La pianista

Film 2001 | Drammatico, 129 min.

Titolo originaleLa pianiste
Anno2001
GenereDrammatico,
ProduzioneFrancia
Durata129 minuti
Regia diMichael Haneke
AttoriIsabelle Huppert, Annie Girardot, Susanne Lothar, Benoît Magimel, Anna Sigalevitch Udo Samel, Cornelia Köndgen, Thomas Weinhappel, Georg Friedrich, Philipp Heiss, William Mang, Rudolf Melichar, Michael Schottenberg, Gabriele Schuchter, Dieter Berner.
TagDa vedere 2001
DistribuzioneBim Distribuzione
MYmonetro 3,79 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Michael Haneke. Un film Da vedere 2001 con Isabelle Huppert, Annie Girardot, Susanne Lothar, Benoît Magimel, Anna Sigalevitch. Cast completo Titolo originale: La pianiste. Genere Drammatico, - Francia, 2001, durata 129 minuti. distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 3,79 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 dicembre 2016

Un'insegnante di pianoforte, tutta conservatorio-casa, nasconde sotto la gelida scorza intellettuale, la perversione più pura. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, Al Box Office Usa La pianista ha incassato 1 milioni di dollari .

Consigliato assolutamente sì!
3,79/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,37
CONSIGLIATO SÌ
Un capolavoro scomodo, che non cerca compromessi consolatori.
Recensione di Marco Lombardi
Recensione di Marco Lombardi

Un film che non ti molla cuore e testa per un solo attimo, suscitando molti imbarazzi e paure. Non un film sul sesso bensì un affresco iperrealista sulla sofferenza umana. Solo la prima buccia della storia parla di carne e di sangue: un'insegnante di piano tutta conservatorio-casa (con la mamma anziana che favorisce la sua repressione interiore) nasconde, sotto la gelida scorza intellettuale, la perversione più pura. Si tratta dell'ennesimo film attraverso cui Haneke rappresenta lo scarto fra l'apparente equilibrio (felice) del mondo dei "benestanti" la violenza e il disagio che "stanno dentro". Un soggetto pericolosissimo che spesso rischia di cadere nel ridicolo, ma si sostiene grazie ad un costante spirito di sincerità ed urgenza. La Huppert, perfetta nella parte della donna algida, passa dal cinismo alla sottomissione femminile stile Lars Von Trier. Un montaggio spezzato ed interrotto, ed una fotografia lucida (per nulla consolatoria) confezionano uno splendido capolavoro di analisi di un'umanità forse al capolinea.

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Giancarlo Zappoli

Vincitore di ben tre premi al Festival di Cannes (tra cui quello ai due attori protagonisti) arriva sui nostri schermi un film che ha imbarazzato diversi spettatori all'estero. Parliamo de La pianista di Michael Haneke, regista tedesco considerato da alcuni un genio della cinematografia. La storia che ci propone, a partire da un romanzo di Elfriede Jelinek, è quella di un'insegnante di piano sulla quarantina, Erika Kohut, che vive con l'anziana madre che fa sentire pesantemente la sua presenza. La vitalità e la sessualità della donna sono costantemente represse al punto di essersi ridotta a provare piacere nel vedere film porno e, peggio, nel procurarsi ferite. Fino al giorno in cui un giovane allievo si iscrive ai suoi corsi e scoppia una passione folle e incontrollata. Che la porterà a scoprire desideri che credeva ormai cancellati. Isabelle Huppert, con un fisico minuto innervato da una tempra eccezionale, regge da grande attrice il peso di un personaggio che, per come agisce e reagisce, rischia spesso di andare oltre misura. Annie Girardot è una madre terribile che non augureremmo a nessuno, neanche al nostro peggior nemico.

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Recensione di Stefano Lo Verme

