Adele H., una storia d'amore |
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Un film di François Truffaut.
Con Isabelle Adjani, Bruce Robinson, François Truffaut, Sylvia Marriott, Roger Martin, Ruben Dorey, Joseph Blatchley, Carl Hathwell, Ivry Gitlis, Cecil de Sausmarez, Raymond Falla, Madame Louise, Jean-Pierre Leursse, Louise Bourdet, Clive Gillingham, Ralph Williams, Thi-Loan Nguyen, Edward J. Jackson, Aurelia Mansion, David Foote, Jacques Fréjabue, Chantal Durpoix, Geoffrey Crook
Titolo originale L'histoire d'Adèle H..
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 110 min.
- Francia 1975.
MYMONETRO
Adele H., una storia d'amore
valutazione media:
3,82
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Giuseppe Turroni
Tra due grandi correnti che scorrono, a volte torrenzialmente, senza mai incontrarsi, François Truffaut sta come un’isola, come una foresta immobile. Il silenzio si ascolta da distanza infinita. Truffaut si affaccia al davanzale del silenzio per scorgere distanze, infatti, per altri infinite e per lui semplici come l’acqua e l’aria.
In realtà è persino facile – ma non senz’altro culturalistico o apodittico – ammettere che Truffaut di queste due correnti –che sono la narrativa francese dell’800 e del ‘900: Flaubert, Balzac e Proust, Anatole France e qualche “minore”; il cinema degli “autori”, specie americani, degli sfavillanti anni ‘30-50 – vede, stando tra esse che sembrano ruotare cosmicamente e invece scorrono, sia pure vertiginosamente, secondo ritmi chiari e stabili, proprio delle forze della natura (e Ragazzo selvaggio, I 400 colpi, Le sirene del Mississippi, La sposa in nero, non sono forse limpidi e giganteschi come eventi della natura, fissi e incorruttibili in un firmamento che fa luce anche senza stelle notturne?), l’istintività, a volte irrazionale (La peau douce – La calda amante) mai caduca e quindi già morale/immorale determinazione diegetica a farsi campo semantico – inamovibile – di un linguaggio codificato, denso e cristallino: tra Balzac e Hitchcock (Le sirene), Truffaut può scorgere la frenesia di uno scatto romantico, può ascoltare l’urlo del silenzio, può essere travolto da una furia di sensi sognanti, ma la costanza della sua ragione è come se non temesse confronti né con la Storia (che va avanti e lui la seppellisce con quella tomba sul cinema, ornata e graziosa che è Effetto notte) né con gli spettatori nuovi che invece sono travolti dalle correnti, le subiscono, le determinano. [...]
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