This Is Us

Film 2016 | Commedia, Drammatico

Regia di Glenn Ficarra, John Requa, Sarah Pia Anderson, Helen Hunt, Ken Olin, George Tillman Jr., Craig Zisk, Silas Howard. Una serie Da vedere 2016 con Milo Ventimiglia, Mandy Moore, Sterling K. Brown, Chrissy Metz, Justin Hartley. Cast completo Genere Commedia, Drammatico - USA, 2016, - MYmonetro 4,14 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. STAGIONI: 6 - EPISODI: 106

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Ultimo aggiornamento venerdì 27 maggio 2022

Un gruppo di persone nate tutte lo stesso giorno conducono vite diverse ma intrecciate tra di loro. La serie ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 6 candidature agli Emmy Awards, 18 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 7 candidature e vinto 3 SAG Awards, 3 candidature a Writers Guild Awards, 1 candidatura a CDG Awards, 1 candidatura a Producers Guild, La serie è stato premiato a AFI Awards,

Consigliato assolutamente sì!
4,14/5
MYMOVIES 5,00
CRITICA
PUBBLICO 3,27
ASSOLUTAMENTE SÌ
Tra soap e family drama, tra Hitchcock e Pasolini, una serie senza eguali.
Recensione di Gabriele Prosperi
giovedì 26 maggio 2022
Recensione di Gabriele Prosperi
giovedì 26 maggio 2022

Il dramma familiare che ci ha accompagnato per sei anni, passando per la pandemia e narrando la storia della famiglia Pearson su tre archi temporali, volge al termine. La sesta stagione di This Is Us chiude le principali linee narrative e rimane coerente a sé stessa, seppur modificando alcuni regimi narrativi: abbiamo visto Kevin (Justin Hartley) maturare mentre Kate (Chrissy Metz) finalmente si assume responsabilità che mai avrebbe pensato di poter sostenere; la fragilità di Randall (Sterling K. Brown) si trasforma nella sua arma più efficace, mentre inevitabilmente il cerchio della vita, nel quale siamo entrati sei anni fa grazie a Jack (Milo Ventimiglia) e Rebecca (Mandy Moore), si chiude in un doloroso, e poi armonioso, finale di serie... diviso in due.

Parlare di This Is Us senza personalizzare il discorso è un'impresa impossibile, alla quale ho intenzione di rinunciare, sperando di non venir meno allo scopo di fare una critica oggettiva. Questo perché la serie ideata da Dan Fogelman impiega ogni elemento della soap e del family drama per introdurci all'interno di un sistema completo, una vita, anzi più vite narrate che fungono da specchio alle nostre.

Il titolo della serie, This Is Us, definisce saldamente il rapporto tra un noi, quello degli spettatori, e un noi, quello dei personaggi, rendendo labile il limite tra realtà e finzione, tra vita e narrazione.

I costanti salti temporali a cui la serie ci ha abituato servono proprio a questo scopo, a definire un legame tra ciò che guardiamo e ciò che viviamo, certamente idealizzando la narrazione - un po' come facciamo, dopotutto, quando pubblichiamo una foto su Instagram. Nei social network siamo soliti proporre un'immagine di noi stessi alterata, ideale, il più positiva possibile - in psicologia diremmo un sé ideale, definizione che si presta bene alla famiglia Pearson. Ma attenzione, le immagini ideali di questi personaggi - padre, madre, figlio, figlia - non sono affatto perfette, anzi, indugiano costantemente nelle loro debolezze, nelle loro fragilità. La famiglia Pearson è ideale nella misura in cui le imperfezioni diventano significative e circostanziate agli eventi del passato.

