Frammenti di vita in ospedale
di Roberto Nepoti La Repubblica
Syndromes and a century di Apichatpong Weerasethakul è l'emblema del perfetto film da festival (infatti è in concorso). Forse - come il precedente Tropical Malady - lo vedranno in quattro gatti: però bisogna dire che dai lunghi piani fissi del regista thailandese emana, poco a poco, una sconcertante fascinazione che impiega parecchio tempo ad andarsene; l'opposto di quanto accade per la maggior parte dei film spettacolari pieni di star, visti da tutti e digeriti immediatamente. La storia (se di storia si può parlare) gira intorno a un paio di situazioni principali, ambientate nell'ospedale di una piccola città. Una dottoressa esamina un collega al primo giorno di lavoro, poi è corteggiata da un innamorato timido, che lei non ricambia. Tra un monaco e un dentista, che lo visita, s'innesca una strana attrazione. Questi piccoli episodi, e altri collaterali, li vediamo due volte, ripetuti con alcune differenze. Forse si tratta di variazioni nel senso musicale del termine (il film è coprodotto dall'Austria, all'interno di un progetto "mozartiano"); forse alludono a filosofie di eterno ritorno o, addirittura, di reincarnazione. Quel che è certo è che sono la libertà e la creatività di opere come queste a far confinare, qualche volta, il cinema con la poesia.
Da La Repubblica 1 settembre 2006
di Roberto Nepoti,