Cantando dietro i paraventi

Film 2003 | Drammatico 90 min.

Anno2003
GenereDrammatico
ProduzioneItalia
Durata90 minuti
Regia diErmanno Olmi
AttoriJun Ichikawa, Sally Ming Zeo Ni, Bud Spencer, Yang Li Xiang, Camillo Grassi, Makoto Kobayashi .
TagDa vedere 2003
MYmonetro 2,78 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Ermanno Olmi. Un film Da vedere 2003 con Jun Ichikawa, Sally Ming Zeo Ni, Bud Spencer, Yang Li Xiang, Camillo Grassi, Makoto Kobayashi. Genere Drammatico - Italia, 2003, durata 90 minuti. - MYmonetro 2,78 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 21 ottobre 2013

La magia del teatro riporta in vita, per il piacere di un ingenuo studente, la Cina e il suo Impero, e la bella vedova Ching che per vendicare il marito divenne di quell'Impero la più temibile nemica, grazie alla sua flotta di navi pirata. Ha vinto 4 Nastri d'Argento, ha vinto 3 David di Donatello,

Consigliato sì!
2,78/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,07
CONSIGLIATO SÌ
La piratessa Chang che mise a ferro e fuoco l'Impero cinese.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Un giovane ed ingenuo studente si ritrova per errore in un teatrino fuori mano, tra le cui sale è possibile inoltre comprare trasgressioni e favori sessuali. Il Vecchio Capitano - un Bud Spencer inedito - dal palcoscenico situato nell'ampia sala centrale sta raccontando le gesta di Ching, piratessa ai tempi della Cina imperiale. Ching era sposa di un prode corsaro che, per aver accettato di collaborare con l'Imperatore, era stato ucciso a tradimento. La vedova, incapace di accettare questo oltraggio, si era dunque messa a capo della flotta del defunto marito ed era divenuta il pirata più temuto della Cina. Olmi torna a misurarsi con la fiaba (ricordate "Il segreto del bosco vecchio"?) ma volge lo sguardo all'Oriente. E' una sperimentazione interessante quella che mette in atto il regista. Riaffermare l'attenzione ai temi che più gli sono congeniali esplorando un universo culturale e iconico estremamente distante. Non è un caso che il Vecchio Capitano guardi l'esterno all'inizio con un cannocchiale. Si può uscire dal chiuso del teatro solo grazie a uno sguardo inevitabilmente e consapevolmente distante da ciò che viene narrato. Questo è il pregio e un po' il vincolo di un film esteticamente molto raffinato ma che ha come bisogno di una struttura 'a scatole cinesi' (la città moderna al cui interno si trova il bordello al cui interno si trova il teatro da cui ci si apre verso il mondo)e ci si perdoni l'involontario gioco di parole. Olmi affronta poi per la prima volta in modo così netto una storia al femminile (con tanto di nudo integrale per quanto stilizzato) e sembra così affascinato dal mistero della donna da quasi temere di sciuparne la profondità. Così la poesia degli aquiloni e dello sguardo dei giovani (ivi compreso il ragazzo finito per caso nel bordello che perde la verginità ma acquista la sensazione dell'ignoto) è come frenata. E' come se quella feluca che vola via all'inizio del film fosse difficile da inseguire e raccogliere ma proprio per questo andasse comunque inseguita. Per ricordare a un mondo che lo dimentica spesso che 'dinanzi a un gesto gentile bisogna deporre la spada' perché la pace è un dono che si apprezza solo nell'intimità. Cantando dietro i paraventi appunto.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?
Recensione di Davide Morena
lunedì 10 novembre 2003

