Titolo originale | Det Sjunde Inseglet |
Anno | 1957 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Svezia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Ingmar Bergman |
Attori | Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Bengt Ekerot, Bibi Andersson Nils Poppe, Inga Gill, Maud Hansson, Inga Landgré, Bertil Anderberg, Andres Ek, Åke Fridell, Gunnar Olsson, Erik Strandmark, Ulf Johansson, Lars Lind, Benkt-Åke Benktsson, Gudrun Brost. |
Uscita | lunedì 5 novembre 2018 |
Tag | Da vedere 1957 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,14 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 5 novembre 2018
Il cavaliere Antonius Blok torna dalla crociata col suo scudiero. È stanco e deluso, demotivato e silenzioso. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Il settimo sigillo ha incassato 61,9 mila euro .
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Il cavaliere Antonius Block sta facendo ritorno al proprio castello con il suo scudiero dopo aver partecipato alla Crociata in Terra Santa. L'incontro con un personaggio dal mantello nero determinerà il resto del viaggio. Si tratta della Morte che accetta una sfida a scacchi rinviando quindi il suo compito. La partita ha inizio ma poi il viaggio riprende. Sul percorso Block incontrerà una coppia di attori con il loro bambino, una strega e altri personaggi. La peste intanto sta mietendo vittime ovunque.
"E quando l'agnello aperse il settimo sigillo, si fe' nel cielo un profondo silenzio di mezz'ora. E vidi i sette angeli che stavano dinanzi a Dio, e furono date loro sette trombe poi un altro angelo si fermò davanti all'altare con un turibolo e gli fu data gran quantità d'incenso. E allora il primo angelo die' fiato alla tromba, e ne venne grandine e fuoco misto a sangue e così furono gettati sopra la terra, e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, e fu arsa l'erba verdeggiante. E quindi il secondo angelo die' fiato alla tromba e una specie di grande montagna di fuoco ardente fu gettata in fondo al mare, e la terza parte del mare diventò sangue... E anche il terzo angelo die' fiato alla sua tromba. E dall'alto del cielo cadde una stella grande, ardente come fiaccola. La stella si chiamava Assenzio..." Con queste parole vengono tradotti i versetti 1-11 del capitolo 8 dell'Apocalisse di San Giovanni nella versione italiana del film.
È da qui che deriva il titolo che Bergman dà a uno dei film più noti in assoluto della sua filmografia. Perché moltissimi, prima o poi, hanno finito con il vedere la scena in cui il cavaliere Block gioca a scacchi con la morte ma anche molti non hanno mai visto il film per intero. Non hanno potuto quindi valutarne la complessità che non è riducibile a una sola, seppur emblematica, scena. Perché il regista svedese, figlio di un pastore protestante, si interroga a livello altissimo sul silenzio di Dio e su ciò che sarà dell'uomo dopo la sua dipartita da questo mondo ma lo fa attraverso una varietà di registri diversi. Mette a confronto le due letture dell'esistenza (cavaliere e scudiero) offrendo all'uno e all'altro argomentazioni ma amplia lo sguardo anche su altre tematiche.
L'artista che così bene ha saputo descrivere le tensioni della coppia contemporanea ce ne presenta una per cui vale la pena anche perdere la partita con la Morte pur di garantirle una via di fuga. Il regista teatrale riflette sul potere che la rappresentazione (anche dell'ultimo passaggio della vita) ha avuto in campo artistico. L'uomo 'politico' mostra la devastazione della peste ma pensa ad altre più recenti ed immani tragedie. In definitiva Il settimo sigillo si rivela, ad ogni rilettura, un testo decisamente poliedrico.
Il cavaliere Antonius Block, di ritorno dalle crociate in compagnia del fedele scudiero Jons, sul proprio cammino si imbatte nella Morte, che è venuta a prendere la sua anima; per guadagnare tempo, Block sfida la Morte ad una partita a scacchi, mettendo in palio la sua stessa vita. Intanto, durante il viaggio verso casa il cavaliere si imbatte in un'umile famiglia di saltimbanchi e decide di scortarli fino al proprio castello.
