Pallottole su Broadway

Film 1994 | Commedia, 98 min.

Regia di Woody Allen. Un film Da vedere 1994 con Jennifer Tilly, John Cusack, Chazz Palminteri, Tracey Ullman, Jack Warden, Rob Reiner. Cast completo Titolo originale: Bullets over Broadway. Genere Commedia, - USA, 1994, durata 98 minuti. Uscita cinema giovedì 16 febbraio 1995 distribuito da Filmauro. - MYmonetro 3,26 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 febbraio 2020

Presentato alla Mostra di Venezia. David Shayne, un giovane drammaturgo, vuole sfondare a Broadway. Per avere i soldi necessari per la sua commedia de... Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, ha vinto un premio ai Golden Globes, 2 candidature e vinto un premio ai SAG Awards, Al Box Office Usa Pallottole su Broadway ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 3,9 milioni di dollari e 86,1 mila dollari nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,26/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,02
CONSIGLIATO SÌ

Presentato alla Mostra di Venezia. David Shayne, un giovane drammaturgo, vuole sfondare a Broadway. Per avere i soldi necessari per la sua commedia deve sottostare a un gangster, che impone l'attrice. Si tratta di una vera incapace e quando Helen Sinclair, star del teatro un po' appassita, le viene affiancata, si sente profondamente offesa. Un po' in tono minore, ma è sempre un "Allen".