17esimo lungometraggio di Olmi in perfetto stile Olmi. In un bordello cinese di lusso si intrattengono i clienti, oltre che con i piaceri della carne, con quelli dello spirito: il Vecchio Capitano, barbuto e corpulento, rievoca sul palcoscenico le gesta della vedova Ching, che per vendicare il vigliacco assassinio del marito ammiraglio da parte dei suoi delusi committenti, diviene la più temuta piratessa che abbia mai solcato con la propria flotta i mari della Cina.
Cantando dietro i paraventi, come nella tradizione del regista bergamasco, è un film delicato e piacevole, raccontato con toni sommessi ma attraverso immagini fastose e spettacolari. I costumi sono molto ricercati, e così anche i primi piani che richiamano la fotografia classica (soprattutto per i corpi nudi); pochi ma suggestivi gli allargamenti di inquadratura sul panorama. La fotografia è molto efficace nel rendere l'asetticità del lusso di Corte contrapposta alla calda ed avvolgente atmosfera dei giacigli pirateschi. Affascinanti le navi dove si svolge gran parte dell'azione, così come il teatro-bordello calcato da un insolito Bud Spencer, di cui il film si serve per spostarsi dalla realtà attuale alla finzione della Cina imperiale. Del resto la distinzione tra i due livelli risulta nebulosa e qui sta forse uno dei limiti del film: ad esempio, all'inizio ci viene presentato un ragazzo che entra per errore nel teatro-bordello e ne diviene involontario cliente, prestandoci i propri occhi come prospettiva di lettura della storia rappresentata sul palcoscenico (e nel film). Invece finiamo rapidamente per perderne le tracce, col risultato che alla sua ricomparsa qua e là viene da chiedersi se abbia una vera funzione nel film. Il film, insomma, sarebbe stato esattamente lo stesso senza gli intermezzi nel bordello, che risultano a volte fuori luogo e del tutto superflui nell'economia della storia. L'omaggio di Olmi ai romanzi di avventura e alle storie picaresche appare troppo esplicito e persino un po' ammiccante, finendo per non coinvolgere mai lo spettatore fino in fondo nel racconto. Distacco accentuato ulteriormente dalla prevedibile scelta di Olmi di evitare completamente le scene di battaglia - doverose nei film di cappa e spada - per concentrarsi su una messa in scena dell'antico Oriente prettamente figurativa ma non sempre credibile, senza peraltro mai scadere nell'esercizio di stile fine a se stesso.
Nel complesso il film è dunque molto bello da vedere ma povero di emozioni che non siano legate al messaggio centrale (un atto di clemenza è a volte una dimostrazione di potere maggiore di una repressione violenta), sconfinando a tratti nella noia.

Sei d'accordo con Davide Morena?

CANTANDO DIETRO I PARAVENTI disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 20 aprile 2019
Great Steven

CANTANDO DIETRO I PARAVENTI (IT/FR/UK, 2003) diretto da ERMANNO OLMI. Interpretato da BUD SPENCER, JUN ICHIKAWA, SALLY MING ZEO NI, CAMILLO GRASSI, MAKOTO KOBAYASHI Un giovane ed ingenuo studente si ritrova per sbaglio in un teatrino fuori mano dove si comprano trasgressioni e favori sessuali. Un vecchio capitano andorrano sta raccontando le gesta eroiche della vedova Ching, piratessa ai tempi della [...] Vai alla recensione »

martedì 21 dicembre 2010
claudiorec

Non l'ho proprio capito! Noia assoluta!

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Noi siamo quel che siamo, e ciascuno faccia quel che deve». In queste parole della Piratessa Ching (Jun Ichikawa) risuona un’eco di quelle di Joanni in Il mestiere delle armii (2001). Al termine della una breve vita, divorato dalla cancrena, Joanni ripensa alla morte che egli stesso ha dato tanti. Sono stato soldato, dice: se fossi stato prete, con lo stesso rigore avrei vissuto da prete.

Alessandra Levantesi
La Stampa

Storia di una piratessa cinese ambientata sulla fine del 1700, girata per gli esterni sul montenegrino lago di Scutari e per gli interni in un immenso studio dell'ex Dinocittà sulla Pontina, Cantando dietro i paraventi può apparire quanto di più lontano dalla poetica di Ermanno Olmi. Un regista che ha cominciato come documentarista e ha sempre mantenuto nel suo cinema un saldo approccio con la realtà. [...] Vai alla recensione »

Gianni Canova
Duellanti

Ancora una volta, Ermanno Olmi canta. Canta e si nasconde. Si mette in disparte. Si ripara dietro la discrezione di un paravento metaforico (la Cina fiabesca e rarefatta della vedova Ching e dei suoi pirati) per modulare un timbro e un tono che non abbiano nulla a che vedere né con lo sfacciato narcisismo del chiacchiericcio mediatico né con le ostentate sicurezze di tanta parte del cinema contemporaneo. [...] Vai alla recensione »