In sei stagioni This Is Us ha vinto il nomignolo Twist Is Us proprio per la sua capacità di mostrare in maniera diretta le vulnerabilità di questi personaggi: l'ansia di Randall dovuta a un'eccessiva richiesta di impegno a sé stesso, l'inerzia di Kevin nell'assumersi delle responsabilità e la bassa autostima di Kate sono solo alcuni degli strumenti narrativi utilizzati. Nulla di nuovo rispetto al genere narrativo, se non fosse che ognuno di questi elementi identitari diviene un collante tra passato, presente e futuro, ovvero saliente per definire l'identità di ogni personaggio. Identità tutt'altro che semplici, che hanno introdotto nella soap nuovi temi e complessi sistemi relazionali, dall'adozione alla perdita di un figlio, dalla morte di un genitore all'obesità.

Attraverso il passaggio temporale, il flashback in This Is Us ha perso il suo scopo informativo (tornare indietro per avere un'informazione in più) e assunto una nuova finalità, quella di determinare una connessione tra ciò che è avvenuto e ciò che avviene. I salti temporali in questa complessa soap opera hanno sempre uno scopo significativo, definendo un raccordo e mostrando un'evoluzione che, al massimo, solo nella terza età siamo in grado di intuire o scorgere.

Eppure, la sesta stagione sembrerebbe tradire il sistema di connessioni, di ricordi che si intrecciano per dare senso agli eventi di una vita intera, in quanto diventa stranamente più lineare. Ci spostiamo ancora nel passato ma notiamo, sempre più spesso, man mano che ci avviciniamo alla fine del racconto - e della vita di un personaggio - che il ricordo si fa continuativo, perde il suo carattere episodico, viene meno il tema "di puntata" che dava modo a chi racconta di selezionare quei momenti della vita più salienti, al fine di riempire un gigantesco puzzle identitario.

Nella sesta stagione di This Is Us notiamo momenti del passato che non si concludono e che proseguono nei flashback della puntata successiva. La connessione tra una puntata e l'altra, allora, si fa più stringente, richiede un tempo più veloce di visione: dobbiamo vedere, spasmodicamente, cosa accade dopo, anche nel passato, perché le informazioni salienti fornite non sono sufficienti. Il ritmo, perciò, incalza dalla prima alla diciassettesima puntata, consci dell'esito di questo racconto, di dove ci ritroveremo - al capezzale di Rebecca - ma con una fame di informazioni del tutto nuova. Se prima gli eventi erano centellinati di stagione in stagione (ricordate dopo quanto tempo abbiamo scoperto in che modo morì Jack?), ora il tempo sembra sfuggire al controllo di chi racconta, con una fortissima tendenza alla morte, quasi morbosa, del personaggio che più ha permesso una continuità tra il passato di una famiglia che nasce, il presente instabile di una coralità di persone e il futuro certo caratterizzato dalla fine (di una vita e del racconto). Questa necessità è ancora specchio reale, vivido, di una nostra condizione esistenziale: quella della morte.

Una fine che non si prospettava, non si voleva o poteva realmente considerare in un formato narrativo che mira, al contrario, a una continuità, a superare anche la morte con addirittura episodi di resurrezione (o pseudo-resurrezione: dalla madre biologica di Randall allo stesso Jack, entrambi non morti come ci aspettavamo). Eppure, sappiamo che "Rebecca deve morire", che quel personaggio avrà un termine e che i ricordi di lei, vissuti in prima persona, dovranno essere in qualche modo "smontati".

Pasolini scriveva che la morte compie un montaggio della nostra vita, in quanto "sceglie i suoi momenti veramente significativi e li mette in successione, facendo del nostro presente, infinito, instabile e incerto, e dunque linguisticamente non descrivibile, un passato chiaro, stabile, certo, e dunque linguisticamente ben descrivibile. Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci." Per Pasolini il montaggio operava sul film quello che la morte opera sulla vita, così come il montaggio, in questa serie, di una miriade di ricordi non può che volgere a quello scopo (e in questo This Is Us ricorda piacevolmente Six Feet Under).

