Federica Lamberti Zanardi
Il Venerdì di Repubblica
L’amour, toujours l’amour potrebbe essere il sottotitolo di questo film diretto da Philippe Garrel, premiato all’ultimo Festival di Venezia con il Leone d’argento per la regia. Tre ore e mezzo in rigorosissimo bianco e nero per raccontare il nascere e il morire della storia d’amore fra uno scapigliato poeta di vent’anni e una bella aspirante scultrice tenendo sullo sfondo il ‘68 del maggio francese. Così il sentimento che deve far i conti che il vento della liberazione sessuale che sconvolge valori e priorità di uomini e donne, mettendo al bando gelosia e attaccando la monogamia come simulacro di abitudini troppo borghesi. Philippe Garrel del ‘68 racconta soprattutto la grande energia vitale che animava i giovani. E a incarnare il poeta protagonista ha voluto il figlio Louis Garrel, che con i suoi malinconici occhi neri da «sognatore» aveva già convinto Bernardo Bertolucci, che lo aveva voluto in The Dreamers.
da Il Venerdì di Repubblica, 30 settembre 2005
di Federica Lamberti Zanardi, 30 settembre 2005