Erika Kohut è un'insegnante di pianoforte al Conservatorio di Vienna che abita ancora insieme alla madre e conduce una doppia vita: in apparenza è una donna rigida e irreprensibile, ma di notte si aggira fra peep-show e locali a luci rosse, dando sfogo alla propria morbosa sensualità. Finché l'incontro con Walter Klemmer, un suo piacente allievo che si mostra attratto da lei, non sconvolgerà l'esistenza di Erika.
Presentato al Festival di Cannes nel 2001, aggiudicandosi il Gran Premio della Giuria e i riconoscimenti per i due protagonisti (Magimel e Huppert), La pianista è tratto dall'omonimo romanzo dell'acclamata scrittrice Elfriede Jelinek, sceneggiato per la sua trasposizione dal regista austriaco Michael Haneke. Ambientato a Vienna ma girato in lingua francese (e con interpreti francesi), il film è uno scioccante viaggio tra le perversioni umane e i lati oscuri della sessualità, nel quale la regia fredda e realistica di Haneke riesce a trasfigurare lo stile crudo e tagliente delle pagine della Jelinek, dando vita ad un'opera carica di inquietudini che non manca di scuotere lo spettatore, grazie anche all'apporto di un cast eccellente impreziosito dalla presenza della veterana Annie Girardot.
La pellicola di Haneke è totalmente incentrata sulla figura di Erika Kohut, una professoressa di musica sulla soglia dei quarant'anni interpretata da una magistrale Isabelle Huppert; sempre gelida e controllata in ogni situazione, Erika è succube della possessività della madre (Girardot), con la quale divide la casa, e trascorre le proprie giornate dando lezioni di pianoforte a giovani studenti che atterrisce con la sua impietosa severità. Nella prima parte il film ci mostra la vita quotidiana di Erika, ma soprattutto ci introduce ai lati più segreti della sua psiche, dominata da inconfessabili frustrazioni che la donna tenta di sfogare attraverso il voyeurismo (frequenta cinema porno e peep-show, spia le coppie in intimità dai finestrini delle auto) e l'autolesionismo. Tutto cambia improvvisamente quando Erika conosce un nuovo allievo, Walter Klemmer (Benoît Magimel), ed inizia con lui un rapporto masochistico, mentre il ragazzo si innamora di lei lasciandosi coinvolgere nelle torbide fantasie dell'insegnante.
Sebbene la seconda parte della storia sia imperniata sulla relazione fra Walter ed Erika, il loro feroce sado-masochismo è espresso in senso psicologico, piuttosto che fisico (benché non manchino scene senza dubbio controverse, come la fellatio nel bagno del Conservatorio): Haneke, infatti, ci mostra come quello tra la pianista e il suo alunno sia principalmente un gioco di potere, nel quale i rispettivi ruoli di dominato e dominatore si sovvertiranno in maniera imprevedibile. E in fondo, si finisce per provare una certa compassione per il personaggio di Erika, che dietro un'ostentata freddezza si sforza di nascondere la sua fragilità ed un incolmabile senso di solitudine, rifiutandosi di sottomettere la sua intelligenza ai propri desideri. Non a caso, l'intero film si regge sulla straordinaria performance di Isabelle Huppert, premiata come miglior attrice al Festival di Cannes: i suoi sguardi silenziosi, l'espressività dei suoi sofferti primi piani, bastano da soli a comunicare un universo di emozioni, confermandola come una delle più dotate e talentuose interpreti del cinema europeo.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 25 settembre 2012
giugy3000

Molto raro, oserei dire praticamente quasi sempre impossibile trovare condensati in un calderone cosi eterogeneo turbamenti, angosce, amori diversi e violenza in una sola pellicola. In questo che è senza dubbio uno dei capolavori di Haneke si prova davvero di tutto; in queste esimie due ore e passa minuti  non si riescono a staccare gli occhi dallo schermo senza venire al contempo rapiti [...] Vai alla recensione »

domenica 10 aprile 2011
Dandy

Più che una discesa negli inferi della psiche umana,un tuffo sgradevole e implacabile tra i comportamenti di una donna che non sembra avere un'anima,e che instaura una sorta di relazione tra la fatica(o meglio la sofferenza) dell'eseguzione pianistica,richiesta e predicata ai suoi allievi,e i tormenti sessuali e non a cui si sottopone volontariamente.

venerdì 22 luglio 2011
Francesco2

Da quasi quindici anni, quando con "Funny Games" ha inferto (Ma per davvero?) un pugno nello stomaco a quella placida (Ma per davveo?) Austria, conosciuta per via dei Balletti di Vienna e dei desolanti telefilm di "Rex", Haneke è un nome che suscita elogi e critiche (Come quelle rivoltegli abbastanza spesso, ma non sempre, da parte di chi scrive).

venerdì 4 dicembre 2009
Jayan

Capolavoro perfezionista e freddo sulla patologia di una pianista benestante repressa da una madre opprimente ed esigente che non le permette di vivere la sua sessualità e i suoi amori. Un ritratto forse un po' surreale ma che visualizza in pieno alcune teorie della psicologia sugli effetti deleteri di un'educazione severa da parte della madre verso la figlia.

sabato 9 giugno 2018
Ennio

Haneke lo psicologo/pornografo non delude mai. Dopo “funny games” prosegue il suo viaggio nei recessi più oscuri (affascinanti?) dell'inconscio sensuale umano. Sicuramente una grande Huppert, ben supportata dai due co-protagonisti. Quello che stupisce ancor oggi, nelle critiche e nei commenti, sono le definizioni di “imbarazzo” “scandalo” su questo [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 luglio 2016
Garbatella Senese