Come dicevo, ho bisogno di personalizzare la recensione: non sono mai stato un amante del dramma familiare, per ragioni soggettive e di gusto personale, eppure mi ritrovo qui a dare le mie prime cinque stelle proprio a una serie televisiva che appartiene a questo genere. Ma non mi stupisce: This Is Us è non solo una serie dal sapore strambamente pasoliniano, è anche una serie hitchcockiana, perché gioca tra due sistemi informativi. Riprendendo le parole di Hitchcock, "Il mistero è quando lo spettatore sa meno dei personaggi del film. La suspence è quando lo spettatore sa più dei personaggi del film." La serie di Fogelman si muove costantemente tra questi due regimi informativi, mostrandoci le vite di personaggi che sanno sempre più di noi riguardo agli eventi del passato ma che non conoscono ancora, come noi, il legame significativo tra ciò che è avvenuto e ciò che avviene. Nella sesta stagione questo articolato sistema che si muove tra mistero e suspance (familiare, drammatica, esistenziale) viene meno e siamo spostati nel futuro, ovvero in un nuovo presente in cui le informazioni che hanno i personaggi sono le stesse che abbiamo noi. In altre parole, né i "noi personaggi", né i "noi spettatori" sappiamo cosa accade dopo la morte.

La mimesi tra narrazione e realtà, tra vita reale e vita narrata, che aveva connotato in maniera astratta tutta la serie, si concretizza in una vera sovrapposizione; se prima, in maniera astratta, la crescita di queste figlie e di questi figli era la nostra maturazione verso una vita adulta, responsabile, consapevole, ora la morte di Rebecca è la morte di nostra madre, che concretamente avviene per chiudere il cerchio di queste vite. La serie si conclude anch'essa in continuità: così come i flashback non sono più autosufficienti e devono proseguire nell'episodio successivo, anche la morte di Rebecca - che non è spoiler rivelare - non si conclude nel pianto, nel twist emotivo (twist is us) che porta sempre a una rivelazione. Il finale si scinde così nei due ultimi episodi, dove solo dopo aver versato tutte le lacrime per la morte di "nostra" madre possiamo finalmente descrivere il nostro presente.

Sei d'accordo con Gabriele Prosperi?
Episodi: 18
Regia di Ken Olin, Chris Koch, Glenn Ficarra, John Requa, Kevin Hooks, Anne Fletcher, George Tillman Jr., Rebecca Asher, Milo Ventimiglia, Jessica Yu.

La conclusione della serie creata da Dan Fogelman

Recensione di a cura della redazione

Il dramma familiare che ci ha accompagnato per sei anni, passando per la pandemia e narrando la storia della famiglia Pearson su tre archi temporali, volge al termine. La sesta stagione di This Is Us chiude le principali linee narrative e rimane coerente a sé stessa, seppur modificando alcuni regimi narrativi: abbiamo visto Kevin (Justin Hartley) maturare mentre Kate (Chrissy Metz) finalmente si assume responsabilità che mai avrebbe pensato di poter sostenere; la fragilità di Randall (Sterling K. Brown) si trasforma nella sua arma più efficace, mentre inevitabilmente il cerchio della vita, nel quale siamo entrati sei anni fa grazie a Jack (Milo Ventimiglia) e Rebecca (Mandy Moore), si chiude in un doloroso, e poi armonioso, finale di serie... diviso in due.
Episodi: 16

La quinta stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

Continuano le vicende della famiglia Pearson. La narrazione si sviluppa attraverso flashback sulle origini della famiglia, e flashforward che rivelano le sorti dei Pearson, anticipandole rispetto al tempo narrativo presente. La quinta stagione deve fare i conti con il grande litigio scoppiato tra Randall (Sterling K. Brown) e Kevin (Justin Hartley), mentre Kate (Chrissy Metz) e Toby (Chris Sullivan) hanno deciso di allargare la loro famiglia. Scopriremo anche il progredire della malattia di Rebecca (Mandy Moore), e cosa ne sarà dello zio Nicky (Griffin Dunne).
Episodi: 18

