Empire of Light

Film 2022 | Drammatico, +13 119 min.

Regia di Sam Mendes. Un film con Olivia Colman, Micheal Ward (II), Tanya Moodie, Hannah Onslow, Crystal Clarke. Cast completo Genere Drammatico, - USA, 2022, durata 119 minuti. Uscita cinema giovedì 2 marzo 2023 distribuito da Walt Disney. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,91 su 33 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 23 febbraio 2023

Inghilterra, 1981. Una donna costruisce la propria felicità attorno a una sala cinematografica in declino. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 4 candidature a BAFTA, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Empire of Light ha incassato 415 mila euro .

Consigliato sì!
2,91/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,53
PUBBLICO 3,20
CONSIGLIATO SÌ
Anche Sam Mendes cede alla malinconia in un'opera dove a brillare è sopratutto la performance di Olivia Colman.
Recensione di Marzia Gandolfi
sabato 3 dicembre 2022
Recensione di Marzia Gandolfi
sabato 3 dicembre 2022

Margate, 1981. Tempi duri per la Gran Bretagna, precipitata nella recessione e scossa da un razzismo endemico. Il cinema è la sola via di fuga. Svettante come un faro lungo la costa inglese, l'Empire brilla di mille luci e indica la via agli spettatori di buona volontà. Costretto a chiudere due delle sue quattro sale, questo maestoso cinema in declino è gestito da Mr. Ellis, che di elegante ha solo il titolo. L'anima del suo esercizio è Hilary, segretaria coscienziosa, dedita alla professione e attenta ai suoi 'dipendenti', diretti come una famiglia. Uscita spezzata da un esaurimento nervoso, sta riprendendo lentamente a vivere. Hilary naviga a vista tra proiezioni, a cui non assiste mai per eccesso di zelo, e una relazione tossica con Ellis, che 'abusa' della sua infelicità. Ma a cambiare le cose arriva Stephen, un giovane ragazzo nero che prova subito empatia per Hilary. A colpi di biglietti staccati, Hilary e Stephen si avvicinano, teneramente, appassionatamente. Insieme incarnano un futuro migliore per la Gran Bretagna.

Con Empire of Light, Sam Mendes sente soprattutto il bisogno di tornare alla sua 'infanzia', in un gesto retrospettivo condiviso recentemente, dettaglio affatto trascurabile, con altri autori della sua generazione: Quentin Tarantino (C'era una volta a... Hollywood), Paul Thomas Anderson (Licorice Pizza), James Gray (Armageddon Time).

Dopo 1917 Mendes ritorna agli anni della sua formazione ma Empire of Light non è strettamente autobiografico, si ispira piuttosto alla musica, ai film e al clima politico che hanno influenzato la sua adolescenza, il cinema soprattutto. Mendes non celebra per forza quello 'maiuscolo' ma quei film popolari che danno forma ai nostri ricordi e sono indelebilmente associati ai passaggi della nostra vita.

Come James Gray ma a un'altra latitudine, Mendes rivisita la disillusione degli anni Ottanta attraverso la relazione sentimentale tra una donna bianca e un ragazzo nero. Entrambi realizzano una sintesi emotiva di un momento storico decisivo: il passaggio agli anni Ottanta, che porterà al potere Ronald Reagan e Margaret Thatcher, spazzando via le speranze e le utopie dei decenni precedenti. Se in Armageddon Time il legame tra due compagni di classe, di nuovo uno bianco e l'altro nero, guadagna tutto nel lungo periodo, in Empire of Light l'amicizia tra Hilary e Stephen è schematica e ridotta alle sue premesse. Il personaggio di Michael Ward è più simbolico che approfondito e il trattamento del tema razziale sbilanciato sull'artificio drammatico (la sequenza che coinvolge una gang violenta e razzista).

Ma Mendes sa bene come rendere sensibile l'invisibile: il confronto carico di tensione tra Stephen e un cliente odioso basta da solo a rappresentare la violenza della disuguaglianza. L'ambizione dell'autore inglese è di guardare negli occhi i tradimenti silenziosi di un Paese che non ha voluto ascoltare e saputo guardare, l'Empire proietta Nessuno ci può fermare diretto da Sidney Poitier, un messaggio di diversità in un clima brutale e razzista. Ma le forze sociali che in America lavorano per rimettere ognuno al proprio posto, il protagonista afroamericano scompare dal quadro per vivere come un'ombra nelle regioni della cattiva coscienza bianca, in UK mettono a tacere la sensazione di ingiustizia scrivendo favole puramente liberali dove anche i marginali possono trovare il loro centro.

