La macchia umana

Film 2003 | Drammatico, 103 min.

Titolo originaleThe human stain
Anno2003
GenereDrammatico,
ProduzioneUSA
Durata103 minuti
Regia diRobert Benton
AttoriAnthony Hopkins, Nicole Kidman, Ed Harris, Gary Sinise, Abbe Lane Jacinda Barrett, Kerry Washington, Margo Martindale, Clark Gregg.
Uscitavenerdì 19 dicembre 2003
Distribuzione01 Distribution
MYmonetro 2,87 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Robert Benton. Un film con Anthony Hopkins, Nicole Kidman, Ed Harris, Gary Sinise, Abbe Lane. Cast completo Titolo originale: The human stain. Genere Drammatico, - USA, 2003, durata 103 minuti. Uscita cinema venerdì 19 dicembre 2003 distribuito da 01 Distribution. - MYmonetro 2,87 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 14 giugno 2021

L'amore impossibile tra un anziano professore (Anthony Hopkins) ed una giovane donna semi analfabeta. Da un romanzo di Philip Roth. Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office La macchia umana ha incassato 4,8 milioni di euro .

Consigliato sì!
2,87/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,24
CONSIGLIATO SÌ
Un preciso e duro attacco alla "correttezza" politica e all'ipocrisia americana.
Recensione di Alessandra Montesanto
Recensione di Alessandra Montesanto

Chi è Coleman Sirk? E' un insigne professore del New Engalnd College. La sua brillante carriera, però, viene rovinata da false accuse di razzismo. Inoltre nasconde un segreto. E' in crisi dal punto di vista personale e professionale, Coleman Silk; ma,ad un certo punto, incontra lo scrittore Zuckerman e una donna molto più giovane con cui inizierà una storia travolgente di sesso che esploderà fino alle estreme conseguenze.
Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Phillip Roth ed è ambientato nel '98, anno in cui l'America si occupava dell'Impeachment: il racconto cinematografico, come il libro, parla di un uomo che tenta di reinventare se stesso. Si scoprirà, infatti, che Silk era un ragazzo nero, ma dalla pelle chiarissima, negli intolleranti anni '40 che decide di divenatre un "bianco a tutti gli effetti" per godere di maggiore libertà e per non subire le discriminazioni razziali.
Il film, quindi, riflette sui temi dell'intolleranza, ma anche sul problema dell'identità e sull'indipendenza, la brutalità della società contemporanea, sul pregiudizio. Tutto questo attraverso la storia del protagonista che porta all'estremo l'ideale del self-made americano ( e che riguarda, ormai, l'ideale dell'Occidente in generale)con un chiaro riferimento all'impianto della tragedia greca classica caratterizzata dalla lotta dell'individuo nei confronti della comunità in cui vive per la propria libertà di essere ciò che vuole essere e del prezzo che questa lotta comporta.
Un preciso e duro attacco alla "correttezza" politica e all'ipocrisia americana.

Sei d'accordo con Alessandra Montesanto?
Recensione di Davide Morena
lunedì 29 dicembre 2003

A dover raccontare di cosa parlano i libri di Philip Roth, ci si potrebbe figurare un collage di tante istantanee che l'autore fa della sua vita vissuta e di quella sognata, attraverso i numerosi suoi alter ego letterari e tutti gli altri personaggi che popolano i suoi romanzi. Ne verrebbe fuori una variegata serie di situazioni costruite attorno a masturbazioni oscene, sodomie criminali, corruzione di adolescenti, perversione morale e indifferenza assoluta per tutto il mondo al di fuori del sesso frenetico. A raccontarlo così, però, potrebbe risultare difficile al nostro interlocutore afferrare le ragioni per cui Philip Roth è senza dubbio alcuno il più grande scrittore vivente, e non semplicemente un erotomane priapico - cosa che pure è, in effetti. Non è un'operazione facile riassumere la complessità letteraria dei libri di Roth, attraverso i quali traspare una personalità di autore ancor più complessa e sfuggente, mentre ancorata a dati sconvolgenti nella loro banalità: Roth è ebreo, americano, intellettuale. Una situazione tremenda, a vederla da una certa angolazione.
È bene chiarire che la trasposizione di Benton non ha un briciolo della genialità dello scrittore dalla cui penna sono nati Coleman Silk, il professore tutto d'un pezzo (sembrerebbe) ; Faunia, la ragazza delle pulizie che sfugge il proprio passato; Lester, l'ex marito che invece proprio non vuole dimenticarlo quel passato; Nathan, lo scrittore in crisi che crede di eludere la vita rintanandosi in montagna. È anche doveroso chiarire che un film non deve necessariamente rispecchiare il romanzo da cui è tratto, anzi, che è certo deprecabile la pedissequa trasposizione in immagini della parola scritta e che una versione cinematografica ha senso solo se sa dare altro rispetto al libro, non più o meno, ma altro. La macchia umana dà molto poco, oltre a perdere tanto: si adagia sui canoni della sceneggiatura "all'americana" per raccontare una storia che è troppo radicalmente atipica per stare dentro quei canoni; si affida a due attori che non hanno il minimo punto di contatto con i personaggi che interpretano (la bellezza glaciale della Kidman è quanto di meno calzante possa esserci con la sensualità bollente e irascibile di Faunia; Hopkins è una mummia ambulante che si fatica ad identificare con la sua esuberante versione giovane impersonata da un più brillante Wentworth Miller); trasuda una drammaticità e un romanticismo che risultano surreali e a tratti fastidiosi, deludendo le attese generate all'inizio del film in cui il 1999 viene introdotto come "l'anno del pompinismo" (del post-Levinski)...
Lasciate perdere, restatevene a casa a leggere un buon libro. Quale? State scherzando?

