Tristano e Isotta

Wagner in fotoromanzo

Immusonita, Isotta si lamenta: «Non facciamo mai niente insieme, non so, una passeggiata... » Stizzito, Tristano replica: « Non possiamo, non dobbiamo». La e commerciale che li unisce nel titolo di Tristano & Isotta di Kevin Reynolds non sembra indicare un legame amoroso ma una ditta o una marca, come Dolce & Gabbana.
La storia tragica del loro amore sublime e impossibile, storia di passione e dovere, di desiderio e tradimento, è una leggenda celtica appartenente al periodo che va dalla fine dell'impero romano al Rinascimento: come ogni leggenda, è variabile; per il film, un termine di paragone può essere "Tristan und Isolde", dramma musicale in tre atri di Wagner autore pure del libretto, andato in scena per la prima volta a Monaco nel giugno 1865. In Wagner, i due sono folgorati dall'amore di colpo per aver bevuto un filtro, nel film il sentimento, più infermieristico, nasce da cura e guarigione assicurata da Isotta a Tristano ferito. In Wagner, alla fine i due cadono morti: nel film lui sta morendo sotto un albero e lei si allontana. Come nella vicenda di re Artù, Ginevra e Lancillotto, i due si amano, sentono l'obbligo di non ingannare il buon re, marito di lei, protettore di lui; lo ingannano e vengono liberati dalla crisi di coscienza dalla morte. Nel film del resto la storia del titolo è quasi secondaria e gli attori protagonisti sono privi di fascino, nobiltà, sensualità (l'unjco brano è il re Rufus Sewell). Più che l'amore dominano i paesaggi bellissimi delle coste occidentali irlandesi, montagna, nebbie e vento, acque tristi color acciaio. Dominano la politica e la guerra tra l'Irlanda e le diverse baronie inglesi che tentano di unirsi in una sola nazione. Dominano i costumi medievali, gli spadoni, le lance, le macchine da guerra avanzati dalle Crociate di Ridlev Scott che, insieme con Giannina Facio e altri, è produttore del film.
Da L'Espresso, 20 aprile 2006


di Lietta Tornabuoni, 20 aprile 2006