La quarta stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

Nel passato, il rapporto tra Jack e Nick viene ulteriormente approfondito, così come il contrasto tra il giovane Jack e la famiglia di Rebecca, che non lo ritiene all'altezza della figlia. Il tema del trauma e della dipendenza continuano a essere centrali: agli Alcolisti Anonimi, che frequenta con lo zio Nick nel presente, Kevin lega con la marine Cassidy Sharp, in crisi col marito; Kate e Toby hanno qualche problema comunicativo; Randall ricomincia a soffrire di attacchi di panico, come da adolescente. I flashback esplorano il lutto della famiglia Pearson, alcuni momenti importanti della crescita dei "Big Three". Parallelamente, nel presente le figlie di Randall sperimentano le prime questioni di cuore.
Episodi: 18

La terza stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

Dopo due stagioni che sono state capaci di reinventare il genere family drama, un calo fisiologico, quantomeno nell'engagement degli spettatori, c'era da aspettarselo. Nonostante la ripetitività atemporale di alcuni schemi comportamentali e meccanismi familiari, le linee narrative dei protagonisti continuano a intrecciarsi in una storia di resilienza su più livelli, calibrata da dialoghi appassionati che ancora una volta permettono lo sviluppo di un rapporto empatico tra gli spettatori e i personaggi. Accanto al racconto inedito sulle vicende del Vietnam che hanno coinvolto Jack e suo fratello, si sviluppano i drammi presenti dei suoi figli, impegnati a far funzionare le loro vite e a gestire i fantasmi del passato.
Episodi: 18

La seconda stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

La stagione presenta dei toni più cupi rispetto all'aura di amorevole spensieratezza emanata dai primi episodi della serie: Kate cerca di fare i conti con i sensi di colpa per la morte di suo padre e i timori legati alla gravidanza; Randall e Beth devono gestire la delicata situazione post-adozione; mentre, nel passato, Rebecca deve affrontare il lutto per la perdita del marito e supportare i suoi figli.
Episodi: 18

La prima stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

Jack e Rebecca Pearson avrebbero dovuto avere tre gemelli ma, quando il terzo bambino non sopravvive al parto, la giovane coppia decide di adottare Randall, un neonato di colore che era stato abbandonato e portato in ospedale quello stesso giorno. La premessa, per quanto inusuale, non si discosta più di tanto da quelle di tanti altri family drama, genere ampiamente declinato in tutte le sue forme dalla televisione nostrana e d’oltreoceano. La caratteristica emblematica della narrazione di This Is Us risiede nella gestione di tale premessa, sviluppata attraverso un montaggio che ripercorre in ordine non sequenziale le vicende della famiglia Pearson. All'interno del pilot, la nascita dei bambini, nel 1980, viene alternata a scorci del presente, in cui Kate, Randall e Kevin si apprestano a festeggiare separatamente il loro 36° compleanno.
PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 19 gennaio 2022
dcega

La serie è costruita molto bene, con continui intrecci tra passato e presente. Fa molto pensare perchè ben rappresenta il fatto che ogni azione che si compie avrà una ripercussione in ciò che inevitabilmente accadrà nel futuro. Gli attori sono poi molto bravi per cui ritengo la serie una delle mie preferite.

winner
miglior attore in una serie televisiva drammatica
Golden Globes
2018
winner
miglior attore in una serie televisiva drammatica
Critics Choice Award
2018
winner
premio per il miglior cast serie tv drammatica
SAG Awards
2018
winner
premio per il miglior cast serie tv drammatica
SAG Awards
2019
winner
miglior attore in una serie televisiva drammatica
SAG Awards
2018
winner
programma televisivo dell'anno
AFI Awards
2019
winner
programma televisivo dell'anno
AFI Awards
2018
winner
programma televisivo dell'anno
AFI Awards
2017
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