Sei d'accordo con Davide Morena?

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 28 maggio 2015
Ashtray_Bliss

La macchia umana è un film denso, sia dal punto di vista dei contenuti, che dei sentimenti. E' un film complesso, dalle mille sfaccettature e che si presta a molteplici interpretazioni, ma al di sopra di ogni cosa, è un film-manifesto, una protesta fulminante che non può e non deve lasciare impassibile lo spettatore, senza stimolarlo, spronarlo a pensare, riflettere, [...] Vai alla recensione »

domenica 5 luglio 2020
paolp78

Opera complessa che affronta tematiche delicate, spingendosi in profondità. L'operazione ambiziosa riesce con successo. A caratterizzare la pellicola si aggiunge un elemento sconvolgente che si manifesta senza essere preceduto da alcuna avvisaglia dopo circa un'ora, quando ormai sembra che la pellicola abbia esaurito la sua forza narrativa e si incammini verso uno strascicato finale. [...] Vai alla recensione »

mercoledì 29 aprile 2015
Onufrio

E' la voce narrante dello scrittore Nathan Zuckerman (Gary Sinise) ad introdurci nel racconto della vita di Coleman Silk (Anthony Hopkins) un professore costretto a dimettersi dall'Università in cui insegna per accuse di razzismo; per tale avvenimento muore la moglie a causa di un malore. Il professore stringe amicizia con Nathan e stringe una relazione sentimentale intrigante con la [...] Vai alla recensione »

martedì 28 aprile 2015
dario

E' la solita storia del contrasto fra libertà individuale e convenzioni sociali, esasperato dalla realtà americana, fortemente individualista. Philip Roth, nei suoi romanzi, prova ad uscire dalla rigidità puritana del sistema americano, ma lo fa con una dinamica ben diversa da quella del regista Benton. Quest'ultimo parte bene, ma poi fa fatica a sviluppare la storia, perde l filo, assume un tono solenne, [...] Vai alla recensione »

martedì 22 febbraio 2011
albydrummer

Una storia con tutti i migliori ingredienti,fascino,drammatico,commovente,...una storia importante che ti avvolge e fa capire sempre uno dei problemi del pianeta tra i paesi,tra le persone.quello del razzismo. Ottimo film e ben interpretato e ben girato con un pizzico di buona atmosfera.....

mercoledì 20 giugno 2012
Flatout

Nel 1998, costretto a dimettersi per una pretestuosa accusa di razzismo, il professor Coleman deve affrontare anche la morte della moglie: ne uscirà con l'amicizia con il giovane romanziere Zuckerman e soprattutto per l'amore con la complessata Faunia, che fa la donna delle pulizie dopo aver perso i due figli in un incendio. Ma le ossessioni dell'ex marito della donna, il veterano [...] Vai alla recensione »

domenica 24 ottobre 2010
Benson23

mi sarebbe piaciuto vederlo questo film, ma dato che si chiama la macchia umana e chi ha fatto la recensione in prima pagina ha praticamente rivelato quale sia effetivamente "la macchia" del protagonista, svelando così tutto il segreto cui gira intorno la trama del film mi risparmierò la visione. Complimenti per l'incompetenza di chi ha fatto la recensione... da oscar.

giovedì 13 novembre 2014
__JB__

Ma, oltre all'antiamericanismo da partito preso (quello sinistroide) di cui trasuda questo sito, c'è anche un po' di sesso nel film? Perchè, magari i professoroni cinematografici con la evve moscia non lo sanno, ma a noi metalmeccanici piacciono le parrucchiere in un turbine di sesso.

sabato 14 novembre 2009
Fulvia

3 stelle, non di più a questo film,che tutto sommato non è male. Forse da attori di quel calibro, come Antony Hopkins e Nicole kidman potevo aspettarmi qualcosina in più. La trama è avvincente, ma non ho pianto per la commozione, nessun colpo di scena mi ha provocato un brivido improvviso. E' un film che si lascia guardare,anche se a tratti mi ha lasciata molto perplessa.

venerdì 8 maggio 2015
TAMERLAN0

Il presagio della morte rende l'uomo libero

martedì 28 aprile 2015
kondor17

La recensione più infida che abbia mai trovato in mymovies, quella di questo film. Ho messo un paio di mi piace sul post da titolo "complimenti" di boston 23, che parla del succo a  fine script, nascosto da un modo di scrivere alquanto concorto. Quindi infido! Infido e contorto. Uno spoilerone coi fiocchi, insomma. Ficcato lì dietro, dove non batte il sole.

