Rudo y Cursi

Attenti a quei due

A otto anni da "Y tu mama tambien”, i due attori rivelazione messicani recitano di nuovo insieme Colloquio con Gael Garcia Bernal e Diego Luna.
Sono passati otto anni da quando Hollywood, l'America tutta e poi il mondo avevano scoperto Gael Garcia Bernal e Diego Luna. I due, messicani, amici fin dai tempi della loro infanzia, erano protagonisti de "Y tu mama tambien" di Alfonso Cuarón. Il film ebbe un successo strepitoso e un plauso unanime di pubblico e critica, come raramente accade negli States con una pellicola straniera. Oggi, Bernal e Luna trentenni, sposati e con un figlio ciascuno, recitano di nuovo insieme: e già questo spiega perché " Rullo y Cursi", scritto e diretto dal fratello e socio dì Alfonso, Carlos Cuarón, ha suscitato tanta attesa. Ci si aspettava molto dagli attori e dal regista, ma ha destato interesse anche il debutto della nuova casa dì produzione Cha Cha Cha Films, fondata dai tre messicani più amati da Hollywood: Alfonso Cuaron, Alejandro Gonzalez Inarritu e Guillermo Del Toro.
Nel film, Bernal e Luna interpretano due fratelli, braccianti in una piantagione di banane. Luna è Rullo, "il duro", Bernalè Cursi, “il melodrammatico", così suonano i loro soprannomi: cocciuti e litigiosi, i due sono diversi di carattere ma hanno lo stesso sogno di un futuro migliore da costruire grazie al calcio. Uno scherzo dei destino offrirà loro un ingaggio nella serie A messicana: Rullo come portiere, Cursi attaccante, ma in due diverse squadre, eterne rivali. Il calcio di rigore finale corona con un'insostenibile suspense le diversità e il profondo amore tra i due.
Abbiamo incontrato i due attori a Los Angeles. Simpatici e disinvolti, è palese è il grande affetto che li lega. Dopo "Y tu mama", Luna ha fatto bene in "Terminal" accanto a Tom Hanks e in “Milk”, dove interpreta l'amante di Sean Penn. Bernal, che prima di “Y tu mama” si era fatto notare in "Amores Perros" di Inarritu, ha inanellato una sede di grandi film: da “I diari della motocicletta" (era il giovane Ernesto Guevara) a "La mala educaciòn" di Almodóvar, da "Babel", sempre di Inarritu, al prossima mistery del regista di culto Jim Jarmusch, "The Limits of Control". Ora dovrebbe essere insieme a Benicio Dei Toro il protagonista dei nuovo film di Martin Scorsese, "Silence".
Gael e Diego, questo film vi riporta finalmente insieme sullo schermo. Perché avete scelto proprio "Rullo y Cursi” per questa riunione?
Bernal: «Dopo il successo inaspettato di "Y tu mama tambiem”, sia ìo che Diego siamo stati attenti a non fare scemenze solo per il gusto di recitare di nuovo insieme. "Rullo y Cursi" è una storia messicana, parla della nostra gente, dentro ci scorre il nostro sangue. E poi il fatto che gli autori fossero i fratelli Cuarón,con Inarritu e Del Toro coproduttori, non ci ha fatto pensare due volte. E con Diego stavolta non dobbiamo baciarci».
Luna. «È un film che esplora il ama della rivalità tra due fratelli, oltre che della povertà in Messico e del sogno di uscirne. Rodo e Corsi non fanno che litigare e provocarsi a vicenda: una relazione che evoca quella dei fratelli Cuarón, e un pochino anche quella nostra, con Gael. La rivalità esiste, chi lo nega, ma su di essa prevale il reciproco sostegno. Siamo i tifosi più ultrà una dell'altro».
Come è cambiata la vostra vita in questi ultimi sette anni?
Luna. «Non siamo più quei vitelloni itineranti di prima, siamo diventati mariti e padri di famiglia, oltre che businessman e produttori: abbiamo fondato insieme la Canana Films, con cui vorremmo realizzare opere d'impegno e documentari politici e sociali in Messico. Come attori siamo maturati. Diventare padre poi cambia tutto. Mio figlio è nato l'anno scorso».
Barnal: Io ho seguito Diego a ruota: mio figlio Lazaro è nato lo scorso gennaio. Ecco, con Diego condividiamo pure la paternità, giochiamo coi figli, ce li scambiamo: ma non ci scambiamole magli».
Al contrario di molti vostri colleghi attori messicani emigrati a Hollywood o in Europa, voi continuate a vivere e lavorare anche in Messico.
Luna: «Il Messico è la nostra cultura e la nostra culla. Tornando lì possiamo aiutare cineasti di talento, giovani o meno, a realizzare le loro visioni. Se non ci fosse qualcuno intraprendente, con una rete internazionale di conoscenze tra i produttori e finanziatori, staremmo freschi».
Bernal: «C'è un'aria di grande fermento oggi tra gli autori di cinema messicani. Le idee, il genio e la creatività non mancano: mancano i soldi. C'è perfino il pubblico, che sembra apprezzare quei pochi film ben fatti, anche se girati in economia, che parlano delle nostre vite con voce originale».
Ci parlate dei vostri prossimi film?
Bernal: «In "The Limits of Control" di Jarmusch, che uscirà a giugno in Usa, sono mezzo uomo e mezzo coyote, vedere per credere. Poi ho girato con Antonio Banderas il documentario "Chevolution", sulla commercializzazione della figura dei Che. Con Diego stiamo producendo un altro documentario, "Deficit", sulle differenze tra le classi sociali in un quartiere dì Città del Messico».
Luna. «Io reciterò nel remake dell'horror "Child's Game", diretto da David Alcalde. Un grand guignol messicano doc. E a proposito di documentari, con Gael organizziamo ogni anno un festival solo di documentari chiamato Ambulante, perché gira per 15 città dei Messico, che sta diventando il Sundance dei cine-reportage con due lire. Insomma, stiamo sempre insieme, Gael e io. Perciò non c'è bisogno di esserlo sempre anche sullo schermo».
Da L’Espresso, 4 giugno 2009

di Silvia Bizio, 4 giugno 2009