Presentato al Festival di Cannes nel 1957, Il settimo sigillo è stato il primo grande successo internazionale del mitico regista svedese Ingmar Bergman, l'opera che l'ha consacrato presso la critica e il pubblico come uno dei maggiori cineasti della nostra epoca. Tratto da un atto unico teatrale scritto dallo stesso Bergman, Pittura sul legno, e girato a basso costo in appena un mese, il film (il cui titolo è tratto da un verso dell'Apocalisse, riferito all'apertura dei sette sigilli nel giorno del Giudizio Universale) è entrato nell'immaginario collettivo soprattutto per la celeberrima partita a scacchi tra il protagonista e la Morte, rappresentata come una sinistra figura incappucciata e avvolta in un lungo mantello nero, secondo la tradizionale iconografia medievale; una scena cult che diventerà ben presto oggetto di citazioni e parodie, fra cui quella realizzata da Woody Allen nel suo Amore e guerra.
Ambientato nella Svezia del XIII secolo, il film è raccontato attraverso il punto di vista del cavaliere Antonius Block, interpretato dall'attore Max von Sydow (nome d'arte di Carl Adolf von Sydow), accompagnato dal suo scettico e agnostico scudiero Jöns (Gunnar Björnstrand). Block è un nobile e valoroso guerriero rientrato in patria dopo aver combattuto nelle crociate, il cui animo è però turbato da inquietudini esistenziali e domande alle quali non riesce a dare risposta. Tema centrale della pellicola è proprio la ricerca di Dio, un Dio invisibile che pare indifferente alle suppliche dei suoi figli. Ingmar Bergman dipinge un Medioevo oscuro e violento, con un paese sconvolto dalla pestilenza e dal caos nel quale imperversano il terrore e il fanatismo religioso, come evidenziano in maniera esplicita le sequenze del corteo dei flagellanti e della ragazza bruciata sul rogo sotto l'accusa di stregoneria. La narrazione alterna sapientemente i registri del tragico e del comico, grazie alla presenza di alcuni personaggi burloneschi e di intermezzi da commedia, fino a sfiorare addirittura il limite del grottesco. Non mancano inoltre numerosi simbolismi e richiami pittorici all'arte scandinava.
Come in moltissime altre sue opere, anche qui Bergman si interroga sui complessi temi della fede e del rapporto tra Dio e l'uomo, e sulla nostra naturale paura della fine e dell'ignoto, che qui trovano una suggestiva personificazione allegorica nella Morte (Bengt Ekerot). Eppure, Il settimo sigillo non è soltanto un film sulla morte, ma è innanzittutto una profonda riflessione sulla vita e sul suo significato. E Antonius Block, incapace di risolvere i propri dubbi su Dio e sull'anima, riceverà all'improvviso la risposta che attendeva grazie all'incontro con una comune famiglia di saltimbanchi, che nella loro semplicità e nel loro spirito di comunione fraterna riusciranno a dare un senso al suo percorso umano e spirituale; al punto che, in conclusione, Block sceglierà di sacrificare se stesso per consentire agli amici di sopravvivere. Indimenticabile il finale della pellicola, con la Morte che guida la processione dei defunti lungo il pendio di una collina, mentre i saltimbanchi osservano da lontano le loro sagome danzanti.