  Un film che non ti molla. Cuore e testa, per un solo attico, suscitano molti imbarazzi e paure. Non un film sul "se so", bensì un affresco iperrealista sulla buccia. Parla di carpe e di sangue: un'insegnante di piano. Tuta conservatorio-casa che favorisce la sua pressione arteriosa, madre anziana nascosta sotto la gelida scorza [...] Vai alla recensione »

domenica 6 luglio 2014
Noia1

La guarigione di una pianista repressa dalle proprie perversioni malate attraverso un percorso spiazzante. Che Michael Haneke sia un regista particolarmente dotato è cosa risaputa, che sia anche piuttosto esplicito e crudo nei contenuti anche, eppure ogni sua opera è una novità assoluta e questo film straordinario non è altro che l’ennesimo tassello che definisce [...] Vai alla recensione »

giovedì 25 aprile 2013
gianleo67

Rigorosa ed intransigente, Erica è un'insegnante di pianoforte non più giovane che vive insieme all'anziana madre in una squallida e indolente cattività emotiva tra le lezioni private, i saggi al conservatorio e la grigia routine della vita domestica . Le attenzioni e l'interesse sentimentale di un suo allievo solleticano in lei l'istinto malsano di una perversa [...] Vai alla recensione »

sabato 24 settembre 2011
Viola96

"La Pianista",più che un film di immagini,è un film di suoni.Haneke,grandioso regista provocatorio quasi quanto Lars Von Trier,firma il suo film meno interessante e forse più lagnoso,chiuso nel perverso cinismo dell'iper-realismo cinefilo e chiuso dall'inossidabile stoccata hanekeniana.La morale dell'indagatrice e suadente storia è la solita:Sfuggire [...] Vai alla recensione »

sabato 26 febbraio 2011
nickcastle91

Mi scuso per il linguaggio forte utilizzato in questo commento. A Michael Haneke la vecchiaia non giova per niente, dopo gli interessanti "Benny's video" e "Funny Games", ci propone questa immondizia spacciata per film impegnato. Haneke è un cineasta che negli ultimi anni ha dimostrato di non saper far fronte ai temi che tratta.

domenica 12 settembre 2010
franco1944

Confesso che ho scoperto Haneke da poco e gia mi sto..intossicando||| incredibile questo regista! cosa mi sono perso! Non riesco a immaginare un regista nostro con tantissime doti. Vedere qualasiasi dei suoi film, e un marcia sul filo del rasoio: si può cadere e farsi molto male. Amo le scene con la cinepresa immobille, + come se gridasse: E ADESSO RIFLETTI!! / vedi CACHè) lo definirei il regista [...] Vai alla recensione »

domenica 2 febbraio 2014
pb80pb80

 Come diceva Roland Barthes, ci sono dei rituali mediante cui chi (crede) di fare cultura “alta” deve darsi un “marchio di fabbrica”. Nella letteratura, questo marchio era una volta il preziosismo stilistico: bisognava mettere in evidenza che è “scritto bene”, che si sta consumando della Letteratura con la Elle maiuscola.

martedì 31 marzo 2020
Tom Cine

Il cinema è un'arte e, come tale, offre anche (e giustamente)  la possibilità di esplorare la psicologia umana in tutte le sue ambiguità perché, come tutte le arti, mette al centro dell'attenzione l'essere umano. E' una regola alla quale non sfugge nessuna opera, di nessun tipo.  Molti film hanno messo ( e mettono ) l'accento sui lati più [...] Vai alla recensione »

sabato 8 dicembre 2018
Emanuele 1968

E la storia di una donna sessualmente repressa, vive con mamma e quanto pare non abbia neppure un amico, cosa alquanto strana per una donna. Non ho ben capito le esplicite immagini VM18 fuori luogo in un film drammatico. Film estroso come il mio amico che me la proposto, poi si chiede come mai resta sempre di più da solo, mah....?

sabato 17 agosto 2013
Cassiopea

Premetto che sono un'amante dei drammi psicologi, dei film impegnati e di tematiche "scomode", come quella proposta. Trovo che questo film avesse tutte le carte per essere fenomenale, ma non le ha usate bene. Mi sono davvero, sinceramente, annoiata. Scene di una lunghezza infinita, che quasi pregano di essere mandate avanti. Credo che la prima cosa che deve colpirti, emozionarti e affascinarti [...] Vai alla recensione »

martedì 27 settembre 2011
paperino

Non riesco a definirlo un capolavoro Carente  l'approfondimento psicologico della protagonista : non credo sia sufficiente a  giustificare la sua situazione mentale il fatto che suo padre sia pazzo  e neppure il rapporto asfissiante con la madre che mi ha ricordato subito lo stesso tipo di relazione disturbata ne  " Il cigno nero " , a mio parere film [...] Vai alla recensione »

