Giuseppe Marotta
Pasqua “tout court” irriflessivamente, innocentemente, come un angelo agli angeli; quanto al film che andai compunto a vedere, quale poteva essere, dopo tanti miei dialoghetti col signor me stesso? Fu I sette peccati capitali; e autorizzatemi ad affossarlo in venti righe, tante ne merita. Ha i vizi di Boccaccio '70, pari pari, senza averne l'impegno, l'autorità. Scherziamoci sopra. Come state, voi, se è lecito, a peccati capitali? Indolente, avaro, superbo; invidioso, io, per me, non fui nemmeno per un'ora, in tutta la mia vita. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (2567 caratteri spazi inclusi) su 1965