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“Il settimo sigillo”, premio speciale della giuria a Cannes ’57, è una delle opere più note del cinema. Una pellicola asciutta, ricca di immagini consegnate alla memoria collettiva; solenne e tragica; impreziosita da atmosfere metafisiche nonché da toni lugubri, funerei e religiosi, che esprimono un forte malessere esistenziale. Il cavaliere Antonius Block, ritornato in patria dalle crociate, gioca [...] Vai alla recensione »
Capolavoro inarrivabile e senza tempo, “il settimo sigillo” parla della vita e della morte, del “timore e tremore”, per citare Kierkegaard, che attanaglia l’uomo quand’egli si ponga il problema di senso esistenziale. Il cavaliere Antonius Block, di ritorno dalle crociate, trova ad aspettarlo la morte, con la quale compirà il suo ultimo viaggio , alla ricerca [...] Vai alla recensione »
In compagnia di Jons, uno scettico e disilluso e pragmatico scudiero (the squire), (Gunnar Björnstrand), il cavaliere Antonius Block (Max von Sidow) ha consumato quasi tutta la sua fede in Dio in guerra. Stanco e sfiduciato e infastidito dalla vita, credente ma assalito e tormentato e roso dal dubbio, torna dalle Crociate in Terra Santa. Si ritrova in un paese (la Danimarca, tra Roskilde e Illerod) [...] Vai alla recensione »
La nascita del cinema moderno e post moderno. Pochi film al di fuori di quelli prodotti dai grandi paesi hanno lasciato un’impronta simile sulla cinematografia. Adattamento di un’opera teatrale realizzata con vecchi costumi smessi da un teatro di provincia in un bosco vicino a Stoccolma il Settimo Sigillo opera di un passato lontano e molto distante dalla Svezia degli Anni Cinquanta il film di Bergman [...] Vai alla recensione »
TRAMA: Il cavaliere Antonius Block,di ritorno nel suo paese dalle crociate,inizia una partita a scacchi con la morte in persona e la sua vita è appesa a un filo...RECENSIONE:Questo film è certamente l'opera più famosa del grande regista Ingmar Bergman e difatti è proprio grazie a IL SETTIMO SIGILLO che a questo autore è stata riconosciuta una importante rilevanza internazionale.
Poetico ,intenso , drammatico,emozionante. La vita e la morte ,fragole appena raccolte e una partita a scacchi. L'inevitabile si puo' rimandare ma non per sempre. Tutto il film e' un'immensa opera teatrale, e forse l'unico appunto che si puo' fare e' che, in quanto tale, il ritmo dei dialoghi e dell'azione e' molto lento.
Definire "Il settimo sigillo" un capolavoro è perfino riduttivo. In questa pellicola del 1957 il geniale e taciturno Bergman riesce magistralmente a descrivere e ad esprimere i tumulti e i tormenti che l'animo umano da sempre si trova ad affrontare:la ricerca di Dio, la paura della morte, il senso e lo scopo delle fatiche della vita.
Il settimo sigillo....probabilmente non esiste un film più bello,struggente e angosciante sul tema del rapporto tra l'uomo e la morte.Con questo CAPOLAVORO ingmar bergman non solo si afferma come uno dei più grandi registi di sempre,che ha regalato al mondo decine e decine di capolavori intramontabili,ma scrive la storia del cinema,creando più di un film,un opera d'arte.Ingmar [...] Vai alla recensione »
Siamo in pieno Medioevo. Il cavaliere Antonius Block al ritorno dalle Crociate incontra la Morte. Ella gli si presenta bianca e vestita di nero, scaltra e riservata, annunciandogli che la sua ora è giunta. Antonius ha perso la propria fede, è ossessionato da quesiti a cui il mondo risponde soltanto con il silenzio, domande che rivolge alla stessa Morte affinché gli sveli i propri [...] Vai alla recensione »
Il cavaliere Antonius Blok incontra la morte e la sfida. Cerca di evitarla, allontanandola tramandole contro e sfidandola in una partita a scacchi dove lei diceva di essere imbattibile. Alla fine il protagonista, cavaliere che non crede in Dio ed ha fatto dell'egoismo uno dei suoi punti di forza nella vita, si rende conto di non poter aggirare la morte e farà in modo di sacrificare se stesso, piuttosto [...] Vai alla recensione »
Verboso, ridondante e macchinoso, il film più noto all'estero dell'immenso regista scandinavo si ispira ad una sua propria pièce teatrale per portare sullo schermo un bagaglio di inquietudini, timore e impressioni in grado di spaventare il più incallito dei cinici. Con la sua particolarissima messinscena in continua imitazione e straordinaria travalicazione dei modus operandi [...] Vai alla recensione »
Antonius Blok è un cavaliere che torna dalla Crociata stanco e deluso, insieme al suo scudiero. S'imbatte in un villaggio dove la peste dilaga. Timoroso della morte, decide di sfidarla a scacchi. Durante la partita s'imbatte in vari personaggi, tra cui una coppia di attori che gli infondono nuova fiducia nel prossimo. Ma la morte e la cupezza la fanno sempre da padrona.