Frasi
...Sognano di avere cose che non hanno, e si confortano con il bene e con il male. Ma poi al mattino sarà tutto svanito.
Una frase di Erika Kohut (Isabelle Huppert)
dal film La pianista - a cura di melì*
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Gelida, Erika Kohut (Isabelle Hupper) attende che Walter Klemmer (Benoit Magimel) entri nella sala da concerto. Poi - quando il suo stupratore s'è allontanato, irridente nella sua ostentata, tranquilla cortesia -, lei afferra il coltello da cucina che s'è portata in borsa e se Io conficca all'altezza del cuore, con un gesto preciso, rapido, feroce. Infine mentre il sangue le bagna di rosso il petto, [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

A suo tempo, nei resoconti dalla Croisette, definimmo La pianista con la coppia di aggettivi "bello" e "crudele", ravvisandovi uno di quei film difficili che ti lasciano un'impressione ambivalente, al confine tra l'ammirazione e il disagio. Qualcosa di simile dovette provare la giuria, che colmò di riconoscimenti (Gran premio, migliore attrice, miglior attore) il film di Michael Haneke, risarcendolo [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano.net

Premo speciale della Giuria e per l'interpretazione a Cannes, però non è una passeggiata romantica. Erika Kouht, con la faccia impassibile di Isabelle Huppert, insegna pianoforte al conservatorio di Vienna, ma la musica non scioglie la massa pietrificata dei suoi sentimenti, né attenua la nevrosi d'isolamento mantenuta dalla convivenza con una madre padrona e ossessiva.

Alberto Crespi
L'Unità

Il pubblico italiano ha scoperto Michael Haneke con Funny Games, ferocissima storia su due teppisti dandy che massacrano una famiglia in una linda villetta tirolese: Austria infelix allo stato puro, la violenza che si nasconde dietro le casette a schiera, qualcosa di simile a ciò che un altro austriaco, Ulrich Seidl, ci ha raccontato a Venezia nel durissimo Canicola.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Sommando gran premio della giuria e premio agli interpreti - la sempre brava Isabelle Huppert e il diafano Benoit Magimel- La pianista di Michael Haneke ha avuto troppo dall'ultimo Festival di Cannes solo perché si doveva placare la parte di giuria che, altrimenti, non avrebbe avallato la Palma d'oro alla Stanza del figlio di Nanni Moretti. La pianista gli è nettamente superiore, del resto, senza bisogno [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Fate la guerra, non fate l’amore. Il rovesciamento speculare di uno degli slogan portanti del ‘68: potrebbe essere questa la sintesi estrema di La pianista, dell’austriaco Michael Haneke. Allora la rivolta dei giovani ebbe tra i motivi conduttori la liberazione del "privato", l’utopia di una sessualità sciolta dalle catene, capace di vivere con gioia il proprio corpo; ora questo sogno infantile, spezzato [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

La pianiste, titolo così francese, è l'ultima provocazione di Michael Haneke, tornato umorista per fare a pezzi un Mito. Quello della santa trinità romantica (Schubert-Schumann-Beethoven) banalizzato e disinnescato dalla borghesia austriaca. Mito ridotto a idolatria. La pianista esegue il romanzo di Elfriede Jelkinek, penna devastante e scandalose della nuova generazione, che rompe il giocattolo dell'Alta [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Nella letteratura tedesca di declinazione austriaca c’è un filone «thomasbernhardiano», ultracupo quindi. È cittadino austriaco - ma nato a Monaco quando l’Austria era nel Reich - è Michael Haneke, regista che nel 2001 porta sullo schermo il romanzo di Elfriede Jelinek, La pianista (Einaudi). Questo film (dvd Bim) vince il Gran premio della giuria e il premio agli interpreti, Isabelle Huppert e Benoit [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Elfriede Jelinek, austriaca, è stata una delle intelligenze più ardite e acute della cultura femminista europea, una scrittrice brava, oltranzista, senza paura. Michael Haneke, austriaco nato a Monaco, sessantenne, è il regista algido e crudele di film come Funny Games o Storie. Insieme raccontano ne La pianista un personaggio mai visto prima: una quarantenne insegnante di pianoforte al Conservatorio [...] Vai alla recensione »

winner
gran premio della giuria
Festival di Cannes
2001
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miglior attore
Festival di Cannes
2001
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miglior attrice
Festival di Cannes
2001
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