The Terminal

Cosa tiene Viktor Navoski (nel suo alfabero BH), dentro la sua scatola? I suoi sogni. Sembra quasi un libro di Verga, dove il protagonista è coivolto in una società e in un mondo talmente sommerso dall'utile e dall'interesse che i valori di amore, amicizia, famiglia diventano obsoleti, stranianti. Spielberg riesce nuovamente a regalarci un film che fa sognare, ma anche riflettere. Fra risate e battute infatti si coglie il dramma del mondo moderno, dove comunicare è diventata un'impresa che richiede troppo tempo, tanto frenetica è la nostra vita, e dove non ci accorgiamo nemmeno delle persone che abbiamo a fianco, oppure le guardiamo con diffidenza, stringendo a noi ciò che ci appartiene, isolati nel nostro piccolo universo. E' un film che ci fa vedere il mondo da un altro punto di vista, quello dell'altro, e che si insinua nella maschera di indifferenza che indossiamo ogni mattina. Ottima la regia, convincenti gli interpreti, con Tom Hanks che ritrova, se mai l'aveva perduto, il talento che gli è valso già due premi Oscar. Ottimo film.