Non è facile recensire un film di Bergman specialmente per uno più di gusti hollywoodiani che da cinama d'essai, comunque lo trovo veramente un ottimo film, bello nel suo bianco e nero che sembra di una vecchia pellicola con difetti delle vecchie sale d'oratorio di un tempo, ma che rende bene il suo effetto! Debbo comunque dire che, a mio parere, il personaggio più affascinante [...] Vai alla recensione »
Cos'è la morte? È l'unica certezza che si ha della vita. Ma se si vive per morire, come fa ad esistere un Dio, come fa ad essere così crudele? E non esistendo Dio non esiste nemmeno la vita dopo la morte, che già non avrebbe scopo: se vivere serve a morire cosa serve un'altra vita dopo di essa nella quale non si muore? E qui possono nascere riflessioni filosofiche [...] Vai alla recensione »
Una fotografia strabiliante ( questa si davvero meritevole )e un bianco e nero meraviglioso. Dal punto di vista strettamente formale è un film con alcuni passaggi perfetti,oltre che particolare,c'è chi paragona i primi piani dei volti ai ritratti di Durer,forse perchè Piera Detassis l'aveva fatto notare,a torto. Queste sono invece iconografie di tipo Mantegnano o ricordano piuttosto un Piero della [...] Vai alla recensione »
Una straordinaria fotografia e una regia a tratti perfetta non bastano a fare di questo film il celebrato capolavoro di cui si è chiacchierato. E' un'esperienza che si può dimenticare soprattutto per chi ha negli occhi i "saltimbanchi" di Picasso nel periodo rosa e quelli di Rilke nelle "Elegie duinesi" ,del resto oltre a quelli non si poteva andare.
"GLI UOMINI, NON AVENDO POTUTO GUARIRE LA MORTE, LA MISERIA, L'IGNORANZA, HANNO CREDUTO MEGLIO, PER ESSERE FELICI, DI NON PENSARCI" (Blaise Pascal - Pensieri, 168 B). [ ::: ::: ::: SE IL TEMPO TI SFUGGE, PUOI PASSARE OLTRE ::: ::: ::: ] ►► I DESTINATARI ◄◄ "Il Settimo Sigillo" del maestro Ingmar Bergman non è un film per te…!? • [...] Vai alla recensione »
Ho rivisto il Settimo Sigillo , dopo anni dalla prima volta. E' stato ancora più bello di quando da giovane. E' inutile parlare di questo grande film, i temi trattati sono universali. gli attori sono formidabili, secondo me bergmar supera se stesso. Vorrei ricordare l'ultima scena, prima del the end. Il saltimbanco, è un uomo semplica e buono e solo lui vede la danza [...] Vai alla recensione »
Se non l'avete visto, fatelo.
