario. La si trova un po' da tutte le parti, dai visti Confessions of a Dangerous Mind e Syriana, a Breach, il recente [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Strano regista, De Niro. Il suo primo film non si muoveva dal Bronx. Il secondo abbraccia il pianeta intero da un punto di vista che vorrebbe essere privato, ma non può: quello di un atono e zelante agente Cia che a forza di sacrificare la propria vita alla ragion di Stato perde tutto su tutti i fronti. Per quasi tre ore (troppe), De Niro segue la vita sbagliata di Matt Damon su e giù attraverso i [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 febbraio 2007
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Fin dove può spingersi un agente della Cia per garantire l’ordine e la sicurezza del mondo? E cosa ha diritto di fare un ebreo in un lager per salvarsi, senza diventare un collaboratore dei suoi carnefici? Sono le domande poste da due film interessanti quanto diversi, costruiti entrambi intorno a quello che Borges chiamava “Il tema del traditore e dell’eroe”.

Matteo Bittanti
Rolling Stone

Quello della sorveglianza è il vero leit-motiv del cinema di oggi. il successo di Le vite degli altri, Breach, I figli degli uomini, The Departed e Red Road attesta che il controllo, o l'illusione di esso, è l'ossessione occidentale. Si aggiunge alla lista De Niro, che qui racconta la storia di un'agenzia che ha fatto della super-visione patriottica il suo imperativo categorico: la Cia.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Un mondo di ghiaccio. Conta solo l’efficienza, la fredda comprensione delle mosse dei nemici e dei tanti falsi amici. E l’universo dello spionaggio, quello che The Good Shepherd - L’ombra dei potere, di Robert De Niro, racconta con angosciata adesione. Perno della vicenda un uomo dall’intelligenza viva, dalla sensibilità profonda, che i casi della vita portano su, sempre più su, prima nell’Oss, l’intelligen [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

La Cia (Central Intelligence Agency), centrale americana di informazioni, spionaggio e controspionaggio, creata nel 1947 dopo la seconda guerra mondiale per gestire i guai della guerra fredda con l'Urss, commette o commetteva infamie, come sostiene la leggenda che la circonda? Sì, conferma The Good Shepherd. L'ombra del potere di Robert De Niro: poteva torturare durante gli interrogatori (malmenava, [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Storia di un patriottico mascalzone, L'ombra del potere - The Good Shepherd di Robert De Niro era in concorso al Festival di Berlino, città dove la Cia - di essa si parla nel film - è di casa da sessantadue anni, da quando ancora si chiamava Oss. Un po' meno remota è la sceneggiatura di Eric Roth, vecchia d'una dozzina d'anni, durante i quali è stata rimaneggiata a iosa, col risultato di portarla sullo [...] Vai alla recensione »

NEWS
CELEBRITIES
martedì 24 aprile 2007
Stefano Cocci

Dai videogames alla CIA in 5 mosse Forse è a causa della forte carica di sensualità ma si fatica a identificare Angelina Jolie nei classici canoni della moglie - tutta casa, cucina e cucito - o della madre.

winner
premio per il miglior contributo artistico
Festival di Berlino
2007
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