Signora

Partendo dall’avventura sentimentale di un amico - un capo del movimento studentesco, che nei 70 s’innamorò di una signora borghese, con conseguenze catastrofiche - Francesco Laudadio (La riffa, Persone per bene) modifica la storia, lasciando che l’amore trionfi, e soprattutto l’epoca, cogliendo l’occasione per una (utile) riflessione sul Ventennio.

Lei passa ignara tra pestaggi, arresti, invii al confino. Nessuna riflessione la smuove, solo la passione amorosa le fa proclamare davanti al re: Viva la repubblica. Nella Roma fascista degli anni Trenta e nella pianura Pontina, dove si sta costruendo la nuova città di Sabaudia, trova la sua ambientazione l’incredibile amore raccontato in Signora, il film di Francesco Laudadio.

In un certo senso è un peccato che la destinazione non fosse televisiva. La materia è ricca per un feuilleton che sarebbe potuto durare non la convenzionale ora e mezzo di un film per il cinema ma qualche decina di ore per il piccolo schermo. "Trionfali" anni Trenta, bonifica delle paludi pontine, construzione di Sabaudia. Sarah, moglie americana di un conte e titolare dell'impresa di costruzioni [...] Vai alla recensione »

Il ritorno alla regia dopo quasi dieci anni di Francesco Laudadio (fratello del direttore del Festival di Taormina) è una storia d’amore sullo sfondo di una delle imprese più vantate dal regime fascista: la costruzione di Sabaudia, trionfo dell’architettura razionalista, nelle Paludi Pontine. La “signora“ del titolo è una contessa cresciuta negli Usa e sposa di un architetto in carriera, che lavora [...] Vai alla recensione »