Giancarlo Zappoli

David Shayne è un giovane drammaturgo idealista che non vuole scendere a compromessi per fare carriera. Sembra però finalmente prospettarsi l'occasione per mettere in scena a Broadway un suo testo. Il finanziatore (siamo negli Anni Venti) è il gangster Nick Valenti il cui unico interesse è quello di far debuttare in teatro la sua amichetta Olive, una ballerina di fila, dal Q.I. basso e dalla voce decisamente sgradevole. La compagnia non è delle migliori ma tutto potrebbe funzionare in modo discreto. La protagonista, Helen Sinclair, è stata una grande diva e conserva tutti gli atteggiamenti da star. Nonostante il suo essere costantemente sovratono riesce a far invaghire di sé David che lascia la propria compagna che gli è stata a fianco nei periodi più neri. Intanto Olive si prende troppa confidenza con il primattore e c'è il rischio che la guardia del corpo che Valenti le ha messo alle calcagna, Cheech, racconti tutto al proprio capo. Cheech è tutti i giorni in platea a leggere il giornale ma anche ad ascoltare. Ogni tanto fa delle osservazioni sul testo che, accolte, ne migliorano la qualità.
Progressivamente David si lega a Cheech che riesce a dargli il polso di ciò che il pubblico può apprezzare. Il testo subisce profonde modificazioni e, ormai, il vero autore è il guardaspalle. Cheech però ha un problema: non può permettere che Olive, con la sua incapacità assoluta, rovini il "suo" spettacolo. La porta in un luogo in cui classicamente avvengono le esecuzioni degli indesiderati e la uccide. Verrà scoperto e diventerà bersaglio degli ex colleghi. David otterrà il successo ma, contemporaneamente, deciderà di lasciare lo spettacolo e di tornare dalla propria compagna.
Legato da anni al capo della Orion Mike Medavoy (il presidente dell'Orion Bill Bernstein si era visto affidare il ruolo dell'oratore ufficiale nel banchetto d'apertura di Crimini e misfatti) Woody Allen si trova a fare a meno della sua collaborazione di cui aveva usufruito anche durante la lavorazione dei due film con la Tri Star. Per problemi di tagli di budget passa alla Sweetland, una casa indipendente creata nel 1991 e diretta dal suo amico d'infanzia Jean Doumanian. Coproduttrice esecutiva è la sorella di Woody, la psichiatra Letty Aronson. La sceneggiatura è scritta a quattro mani per la prima volta con Douglas McGrath, che ha collaborato a lungo con il Saturday Nigt Live Show.
"L'idea centrale del film è che è fondamentale nascere con del talento e che, se non ce l'hai, non ci sono scuole o autodisciplina che possano insegnarcelo. Tutti vorrebbero essere come Cheech, ma la maggior parte di noi è David. Quante persone ci sono come Tennessee Williams o Charlie Parker, incredibili senza sforzo?" (intervista a Silvia Bizio "La Repubblica", 3 ottobre 1994). Allen, dopo il "divertimento" di Misterioso omicidio, decide di uscire temporaneamente di scena per lasciare il posto a un suo alter ego: Cyril Cusack. Lo studente universitario di Ombre e nebbia diviene ora David, l'intellettuale convinto che le domande che contano nella vita siano del tipo:" Tra un'opera di Shakespeare e la vita di un uomo cosa salveresti?" Allen, attraverso di lui, torna ad interrogarsi sul senso e la funzione dell'arte e realizza un film che, per una sorta di osmosi cinematografica, sembra seguire il percorso di God of Our Fathers, il testo che David mette in scena. Pallottole ha infatti un inizio lento e quasi impacciato e trova i giusti ritmi proprio quando anche il testo teatrale comincia a prendere il volo grazie all'intervento di Cheech. "La vita non è perfetta e per di più è breve" afferma l'agente di David tentando di convincerlo al compromesso. Per cercare di scrivere un nuovo capitolo del rapporto tra finzione e realtà Allen ambienta la vicenda nell'epoca degli Anni Ruggenti, prendendosi anche qualche piccola vendetta (Valenti è il cognome del capo dei produttori holywoodiani). Lavora sugli stereotipi attoriali. La "divina" interpretata da Dianne Wiest è un gioiello di recitazione in bilico tra l'enfasi declamatoria e la fragilità e insicurezze interiori. Helen Sinclair non è la Norma Desmond di Viale del tramonto ma certo sente profondamente, ancora una volta nel cinema di Allen, il senso del tempo che scorre inesorabilmente e cerca nella giovinezza di David quasi un antidoto alla premonizione della fine (quanti psicologi e psichiatri da quotidiano hanno discettato in questi termini all'amore di Allen per la figliastra ventunenne?). Se David, alla fine, comprende di non possedere il genio per l'arte e va a riprendersi la vita di tutti i giorni ma solidamente ancorata (siamo alla seconda ricomposizione sul piano dell'unità del nucleo familiare nell'ultimo Allen), Cheech ha il compito di non fermarsi davanti a nulla. Non sarebbe pronto ad uccidere per la "sua" opera d'arte, è pronto a farlo. Alle recriminazioni di David, che vuole ricondurlo sul piano della morale corrente risponde "Nessuno sciupa la mia commedia".
"È una commedia. Non occorre che sia "reale'". "Nessuno parla così nella realtà" afferma Cheech nel corso della vicenda. Se l'autore non sa equilibrare il rapporto tra realtà e finzione tenendo sempre presente che la fusione tra i due elementi deve giungere a un punto in cui nessuno dei due prevalga, è inevitabilmente destinato al fallimento. Pallottole su Broadway è una risposta cinematografica a chi continua a cercare con pervicacia gli elementi autobiografici nel cinema alleniano e, al contempo, l'occasione per una bordata contro i critici molto portati alla soggettività. I colpi di pistola sparati dietro le quinte dai gangster che inseguono Cheech (situazione analoga a quella che si sviluppa dietro lo schermo del cinema del signor House in Misterioso omicidio) vengono letti dai critici come un coup de theatre geniale. Il critico come colui che è incapace di distinguere tra finzione e realtà? Allen sembra porre il dubbio mentre ne ripropone un altro che troverà un'amplificazione in Tutti dicono I Love You. È preferibile essere amati grazie alle maschere che indossiamo oppure per quello che siamo realmente? David, anche in seguito al dialogo finale che si snoda da una finestra all'altra (vedi anche Ciao Pussycat), compie la propria scelta in modo chiaro. È stato il teatro, padre di tutte le forme di spettacolo, a porgli la domanda e a fargli sperimentare la risposta. Sarà ancora il teatro (della Grecia classica) a interagire con il presente in La dea dell'amore.