La perdita di innocenza di un'intera generazione si accomoda in un gioiello vintage ubicato in una città costiera, grigia e impermeabile. Una sala che col calo di incassi ha già spento due schermi. Mendes rispolvera una meraviglia art déco di pannelli di legno burlato e velluti rossi, un cinema abbandonato a Margate. La geometria superba della sala è accentuata dalle composizioni simmetriche di Roger Deakins, direttore della fotografia e collaboratore frequente di Mendes.

Un luogo di memoria vivente per una Olivia Colman stellare, che inveisce contro la crudeltà e legge Auden col rossetto sui denti. Nient'altro nel film ha l'impatto drammatico della sua performance, una montagna russa emozionale in picchiata sul suo volto. Piena di una vulnerabilità vibrante, si illumina o registra un affronto il tempo di un respiro. La sua Hilary ha sovente l'espressione afflitta, si risveglia alla vita con dosi di litio e approfitta della vita allacciando un compagno occasionale nella danza o stringendo un legame solidale coi suoi colleghi, giovani e punk. Unica eccezione, il proiezionista stagionato di Toby Jones che rende credibile il suo amore per la professione e i meccanismi complessi della cabina di proiezione.

La sceneggiatura, tuttavia, enfatizza e accumula affermazioni altisonanti su fasci di luce, fotogrammi statici, illusione del movimento..., che assomigliano più a 'studiate' dichiarazioni autoriali. Perché Mendes inserisce i suoi personaggi in un momento storico definito non solo dal thatcherismo e dalla violenza cieca degli skinhead, ma dal cinema in sala. Tra Momenti di gloria e Oltre il giardino, ultimo ruolo di Peter Sellers, che assomigliava già al suo fantasma, Empire of Light 'proietta' tutte le ambiguità, sociali e cinematografiche, di un'epoca in cui le sale morivano con gli uomini e con gli idoli.

Diversamente dai suoi colleghi, Sam Mendes si limita a una constatazione amara. La malinconia per lui non è un terreno in cui piantare il germe di un cinema nuovo ma uno "stato della mente" in cui crogiolarsi e prolungare il lutto di un'arte fragile. Una maniera come un'altra di resistere al proprio tempo e alle piattaforme.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 8 marzo 2023
Ludovico Morandi

Film del 2022 scritto e diretto da Sam Mendes, ambientato nel 1980 in Inghilterra il film racconta la vita di Hilary Small, direttrice di un cinema sulla costa orientale. Essa soffre di depressione ma l'incontro con Stephen, il nuovo bigliettaio, sembra dargli una nuova energia.   Il film brilla di una fotografia ammaliante dall'alta vividezza e una regia che (esteticamente) [...] Vai alla recensione »

domenica 12 marzo 2023
paolp78

Pellicola sentimentale con risvolti drammatici, diretta magistralmente sul piano formale dal bravissimo Sam Mendes, che con quest’opera torna ad un cinema complesso molto simile a quello della sua pellicola d’esordio, “American Beauty”, dal quale invece l’autore inglese si era distaccato con i film più recenti. Mendes tratta tematiche di impegno sociale e denuncia [...] Vai alla recensione »

sabato 22 aprile 2023
gabriella

 Un'altra dichiarazione d'amore al cinema, una forma più sommessa di Chazelle e meno spettacolare di Spielberg, del resto, nel film di Sam Mendes la vicenda è ambientata negli anni 80, in una cittadina del Kent, nel Regno unito, periodo turbolento dal punto di vista politico e sociale, una crisi reale e percepita che fotografa l'identità smarrita di un popolo. Vai alla recensione »

giovedì 17 agosto 2023
francesca meneghetti

 Quando vidi il trailer, mi attrasse la fotografia, che enfatizzava la vista sul lungomare, a partire da un cinema in decadenza, l’Empire. Si intuiva poi che questa era la scena in cui si sviluppava una storia d’amore tra due persone molto diverse tra loro, entrambe segnate dalla solitudine: Hilary, vicedirettrice dell’Empire, cinquantenne, e Steven, un giovane nero che non è [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 marzo 2023
Eugenio

Il tempo che passa e l’aura dannata del cinema con le sue pellicole in grado di fermare in maniera immemore qualcosa che scorre via ineluttabile. Sam Mendes e il suo omaggio al cinema, che fa un po' come il fabelmans di Spielberg senza autocitarsi e in fondo risultando più vero, i sommi capi di un Empire of light, sua ultima fatica.

