Anno | 1984 |
Genere | Commedia musicale |
Produzione | USA |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Jonathan Demme |
Attori | David Byrne, Jerry Harrison, Chris Frantz, Tina Weymouth, Ednah Holt, Lynn Mabry Steve Scales, Alex Weir, Bernie Worrell. |
MYmonetro | 3,25 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Nel dicembre 1983 i Talking Heads si esibiscono al Pantages Theater di Hollywood. Jonathan Demme riprende il concerto e lo trasforma in un evento cinematografico. Al Box Office Usa Stop Making Sense ha incassato 4 milioni di dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Nel dicembre 1983 i Talking Heads si esibiscono al Pantages Theater di Hollywood. Jonathan Demme riprende il concerto e lo trasforma in un evento cinematografico (è il primo film musicale a impiegare la registrazione digitale in presa diretta) dove le canzoni della band newyorkese si fondono a una scenografia sviluppata in movimento. David Byrne è il primo a entrare in scena. Sul palco spoglio del teatro, con tanto di quinta in vista, il leader delle teste parlanti accende uno stereo portatile e armato di chitarra dà inizio allo show. Brano dopo brano si uniscono gli altri componenti della band che aggiungono, uno alla volta, il proprio tocco lasciando che la musica, da prima primordiale, aumenti di potenza e groove.
Stop Making Sense è considerato a oggi uno dei migliori esempi di film concerto insieme a L'ultimo valzer firmato da Martin Scorsese. Sebbene Demme non possieda la musicalità, il tempo e lo sguardo del regista di New York, New York, il lavoro svolto con i Talking Heads è raffinato e innovativo e mette in luce non tanto le proprie abilità come filmmaker quanto la personalità sfaccettata ed eclettica della formazione. Scegliendo di costruire - letteralmente - lo spettacolo man mano che il palco viene allestito, leader e regista adibiscono uno spazio-laboratorio dove poter liberare creatività ed estro. Benché il titolo provenga da un verso di "Girlfriend is Better", l'imperativo incarna perfettamente un concerto anticonformista che gioca con il nonsense in favore di uno show che si sviluppa fuori dagli schemi. Sfruttando la natura art rock delle teste parlanti, il timbro funk della backing band e la scenografia scarna ma essenziale del concerto, Demme immortala Byrne e soci mentre danno vita a un live pulsante, ricercato e originale. La macchina da presa segue i movimenti senza sgretolarne l'essenza, soffermandosi se necessario sugli strumenti, sui volti e sui corpi, catturando ogni centimetro dello spazio che li incornicia. Le luci progettate da David Byrne e dalla specialista Beverly Emmons e la fotografia di Jordan Cronenweth contribuiscono a trasformare il palco in un luogo mutevole che si conforma al mood musicale e alle bizzarrie del frontman di cui il ballo dinoccolato in abito oversized rappresenta uno dei momenti più alti della scaletta. Il pubblico è lasciato ai margini fino alle battute finali, quando l'inquadratura si posa sulle espressioni degli astanti lasciando che si intraveda l'estasi per un concerto dove, al di là del titolo, tutto ha senso e tutto torna.
Il regista de Il silenzio degli innocenti incontra il gruppo americano più innovativo, a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, del rock: i Talking Heads. Una performance registrata nel dicembre 1983 all'Hollywood's Pantages Theatre. Vediamo arrivare prima il leader David Byrne con la chitarra e poi via via gli altri musicisti. Si comincia con la musica acustica e si sale con il ritmo in un crescendo travolgente. Esperimento interessante anche per chi non è appassionato di rock.
Miglior concerto rock di sempre, a mio avviso.