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Recensione di Stefano Lo Verme

New York, anni '20. David Shayne, un giovane drammaturgo alle prime armi, per portare in scena la sua nuova commedia è costretto a farsi finanziare da Nick Valenti, un boss mafioso che gli impone di scritturare la sua amante Olive, showgirl svampita e senza talento; ma per fortuna, durante le prove dello spettacolo David riceverà l'inaspettato aiuto di Cheech, la guardia del corpo di Olive.
Con questa irresistibile pellicola, ambientata tra bulli e pupe nella Broadway dei ruggenti anni '20, Woody Allen ci regala un delizioso omaggio al mondo del teatro e, al tempo stesso, una profonda ed ironica riflessione sulla posizione dell'artista nella società e sugli inevitabili compromessi fra creatività e convenienza, che costituiscono il motore dell'intero sviluppo della trama. Limitandosi questa volta al ruolo di regista, Allen mette al centro della storia il personaggio di David Shayne, scrittore idealista e appassionato al proprio lavoro, ben interpretato (in tutte le sue immancabili nevrosi) da John Cusack, e circondato da una strepitosa galleria di comprimari.
A metà strada fra la tragicommedia morale e la parodia dei gangster-movie dell'epoca, Pallottole su Broadway si presenta come un classico film comico condito da gag esilaranti, per rivelarsi però (a uno sguardo più attento) un'impietosa analisi della follia dello show-business e dei complicati meccanismi del successo e del talento, nel tipico stile di Allen; come dimostra in particolare il finale del film, in cui l'apparente trionfo del protagonista si trasforma nella sua amara presa di coscienza. Ed è significativo, in questo senso, il fatto che la principale difficoltà di David consista nella sua incapacità di mettere la propria creatività artistica in rapporto con la vita reale, una difficoltà risolta grazie al provvidenziale intervento del rude gangster Cheech (Chazz Palminteri), killer della mafia con insospettabili ambizioni da intellettuale.
La brillante sceneggiatura della pellicola, scritta a quattro mani da Woody Allen e Douglas McGrath, è ricca di battute formidabili e di situazioni divertentissime, ben rappresentate da un'eccellente squadra di caratteristi: oltre al già citato Palminteri, vanno ricordati anche la "pupa del boss" Jennifer Tilly, soubrette da quattro soldi ingaggiata nell'improbabile ruolo di una psicologa; i suoi bizzarri colleghi, Tracey Ullman e Jim Broadbent (l'attore sovrappeso che affonda le proprie insicurezze nel cibo); e soprattutto un'impagabile Dianne Wiest, premiata con l'Oscar come miglior attrice non protagonista per la parte della matura star di Broadway Helen Sinclair, diva istrionica e vanitosa che sembra ricalcata sul modello della Bette Davis di Eva contro Eva, e che non cessa di ripetere in tono enfatico a David la sua frase-tormentone "non parlare!".

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 11 ottobre 2016
samuel langhorne

 È un film divertente e profondo in pieno stile allen che mette l'artista al centro della trama , che sia attore che sia regista poco importa. Tanto piu' che alla fine il vero artista non sarà un rampante giovane che ha svolto studi indrammaturgia ma bensi un gangster che ha passato la vita tra le strade battute da bande rivali , e non tra gessetti e matite [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 maggio 2011
Francesco2

Allen per una mezz'oretta mi ha annoiato, calcando troppo la mano su certe figur(in)e di quell'epoca (solo?)di cui vorrebbe fare una caricatura. Però in questo film ci sono alcune cose su cui non mi sento di non dargli ragione. Intanto la figura di cui si innamora il protagonista, che quando gli dice "Stai zitto!" sembra possederlo. E'un pò come l'Arte: a parte che, come riconoscerà alla fine del [...] Vai alla recensione »

giovedì 4 ottobre 2012
fedeleto

Nella Broadway degli anni venti,un buon regista teatrale di nome David  scrive un dramma e vorrebbe rappresentarlo a tutti i costi.Scendendo a compromessi controvoglia,e prendendo la pupa oca del gangster poiche' quest'ultimo finanzia lo spettacolo,riuscira' a rappresentare la commedia,ed inoltre si scopre che la guardia del corpo della pupa del gangster e' un ottimo sceneggiatore,ch [...] Vai alla recensione »

martedì 23 maggio 2017
LBavassano

 Non c'é una scena meno che perfetta. Non c'é una battuta che non sia spiazzante. Il solo problema può essere tenere dietro al ritmo (per questo, anche per questo, va veduto e riveduto). Uno dei film che hanno consacrato Woody Allen.