mercoledì 20 marzo 2024
giupili

E' un film sulla solitudine la malattia mentale il razzismo ma anche sulla solidarietà l'empatia l'amicizia. Discreto ma Mendes ci ha abituato a cose migliori. A tratti si fa fatica a continuare la visione. Belle le intepretazioni di Colman e Ward.

mercoledì 20 marzo 2024
giupili

vedendo il film ho avuto le stesse sue impressioni

giovedì 20 aprile 2023
Fra18

La difficolta' di imparare a sognare,  questo e' il messaggio di Mendes. Un film divinamente diretto da Mendes e illuminato da Roger Deakins, magnificamente interpretato da una Colman in stato di grazia, da brividi. Soltanto la sua performance vale l'intero prezzo del biglietto.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 17 marzo 2023
Ada Guglielmino
Cinemonitor.it

Una storia malinconica, commovente e un'ode al cinema. Sam Mendes torna agli anni Ottanta della sua adolescenza per narrare il peso delle relazioni in tempi strani e turbolenti.Hillary è la manager del magnifico Cinema Empire, un salotto Art Deco nella cittadina di Margate, che ha conosciuto tempi migliori quando le sue quattro sale erano tutte attive.

giovedì 16 marzo 2023
Luca Baroncini
Gli Spietati

Sam Mendes dirige un film molto personale in cui cerca di trasmettere il suo amore per il cinema, inteso anche come luogo della memoria in cui cercare consolazione dalle insidie del quotidiano. La scritta "trova la luce nell'oscurità" ci avvisa a inizio film; "è materiale prezioso", dice il proiezionista riferendosi alle bobine dei film. Per immergerci nella nostalgia del suo sentire il regista, anche [...] Vai alla recensione »

sabato 11 marzo 2023
Claudio Fraccari
La Voce di Mantova

È ancora imperiale nel nome, ma in declino. Nel 1981, a Margate, l'Empire è un cinematografo che ha dovuto però chiudere due delle sue quattro sale. A dirigere è l'appassita Hilary (altro nome antifrastico), reduce da un ricovero ospedaliero che l'ha segnata; deve assumere psicofarmaci, è zelante quanto solitaria e silenziosa; il proprietario Mr. Ellis abusa della sua remissività, ottenendo da lei [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 marzo 2023
Roy Menarini
Roymenarini.it

Maltrattato perché erroneamente paragonato a The Fabelmans (quando in verità non c'entra niente). La sala cinematografica di Mendes è principalmente lavoro: i commessi sono depressi o bullizzati, e la tenerezza tra due esclusi serve principalmente a un affresco intimo e storico sui primi anni della Thatcher. Poi c'è anche la parte tornatoriana della proiezione salvifica, ma tutto sommato attutita dalla [...] Vai alla recensione »

domenica 5 marzo 2023
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Nel 1980, quando Sam Mendes aveva quindici anni, l'Empire proiettava The blues brothers. Così il regista inglese ricorda all'inizio di Empire of light (Gran Bretagna e Usa, 2022, 115'). Esiste davvero, dal 1935, lo splendido cinema nelle cui sale vivono le storie di Hilary (Olivia Colman, ottima), Stephen (Micheal Ward) e degli altri che vendono i biglietti, puliscono fra le poltrone e stanno in cabina [...] Vai alla recensione »

domenica 5 marzo 2023
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Molti film hanno fatto di un cinema, inteso come sala, il perno del racconto. Pochi hanno tralasciato lo schermo, il gioco di ombre e riflessi acceso dallo spettacolo, per concentrarsi sul personale del cinema stesso. È quanto fa il sempre eclettico Sam Mendes (da "American Beauty" a "1917" da "Era mio padre" a "Skyfall"). Anche se la prima parola di "Empire of Light" è "popcorn", solo in extremis [...] Vai alla recensione »

domenica 5 marzo 2023
Paolo Fossati
Giornale di Brescia

La lieve e potente relazione tra Hilary e Stephen è come una primavera, sboccia sulle rime del - citato - poeta Philip Larkin. I due si conoscono lavorando in un cinema multisala sulla costa meridionale inglese, nel 1980. Lei donna di mezza età dalla salute mentale in bilico, lui giovincello bersaglio di pregiudizi razziali. Fuori monta la violenza skinhead, dentro risplende la grazia delle pellicole, [...] Vai alla recensione »

sabato 4 marzo 2023
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Inghilterra primi Ottanta, governa la Thatcher. Un cinema come set principale, le storie delle persone che ci lavorano. Olivia Colman mattatrice ha qualche problema mentale, ogni tanto la ricoverano, il direttore Colin Firth la convoca in ufficio ed è una scusa per farsi fare un servizietto, il giovane e nero Michael Ward è il nuovo assunto e agli skinhead non sta simpatico, diciamo.