Gabriella Gallozzi
L'Unità

Il «falconetto» che ha ucciso Giovanni dalle Bande nere è diventato ancora più grande. Ora è un potente cannone d'artiglieria navale puntato sulle fragili imbarcazioni della piratessa Ching che saccheggiano i mari della Cina. Al dunque, però, l'arma non spara. Colorati e fruscianti si alzano in cielo gli aquiloni dell'Imperatore per chiedere la resa alla combattiva «guerriera», divenuta filibustiera [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Che ci fa Bud Spencer su una nave pirata? E soprattutto, che ci sta a fare in un film di Ermanno Olmi? Cantando dietro i paraventi ci regala anche questa sorpresa: un ruolo triste e profondamente saggio per il bravo, anziano attore (vero nome Carlo Pedersoli) protagonista di tante innocue avventure in compagnia del fido Terence Hill. Qui è un capitano iberico al comando della nave di una piratessa, [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Da grande artista, Ermanno Olmi "ci fa". Fa l'ingenuo e, tornando sull'arte antica del ùmestiere delle armi ma virando verso il fiabesco, spezza in modo "impolitico" una lancia a favore del deporre le stesse - senza perdere l'onore - tramite la virtù salvifica del perdono. Sa insomma che le cose non vanno così, ma si guarda bene dal rinunciare al dire autorevolmente la sua da intellettuale fuori dal [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Il canto dolce d’una donna in una casa è un segno di pace, e se nella Cina del passato le cantatrici restavano invisibili dietro i paraventi era per salvaguardare una femminilità segreta. Però all’inizio di “Cantando dietro i paraventi” di Ermanno Olmi c’è una donna guerriera: Una ragazza nuda bellissima che danza o mima in palcoscenico un duello scattante con spade e pistola, ed è la prima volta che [...] Vai alla recensione »

Angelica Tosoni
FilmChips

Ermanno Olmi ritorna al cinema con un film che è un nuovo capitolo del suo percorso cinematografico-cristiano. Dopo avere esortato le platee di tutto il mondo a non costruire le armi, strumento di morte ne Il Mestiere Delle Armi, Il regista bergamasco incanta con una parabola sul perdono. Cantando dietro i paraventi narra le vicende della giovane piratessa Ching.

Natalia Aspesi
La Repubblica

Ci sarà una ragione alta se il rigoroso Ermanno Olmi ha realizzato un film spettacolare, apparentemente stravagante e infantile, in più per noi costoso (quasi dieci milioni di euro), tre anni dopo quel capolavoro solenne e straziante che è stato Il mestiere delle armi. E infatti: «È un progetto che ha preso le mosse almeno una decina d’anni fa, quando già si presagivano annuvolamenti, turbolenze, nell’umore [...] Vai alla recensione »

Gloria Satta
Ciak

Le acque limpide come uno specchio del lago di Scutari, trasformato nel mar della Cina dalla genialità di un cinema capace di pensare in grande, ma costretto a confrontarsi con le ragioni del budget. Lo sguardo dritto come una spada della donna pirata più famosa della storia, la vedova Ching, che dopo aver esercitato scorrerie infinite nel nome della vendetta, ora scopre il potere del perdono.

Emanuela Martini
Film TV

Ermano Olmi non finisce di stupire: infatti, chi si sarebbe aspettato, dopo il rigore austero e scarnificato di Il mestiere delle armi, la leggerezza colorata è intessuta di desiderio di questa fiaba piratesca? Cantando dietro i paraventi narra la storia della Vedova Ching, che per vendicare l’assassinio del marito divenne una temibile piratessa, una delle poche che aveva il coraggio di attaccare persino [...] Vai alla recensione »

Valerio Guslandi
Ciak

A 73 anni Olmi dimostra una freschezza stilistica e una voglia di sperimentare che dovrebbero insegnare molto a tanti giovani registi prigionieri della tecnica fine a se stessa. II mestiere delle armi prima e questo Cantando dietro i paraventi oggi ne sono la concreta e riuscita dimostrazione. La storia della donna diventata temibile piratessa nei mari della Cina è proposta ora in un doppio dvd da [...] Vai alla recensione »

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