mercoledì 7 ottobre 2015
Marco Petrini

Stravedo per Woody Allen, apprezzo tutti i suoi lavori; mi piacciono tutti i suoi films, però.... questo lo trovo bruttino. Sarà sicuramente un mio problema di gusto, ma stavolta Woody non ha fatto breccia nella mia mente. Lo riconosco nei dialoghi, nelle battute, si vede la sua mano nella regia, ma il film non mi piace. Eppure la recitazione degli attori è ottima (Wiest su tutti), [...] Vai alla recensione »

martedì 14 febbraio 2012
katamovies

mi piace tutto di questo film: la trama, l'ambientazione, i dialoghi, l'intepretazione. il personaggio del gangster (palomteri) che si scopre geniale drammaturgo è davvero uno dei più belli creati da allen. e palminteri è stupendo nell'intepretazione. il film ha una grande ironia, e comunica un meraviglioso amore per il mondo di broadway, e al tempo stesso una fascinazione [...] Vai alla recensione »

domenica 4 dicembre 2011
Chamber 237

I novanta non sono stati i migliori anni del cinema di Woody Allen, ma questo film può essere considerato tra i suoi capolavori. Meno graffiante del solito, purtroppo, ma sempre preciso nell'omaggiare un cinema passato ma non morto. La sua passione del teatro (benché sia sempre venuta dopo quella per il cinema) sorprende, con la giusta miscela di umorismo e drammaticità.

martedì 2 marzo 2010
ultimoboyscout

Commedia chiaramente alleniana, ma che io proprio non amo. Ciò che invece apprezzo del regista, e che salta all'occhio in questo film, sono i personaggi. Assolutamente sopra le righe John Cusack e Palminteri, geniali intellettualoidi tanto diversi l'uno dall'altro, ma il vero clou sono le donne del film, le magnifiche Mary-Louise Parker, la Ullman e la Wiest mentre sottotono Jennifer [...] Vai alla recensione »

Frasi
Che roba è?
Perle, che Cristo vuoi che devono essere?
Le perle sono bianche.
Ma sono perle nere!
A chi la racconti? Si è mai sentito, le perle nere...
Se non sai che una cosa esiste, non è che vuol dire che non esiste.
Ehi, per chi mi hai preso, per una mammalucca? Sono nere, santiddio... Sarà che vengono da delle ostriche difettose.
Dialogo tra Olive Neal (Jennifer Tilly) - Nick Valenti (Joe Viterelli)
dal film Pallottole su Broadway
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Che deve fare un povero scrittore se un interprete "cane" gli massacra il suo lavoro teatrale? Gli spara, ecco tutto: gliene saranno grati attori, colleghi, pubblico. E se qualcuno osa affermare che l'omicidio in fondo in fondo, è atto un tantino illegale? Niente paura, la risposta è pronta: l'artista ha un suo proprio mondo morale, da lui stesso creato.

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

La vita è meglio del teatro (o del cinema), oppure il teatro (il cinema) è meglio della vita? L'abuso che s'è fatto della questione l'ha ridicolizzata. Per tornare a porla senza arrossire, occorre starsene al tavolo di un bar o avere la leggerezza geniale di Woody Allen. Il meglio è però che le due cose capitino insieme, come in Pallottole su Broadway.

winner
miglior attrice non protag.
Premio Oscar
1995
winner
miglior attrice non protag.
Golden Globes
1995
winner
miglior attrice non protag.
SAG Awards
1995
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