sabato 4 marzo 2023
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Potremmo per un po' fare a meno di Olivia Colman? Trovarle una parte comica, o almeno grottesca come in "La favorita" di Yorgos Lanthimos? Con le lacrime ha stancato, anche se perfino Wired Italia - una rivista che parla di nuove tendenze e tecnologie, non di nostalgie sentimentali - loda l'attrice per "il corpo, la voce, la straripante umanità" prestati alla protagonista di questo film.

sabato 4 marzo 2023
Gloria Sanzogni
La Gazzetta di Parma

Da quando le grandi piattaforme di streaming si sono imposte sul mercato, sempre più persone preferiscono la comodità di una fruizione domestica, che ha tanti vantaggi, ma anche il difetto di non restituire a pieno la vera magia dell'immersione totalizzante percepibile solo in sala. «Empire of light», l'ultimo film del regista britannico Sam Mendes, si pone in continuità con i precedenti di Sorrentino, [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 marzo 2023
Serena Nannelli
Il Giornale

"Empire of Light" di Sam Mendes, uscito ieri nelle sale, è una delusione. Pur avendo una superficie estetica splendida, la sceneggiatura si regge su una storia mai avvincente i cui eventi drammatici si legano in maniera un po' fasulla. Una nota stonata nella melodiosa filmografia di Mendes ("American Beauty", "Era mio padre", "1917" solo per citare alcune opere), imputabile probabilmente al fatto che [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 marzo 2023
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Ancora un film sul cinema, come luogo, e sulla fine di un modo di viverlo e di un'epoca. Denso di nostalgia e di affetti laceranti. Il cinema come teatro della vita. Peccato che con "Empire of light" Sam Mendes si confermi uno dei registi più sopravvalutati degli ultimi decenni (a parte "Skyfall", che è davvero bello, perché Mendes si mette al servizio di 007 e non viceversa), con un racconto un po [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 marzo 2023
Clarisse Loughrey
The Independent

Il nuovo film di Sam Mendes è ambientato nel 1981, in un cinema di Margate, nel Regno Unito, che si chiama Empire (che non esiste nella realtà). E racconta una storia d'amore che sembra basata soprattutto sul dolore. Hilary (Olivia Col- man) è una donna di mezza età, sola e con dei problemi psichiatrici. Stephen (Michael Ward), molto più giovane, è il figlio d'immigrati dai Caraibi alle prese con il [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 marzo 2023
Francesco Bonfanti
Close-up

È dolce, è amaro tornare ai vecchi tempi. Soprattutto se sono Momenti di gloria di un'arte che sta passando un presente così così. Seguendo un trend degli ultimi anni - C'era una volta a... Hollywood (Tarantino), Licorice Pizza (Anderson), Babylon (Chazelle) etc - Sam Mendes torna ai tempi in cui il cinema magari non se la passava benissimo ma ancora qualcosa contava, e non lo fa per cullarsi nella [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 marzo 2023
Chiara Borroni
Cineforum

Il nuovo film di Sam Mendes, con una Olivia Colman impeccabile (ma anche un po' prevedibile) nel dar corpo alla fragile e scossa Hilary, è un monumento alla nostalgia del cinema in pellicola, alla retorica della grana, dell'odore, della materia delle immagini, alla rumorosa poesia della cabina di proiezione, al rito della condivisione, all'esperienza, alla magia del cinema.

giovedì 2 marzo 2023
Marina Visentin
Cult Week

Inghilterra, 1981. In una cittadina affacciata sul mare, l'Empire svetta come un faro. È una grande, lussuosa sala cinematografica che ha visto giorni migliori e per sopravvivere ha dovuto chiudere due delle sue quattro sale, ma ancora resiste. Anche se il suo declino è ormai irreversibile, è ancora in grado di illuminare i dintorni, e con le sue luci e il suo calore sembra capace di offrire un riparo [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 marzo 2023
Alice Sforza
Il Giornale

