Ennio Flaiano
Un lettore ci ha scritto lamentando la severità del nostro giudizio sul film Delirio: diciamogli subito che ha perfettamente ragione di lamentarsi e che nessuno, d'altra parte, si lamenterebbe più di noi stessi, seguendo il suo punto di vista. Ma quel giudizio, affrettato e diretto più al «genere» che al film in sé, noi io avevamo scritto per due motivi: primo che la recente presentazione di Alba tragica recensita nello stesso articolo aveva posto in un secondo piano le romanticherie di Charles Boyer e Michèle Morgan e fattoci per un istante apparire la troppo complessa architettura della loro avventura come falsa, e secondo che il giudizio ci sembrava doversi dire proprio all'orecchio di persone intelligenti e aggiornate come il nostro lettore. [...]
di Ennio Flaiano, articolo completo (7366 caratteri spazi inclusi) su 7 febbraio 1940