Il “settimo sigillo” è uno dei più potenti procedimenti drammatici conosciuti. Fascino sottile, di difficile comprensione per chi ragiona in termini di ritmo, azione e spettacolo. Ciò che da alcuni critici viene scambiato per noia è niente meno che meditazione profonda, quel particolare tipo di meditazione che alle parole preferisce i silenzi, i volti, i gesti, sorta di cerimoniale del pensiero di [...] Vai alla recensione »
Figurativamente uno dei film più affascinanti di Bergman - tratto dal suo atto unico "Pittura su legno" - il "Settimo sigillo" merita senz'altro la collocazione tra i capolavori del cinema che gli è stata tributata negli anni. Rimarranno per sempre nell'immaginario collettivo la morte incappucciata, resa con inquietante distacco da un formidabile Bengt Ekerot, la scena della processione dei flagellanti [...] Vai alla recensione »
questo film resterà nella storia del cinema
Ho visto " Il settimo sigillo " che ero una ragazzina ( io credo, come lo credevano i miei genitori) che la bellezza può essere compresa anche da ibambini. Ogni cinque o sei anni lo rivedo e sempre stupisco di come le domande che si pone Bergmar siano le mie domande e, alla fine quelle di tutti. Ho individuato alcuni personaggi che danno gioia e lietezza: il giullare è [...] Vai alla recensione »
il film che fa amare il cinema. uno dei migliori film di sempre
"GLI UOMINI, NON AVENDO POTUTO GUARIRE LA MORTE, LA MISERIA, L'IGNORANZA, HANNO CREDUTO MEGLIO, PER ESSERE FELICI, DI NON PENSARCI" (Blaise Pascal - Pensieri, 168 B). [ ::: ::: ::: SE IL TEMPO TI SFUGGE, PUOI PASSARE OLTRE ::: ::: ::: ] ►► I DESTINATARI ◄◄ "Il Settimo Sigillo" del maestro Ingmar Bergman non è un film per te…!? • [...] Vai alla recensione »
Vale sempre ribadire, all'inizio di ogni analisi estetica di un capolavoro, che qualsiasi interpretazione non rappresenta che uno tra i mille possibili sguardi sull'inesauribile ricchezza di un'opera d'arte. Indubbiamente in questa pellicola si staglia con apparente chiarezza la figura della morte. Essa tuttavia non rappresenta, come personaggio, che una proiezione della mente del protagonis [...] Vai alla recensione »
Impossibile non ritrovarsi in un film come questo, tanta è stata l'influenza che ha esercitato in molti campi dell'arte: dal cinema al fumetto. Bergman non ha piani, non ha risposte, tutto è dubbio (Dio, l'uomo, la storia). Bisogna accostarsi con umiltà ed un profondo amore per l'arte di fare cinema. Grazie allora al Maestro per averci regalato questa perla; [...] Vai alla recensione »
Un vero caposaldo di rappresentazione epica, un testo decisamente poliedrico
Bengt Ekerot, chi era costui? Davvero non so in quanti risponderebbero a questa domanda, eppure trattasi di uno dei nomi più importanti della storia del cinema.
Una volta partecipavo a un convegno, qualcuno lanciò l'idea di scegliere un fotogramma, uno solo, che rappresentasse tutto il cinema. Di tutti i paesi, di tutte le epoche. Fra le tante proposte alla fine si impose l'immagine del Settimo sigillo in cui Max Von Sidow gioca a scacchi con la morte. Ebbene Ekerot è la morte. Parto dunque da quell'icona, dalla luce contrastata, suggestiva, espressionista, col mare, le nubi incombenti, gli scacchi bianchi e neri, le figure metafisiche dell'umano e del sovrumano. Dunque: Ingmar Bergman uno dei più grandi artisti, al di là del cinema, del novecento.
A dieci anni dalla morte è in corso, allo Spazio Oberdan, una retrospettiva fino al 30 luglio, che propone sette titoli: Monica e il desiderio (1952), Sorrisi di una notte di mezza estate (1955), Il settimo sigillo (1956), Il posto delle fragole (1957), Luci d'inverno (1961), Il silenzio (1962), Sussurri e grida (1972).
Bergman è trasversale rispetto a tutte le culture e ai Paesi e non c'è dubbio che sia stato riferimento dei registi più importanti. Insieme a un cartello di maestri che possono essere contati sulla dita di una sola mano. Una citazione: Woody Allen in Manhattan nel suo pronunciamento "vale la pena di vivere per.." cita i film svedesi che non possono che essere quelli di Bergman. Autore, di perfetta cultura nordica protestante, ha raccontato quel dolore, quel mistero e quel sentimento. Dove la felicità era un'opzione praticamente irraggiungibile. Lo svedese, longevo, vorace nella sua ricerca e con un'energia infinita, tutto ha affrontato e raccontato. Per ragioni di spazio sono costretto a sintesi estreme. Parto da due "assoluti", titoli che fanno parte di tutte le classifiche nobili del cinema: Il settimo sigillo è un caposaldo di rappresentazione epica e di calligrafia cinematografica. Il paesaggio, la morte, la storia, le battaglie perdute, il mito, il dubbio su dio, la paura che "dopo" tutto sarà annullato.