Empire of light sembra il titolo di un film avventuroso. Invece. «l'Impero della luce» non è altro che la sala cinematografica, sempre più in crisi e, ormai, fonte di ispirazione per tutti i registi. Spielberg, Chazelle e ora Sam Mendes, come a voler invocare il «si stava meglio quando si stava peggio» della settima arte, uno sguardo nostalgico sempre rivolto al passato, ai suoi odori e riti, perché [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 marzo 2023
Alessandra Levantesi
La Stampa

E' a Margate, cittadina marinara del Kent cara al pittore William Turner, che Sam Mendes ha scelto di ambientare Empire of Light, firmando per la prima volta anche il copione. Il motivo? Nei problemi di fragilità mentale della protagonista ha rispecchiato quelli di sua madre. Ciò detto Hilary (una stratosferica Olivia Colman) è un personaggio di pura invenzione: una donna sola, dolce e manipolabile [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 marzo 2023
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Primi anni '80 a Margate, costa sud-est inglese, echi di Thatcher, razzismo, poeti e punk cattivi: la responsabile del cinema Empire (Colman, lei vale il biglietto) vive tra depressione e qualche felicità tra colleghi. Il declino della sala ha spinto il regista di American Beauty e Skyfall a cercare nella nostalgia un riscatto almeno sentimentale, costringendo un po' i personaggi a seguire le sue intenzioni [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 marzo 2023
Alessandra De Luca
Avvenire

Nei primi anni '80 Hilary, una donna alle prese con problemi di salute mentale, gestisce con molta dedizione un vecchio cinema sbiadito in una cittadina costiera dell'Inghilterra. Quando ai dipendenti si aggiunge Stephen, un giovane di origine africana che sogna di fuggire dalla provincia per studiare architettura al college, per la malinconica signora che trascorre le sue giornate al botteghino cambia [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 marzo 2023
Antonello Catacchio
Il Manifesto

Dreamland, terra di sogni. Si chiamava così un parco divertimenti con tanto di sala cinematografica a Margate nel Kent. Una sala sontuosa, in di- suso da tempo. Lì, in quella terra di sogni, Sam Mendes ha deciso di ambientare il suo nuovo film Empire of Light. Un grandioso monumento al cinema, agli strumenti che lo hanno reso possibile e alle persone che ci hanno lavorato.

giovedì 2 marzo 2023
Marco Contino
Il Mattino di Padova

La vena malinconica e autobiografica che ha già influenzato Alfonso Cuarón (Roma), Paolo Sorrentino (È stata la mano di Dio), Alejandro González Iñárritu (Bardo) e, da ultimo, Steven Spielbeg (The Fabelmans), pulsa anche per il regista britannico Sam Mendes, nel suo ultimo film "Empire of Light". Anche per lui, i ricordi intimi e personali si mescolano ad una storia (inventata) di integrazione per [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 marzo 2023
Luca Pacilio
Rumore

Sam Mendes firma la sua opera nostalgica sulla sala cinematografica come luogo di una liturgia irreplicabile altrove, un canto d'amore nei confronti di un'esperienza condivisa che l'evolvere dei tempi e delle tecnologie (oltre alla pandemia, ovviamente) hanno messo sempre più in discussione. Lo fa attraverso lo spettro del passato, con un occhio privilegiato ai film della British Renaissance soprattutto [...] Vai alla recensione »

mercoledì 1 marzo 2023
Jacopo Russo
Asbury Movies

Hilary (Olivia Colman) è responsabile nel cinema Empire, situato nella costa meridionale inglese e gestito dal signor Ellis (Colin Firth). Le sue mansioni riguardano pulire la sala dopo gli spettacoli, vendere i biglietti, controllare gli ingressi degli spettatori, cui vendere occasionalmente anche bibite e pop corn: tutti compiti che svolge diligentemente a fronte di un'esistenza del tutto solitaria. [...] Vai alla recensione »

mercoledì 1 marzo 2023
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

Mi sbaglierò, ma ho l'impressione che con "Empire of Light", nelle sale da giovedì 2 marzo con la Disney, l'inglese Sam Mendes abbia voluto girare, forte del potere contrattuale di cui gode a Hollywood dopo due 007 e "1917", un film piccolo e personale, fuori moda, forse un po' autobiografico. Diciamo, molto schematizzando, il suo "Splendor", che pure resta il film più brutto di Ettore Scola e tuttavia [...] Vai alla recensione »

