Giuseppe Marotta
Divertiamoci. Il sei giugno scorso, ero a Napoli. Ndrin, il telefono, udii la cara voce di Luigi Compagnone, del mio don Luigino. Dice: “Sei tu il critico cinematografico e il novelliere di cui Laurenzi oggi parla in un settimanale?” Dico “Eh. Laurenzi quale?” Dice: “Carlo”. Dico, risovvenendomi: “Può darsi. Leggi un po', scusa. Anzi no, mandami il ritaglio”. Avevo pensato che una lettura di Laurenzi, constasse di cinque righe, è sempre meglio differirla; può succedere che uno (stiamo sotto il cielo) muoia durante la notte, e le sfugga. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (10885 caratteri spazi inclusi) su 1960