Amleto

Ennio Flaiano

Amleto portato sullo schermo da Laurence Olivier convince anzitutto di una verità: che ogni interprete tende a fare del suo personaggio un ritratto familiare, a prestargli non solo il clima delle sue esperienze e delle sue ambizioni, ma anche le sue letture quotidiane; per farlo, come si dice, rivivere. E, probabilmente, il successo di certi personaggi è di poter ritornare con un volto sempre mutato, affinché il pubblico si riconosca in lui e ne condivida la filosofia e le avventure. La favola di Narciso si capisce meglio, pur in tempi così sciaguratamente mitologici, se in luogo di uno stagno (buono tutt’al più per un annegamento alla volta), si sostituisce uno schermo, che riflette un’immagine collettiva, condizionata alle mode e quindi lusinghiera per tutti. [...]

di Ennio Flaiano, articolo completo (4721 caratteri spazi inclusi) su 19 febbraio 1949