martedì 28 febbraio 2023
Roberto Manassero
Film TV

Empire of Light è una fantasia personale di Sam Mendes (classe 1965) dedicata agli anni della sua formazione. Siamo nel 1981, a Margate, sud-est dell'Inghilterra, in una grande sala cinematografica (l'Empire) che dà lavoro a parecchie persone, dal proprietario al proiezionista ai vari addetti alla gestione di biglietteria e sala. La celebrazione del cinema è duplice, sia in quanto luogo di un'esperienza [...] Vai alla recensione »

venerdì 24 febbraio 2023
Emanuele Rauco
La Rivista del Cinematografo

Dopo un trittico di film spettacolari (i bondiani Skyfall e Spectre, e il virtuosistico 1917), Sam Mendes ha deciso di riconciliarsi con un cinema più intimo e personale, pur senza sfociare nell'autobiografia, come hanno fatto recentemente molti suoi colleghi, da Cuarón a Spielberg. Empire of Light infatti è ambientato negli anni '80 e ha come fulcro, sia perché ne è lo sfondo principale, sia perché [...] Vai alla recensione »

venerdì 17 febbraio 2023
Valentina Di Nino
Today

Un microcosmo immobile mentre tutto intorno cambia velocemente viene scosso dalle conseguenze dell'incontro tra una donna di mezza età con problemi di salute mentale e un ragazzo nero in cerca della propria strada. Il tutto con l'aiuto della potenza salvifica del cinema. "Empire of Light", il nuovo film del regista premio Oscar Sam Mendes, esce in sala in Italia il 2 marzo.

giovedì 2 febbraio 2023
Alessandro De Simone
Ciak

Inizio anni Ottanta, una cittadina della costa meridionale dell'Inghilterra. L'Empire è l'elegante cinema del luogo, sul cui schermo si avvicendano i grandi film dell'epoca. Tra il foyer e i saloni in disuso scorrono invece le vite di Hilary, la responsabile di sala, e Stephen, un giovane assunto da poco che ha un sogno da realizzare in un difficile presente per il paese.

sabato 3 dicembre 2022
Fabio Vittorini
Duels.it

Dopo gli ipercinetismi virtuosistici ed effettistici di Skyfall (2012), Spectre (2015) e 1917 (2019), con Empire of Light (2022) Sam Mendes torna alle atmosfere intimiste di Revolutionary Road (2008) e American Life (2010), senza rinunciare alla grandeur della messa in scena e all'opulenza fotografica che ormai sono diventate la sua cifra distintiva.

sabato 3 dicembre 2022
Donato D'Elia
Quinlan

Alla crisi della sala cinematografica come luogo sociale, artistico ed esperienziale, specie dopo l'anno e mezzo abbondante di chiusure e aperture a singhiozzo per la pandemia, si cerca di porre rimedio in ogni modo; l'industria cinematografica, seppur pachidermica in molti casi e sotto l'assalto di giovani e forti nemici come pirateria e piattaforme, sta reagendo comunque meglio dell'industria musicale, [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 dicembre 2022
Simone Emiliani
Sentieri Selvaggi

La polvere che passa attraverso la luce e va verso lo schermo. I rumori nella cabina di proiezione con le foto delle star attaccate sulle pareti. Sam Mendes fa un viaggio nostalgico nel proprio passato prima di tutto attraverso la fisicità della sala. La pulizia dopo la proiezione, il bancone dei popcorn e delle bibite, le vetrate d'ingresso, i biglietti staccati agli spettatori.

NEWS
TRAILER
martedì 6 dicembre 2022
 

Regia di Sam Mendes. Un film con Olivia Colman, Colin Firth, Toby Jones, Tom Brooke, Hannah Onslow. Da giovedì 2 marzo al cinema. Guarda il trailer »

TORINO FILM FESTIVAL
sabato 3 dicembre 2022
Marzia Gandolfi

Anche il regista cede al ritorno all'infanzia e alle riflessioni sullo stato del cinema. Al TFF e dal 2 marzo al cinema. Vai all'articolo »

TRAILER
mercoledì 9 novembre 2022
 

Regia di Sam Mendes. Un film con Olivia Colman, Colin Firth, Toby Jones, Tom Brooke, Hannah Onslow. Da giovedì 2 marzo al cinema. Guarda il trailer »

TRAILER
domenica 28 agosto 2022
 

Regia di Sam Mendes. Un film con Olivia Colman, Colin Firth, Toby Jones, Tom Brooke, Hannah Onslow. Da giovedì 2 marzo al cinema. Guarda il trailer »

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