Roberto Nepoti
La Repubblica
Quarantenni borghesi, una sera, in auto, Hélène e Paul sono testimoni del pestaggio di una giovane prostituta maghrebina. L'unica preoccupazione del marito, oltre al parabrezza schizzato di sangue, è il rischio di noie giudiziarie; la moglie, invece, esce da un lungo letargo, lascia l'uomo e cerca di aiutare la ragazza a conquistare la libertà.
Il caos entra nella sua tranquilla esistenza, ma la aiuta a crescere. Il film di Coline parte con molta energia; la sua cinepresa (in realtà si tratta di video digitale) resta nervosa e mobile per tutto il tempo; peccato che la storia si allenti in alcune lungaggini e in un flashback inutile. Tuttavia bisogna riconoscere alla regista francese l'impegno a farci riflettere e la capacità di far convivere stili di racconto diversi: dramma sociale, poliziesco, commedia.(r.n.)
Da La Repubblica, 22 marzo 2003
di Roberto Nepoti, 22 marzo 2003