martedì 23 aprile 2013
paride86

Tratto dall'omonimo romanzi di Philip Roth, "La macchia umana" è la storia di un uomo ipocrita colpito, a sua volta, da una società ipocrita e violenta. Ampiamente depurato dalle sue inutili digressioni, il romanzo di Philip Roth emerge in tutta la sua tediosità, inutilmente abbarbicato in riflessioni che, con l'avanzare della storia, si contraddicono e compensano. I [...] Vai alla recensione »

lunedì 10 agosto 2009
albydrummer

...UNA STORIA INTENSA E AFFASCINANTE..BRAVI GLI ATTORI

lunedì 10 agosto 2009
albydrummer

bELLISSIMA STORIA

domenica 9 gennaio 2011
paperino

Non ho letto il libro che, come al solito, sarà migliore del film, ma ciò non toglie nulla al fatto che  , anche se un po' lento, il film è avvincente e i flashback molto ben inseriti nella sceneggiatura.Hopkins come sempre superbo e anche la Kidman anche se a volte la troppa bellezza e la fama " nuociono al personaggio" rendendolo poco credibile.

Frasi
L'azione è nemica del pensiero…
Una frase di Faunia Farely (Nicole Kidman)
dal film La macchia umana - a cura di viky
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

Esistono vari tipi di macchie nella Macchia umana, il dramma per star tratto dal romanzo bello e crudele di Philip Roth: macchie sulla coscienza, sulla fedina penale, nonché macchie meno metaforiche di sperma sui vestiti della stagista Monica Lewinsky, citata all'inizio del film come coprotagonista di un colossale caso d'ipocrisia collettiva. E' una vittima dell'ipocrisia l'anziano professore universitari [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un film da un romanzo di successo che si impone però soprattutto per i suoi due protagonisti, Anthony Hopkins e Nicole Kidman. Il romanzo. La macchia umana, appunto, è il terzo della «trilogia americana» di Philip Roth, lo scrittore che tanti consensi ottenne alla fine del Sessanta con Il lamento di Portnoy. Al centro un singolare personaggio, Coleman Silk, che, nonostante fosse afro-americano, aveva [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

A differenza dei negri di pelle nera, quelli di pelle bianca si sottraevano al razzismo, ma solo se rinnegavano la famiglia e rinunciavano a farsene una: un figlio avrebbe rivelato tutto. Negli Stati Uniti, da qualche decennio, la razza non è più una macchia, ma ciò non poteva più cambiare la vita ai nati negli anni Venti: troppo tardi per loro, che non potevano più passare dal rimuovere al rivendicare [...] Vai alla recensione »

Claudio Masenza
Ciak

Ambientato nel ‘98, quando l’America seguiva col fiato sospeso lo scandalo Lewinsk, il film di Robert Benton tratto dal best seller di Phlip Roth segue la storia di un professore universitario, Coleman Silk (Anthony Hopkins), allontanato dal suo incarico dopo un’ingiusta accusa di razzismo. il dolore uccide sua moglie e Silk trova prima conforto nell’imprevista amicizia con uno scrittore (Gary Smise) [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

L'elegantissima Nicole Kidman nella parte di una donna delle pulizie e mungitrice di mucche, è credibile? E’credibile l'inglesissimo Anthony Hopkins nella parte di un nero americano di pelle chiara che si finge bianco? Il clamoroso miscast, la scelta sbagliata degli interpreti, non è del resto il solo errore de La macchia umana: il regista Robert Benton ha banalizzato e ridotto a un assurdo pastrocchio [...] Vai alla recensione »

Elisa Venco
Duellanti

La prima e l'ultima scena del film si svolgono su una strada innevata, immacolata e insidiosa come la pagina bianca per uno scrittore. Ed è proprio in un modo analogo, attenendosi cioè a una lettura superficiale, scivolandovi sopra come su una lastra di ghiaccio che Benton affronta il libro di Roth. Vorrebbe magari raccontarne la profonda disillusione, scandagliare la falsa coscienza di un Paese ossessionat [...] Vai alla recensione »

Enrico Magrelli
Film TV

Voler essere liberi e diventare prigionieri (di se stessi). Essere bianchi come un giglio e pensare da schiavi: Coleman Silk, insigne professore del New England College, ha fatto ruotare la propria vita, l’ha imbastita intorno a una bugia, a un segreto. Una menzogna lascia tracce che fanno pensare (in una scena precisa) a Lo specchio della vita Altre bugie (Bill Clinton e la debordante Monica) lasciano [...] Vai alla recensione »

Franco Montini
La Repubblica

C’era una volta il western: oggi c’è l’eastern. Il cinema americano guarda a Oriente. Dimenticati i cowboys e le colt, vanno di moda i samurai e le katane. Cambiano gli scenari, con l’ombra dei Fujiama al posto dei Grand Canyon, i combattimenti all’arma bianca invece delle sparatorie, ma emozioni ed avventure sono molto simili, come l’ambientazione temporale, sempre la stessa: il XIX secolo.

winner
film dell'anno
AFI Awards
2004
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