Preferisco il rumore del mare

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Un film di Mimmo Calopresti. Con Silvio Orlando, Fabrizia Sacchi, Paolo Cirio, Michele Raso, Mimmo Calopresti, Andrea Occhipinti.
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Commedia, Ratings: Kids+13, durata 90 min. - Italia 1999. MYMONETRO Preferisco il rumore del mare * * - - - valutazione media: 2,34 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Alessandra Mammi

L'Espresso

“Ho messo un po’ d’ordine qui in casa. È incredibile quante cose inutili ci sono, compreso me”, dice prima di tentare il suicido Matteo a Rosario. Matteo (Paolo Cirio) è il figlio del protagonista Luigi Guarnieri (Silvio Orlando), un calabrese che ha fatto fortuna a Torino, diventando dirigente di una grande azienda, e che divide i suoi problemi fra una moglie da cui si è separato, un’amante che si sente trascurata e il figlio che ha tutto tranne la serenità. Rosario (Michele Raso) è un ragazzo calabrese che ha rischiato di finire in riformatorio per un atto di violenza ed è stato mandato a Torino con la speranza che cambi vita e ritrovi un vitale entusiasmo. Ma al sacerdote, interpretato dal regista, che vuole convincerlo a restare al Nord, lui dice: “Sono tutte parole, don Lorenzo, io preferisco il rumore del mare”.
Mimmo Calopresti, regista e attore nato a Polistena in provincia di Reggio Calabria e cresciuto a Torino dove ha realizzato cinema e video militanti, firma un film bello e delicato che, pur ruotando intorno a un fatto eclatante come un tentato suicidio, vale più per il non detto, per il delinearsi delle psicologie, per l’atmosfera sfuggente che esprime il mal di vivere contemporaneo. Attraverso i silenzi suoi e dei suoi personaggi il regista racconta un disagio generale e generalizzato, specchio di una società schiava dei consumi, delle tecnologie, del mito del lavoro, in cui si è scelto di anteporre il cosiddetto e presunto benessere alla felicità. Il magnifico titolo del film, Preferisco il rumore dei mare, è tratto da un verso dei Canti Orfici di Dino Campana: “Fabbricare, fabbricare, fabbricare / preferisco il rumore dei mare”.
Calopresti, che già si era ritagliato il ruolo di uno psicoanalista nel suo precedente film, intitolato La parola amore esiste, appare qui nel ruolo del prete progressista don Lorenzo: è il passo decisivo dell’autore-attore verso il ruolo da protagonista assoluto nel successivo lavoro: “La felicità non costa niente”.
Nella colonna sonora, estremamente variegata come pure, del resto, i caratteri e i profili dei personaggi, si alternano fra l’altro la “Sinfonia K 201” di Mozart, un brano degli Husker Du (un gruppo dell’hard rock americano), Marianne Faithfull che è il mito musicale del regista e un classico della canzone italiana d’autore, “Il pescatore” di Fabrizio De André, che appare, in una breve sequenza, nelle immagini video di uno dei suoi ultimi concerti.
DaL’Espresso, 4 Settembre 2003


di Alessandra Mammi, 4 Settembre 2003

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