Roberto Nepoti
La Repubblica
Come tanti rapporti coniugali, anche quello tra Franco Nero e Eleonora Brigliadori è in crisi profonda: silenzi, desiderio sessuale spento, routine. Afflitto da una ben nota sindrome dialettica tutta maschile, lui cerca e sollecita spiegazioni; lei preferisce tacere. Quando il marito le chiede se lo ami ancora, risponde infastidita: "certo che ti amo, sono tua moglie". Neanche la strizzacervelli, che suggerisce di dormire in camere separate per riattizzare i sensi, è in grado di offrire il minimo aiuto.
Le cose cominciano a cambiare quando il marito impara ad ascoltare le parole che Anna pronuncia durante il sonno. Ogni notte, entra in contatto con i desideri della moglie, ne scopre i gusti (lei vuole che lui si vesta di verde), apprende i risvolti segreti della sua personalità (vorrebbe essere bruna e chiamarsi Lola) e impara ad assecondare il tutto durante le ore di veglia. Poco a poco, i rapporti cambiano: cadono le barriere cresciute quasi inavvertitamente negli anni di convivenza, tornano in desiderio e l'amore.
Continuando con tenacia e inossidabile entusiasmo a fare il proprio lavoro di cineasta superindipendente, con La ragion pura Silvano Agosti ha deciso di regalarci un po' di speranza. Il suo è un film di enorme ottimismo: un "ottimismo della ragione", però. Agosti, in altre parole, è convinto che l'origine di tutti i mali che ci affliggono risieda nell'autonegazione e nella negazione dell'altro; se ci arrendessimo all'evidenza che ogni essere umano è un prodigio, un capolavoro, vivremmo meglio. L'applicazione simbolica del principio alla coppia è suggestiva e ti prende, coinvolgendoti nel destino della coppia protagonista. Cui Franco Nero e Eleonora Brigliadori prestano, entrambi, un convincente phisique du rôle.
Da La Repubblica, 23 dicembre 2001)
di Roberto Nepoti, 23 dicembre 2001)