Giuseppe Turroni
Questo film diretto dall’esordiente Arthur Penn e ricavato da un racconto di Gore Vidal, rimarrà senza dubbio nella storia del cinema western come un riuscito tentativo di biografia di una grande figura leggendaria, senza gli schematismì, le retoriche idealizzazioni, i frusti romanticismi, i bassi miti, insiti molto spesso in tale genere, che fa ricorso all’epica elementare ed ai personaggi semplificati al massimo per ragioni spettacolari. Il film, inoltre, potrà contare, proprio per l’originalità della condotta narrativa che tende, in breve, a far risaltare i piccoli, talvolta anche i risibili aspetti antimitici della personalità di Billy the Kid, imbastendo, su questo grigiore di andamento, su questa cronaca di gesti minimi eppure irripetibili, un’epoca a suo modo travolgente, e spietata, e fascinosa (per quel piglio estremamente moderno della recitazione, della resa figurativa di un ambiente campito in nude geometrie plastiche ed allusive che talora ci inducono al ricordo del celebre Viva Zapata! di Steinbeck e Kazan). [...]
di Giuseppe Turroni, articolo completo (4362 caratteri spazi inclusi) su