Alamo - Gli ultimi eroi

Roberto Nepoti

Chi ricorda John Wayne mentre, trafitto dalle lance, dà fuoco alla polveriera di Alamo? L'assedio del forte (in origine una missione) in cui si svolse uno degli episodi-chiave della storia americana è stato al centro di diversi western, il più noto dei quali diretto, nel 1960, da "Duke" Wayne con l'aiuto di John Ford. Vi si raccontava come, nel 1836, meno di duecento volontari texani abbiano resistito impavidamente all'attacco di migliaia di soldati al comando del generale Santa Ana, dittatore del Messico, finendo tutti massacrati dopo tredici giorni d'assedio.
Gli elementi mitici non mancano all'appello: il sacrificio di Alamo aprì le porte all'annessione del Texas; tra i resistenti c'erano eroi popolari come Davy Crockett e Jim Bowie; le vicende personali evocano categorie radicatissime nell'immaginario americano, come l'elogio del "perdente sublime" o quello della "seconda possibilità". E’precisamente su questo che insiste la sceneggiatura di Alamo - Gli ultimi eroi, cui ha partecipato il premio Oscar Stephen Gaghan.
Gli eroi non sono più grandi della vita, semidei alla Troy, ma uomini con relativi difetti e vizi. Bowie è un avventuriero, razzista e bevitore; Travis (il comandante della guarnigione) un ambizioso col culto del dovere, ma di pochi scrupoli nel privato; quanto a Crockett, il famoso cacciatore d'orsi e inveterato ballista della tradizione yankee, qui è ritratto più nel suo aspetto malinconico di uomo deluso dalla politica (è stato deputato al Congresso), amante della musica (suona il violino), oppresso dal proprio mito. Salvo decidere che il mito va tramandato e che noi "dobbiamo essere come ci immaginano".
Lungo due ore e un quarto, il film contiene anche un'appendice all'episodio principale, ovvero la riscossa comandata dall'ambizioso generale Sam Houston e la sconfitta del dittatore messicano. Se affiora qualche timido tentativo di rilettura della Storia (i diritti degli Usa sullo stato della "stella solitaria" non sono poi così certi), la versione definitiva resta quella mitica, secondo il precetto di Crockett (e di Ford). Tuttavia, Alamo - Gli ultimi eroi è stato un flop disastroso in patria: costato 95 milioni di dollari, nei primi due mesi ne ha ripresi meno di un quarto. Eppure non è peggiore di tanti kolossal in costume, antico o futuristico che sia. Bisogna, con tutta probabilità, riconoscere che il pubblico americano ha un rigetto totale per il western (vedi anche l'insuccesso del recente The Missing), il genere su cui posa la sua identità nazionale ma nel quale non si riconosce - evidentemente - più.
Da La Repubblica, 25 giugno 2004


di Roberto Nepoti, 25 giugno 2004