L'alba del giorno dopo

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Un film di Roland Emmerich. Con Dennis Quaid, Jake Gyllenhaal, Emmy Rossum, Dash Mihok, Jay O. Sanders.
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Titolo originale The day after tomorrow. Catastrofico, Ratings: Kids+13, durata 124 min. - USA 2004. MYMONETRO L'alba del giorno dopo * * * - - valutazione media: 3,20 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Rita Celi

La Repubblica

Ogni film catastrofico che si rispetti deve avere alla base un elemento scientifico riconoscibile. E' solo un punto di partenza, poi sul grande schermo accade di tutto e alla fine si esce dalla sala sollevati. Ma, nel caso di The day after tomorrow (che uscirà contemporaneamente in tutto il mondo il 28 maggio, distribuito da 20th Century Fox), l'elemento reale su cui si basa la vicenda è il riscaldamento del globo e il mutamento del clima. Eventi già in atto, con conseguenze devastanti testimoniate da immagini drammatiche provenienti da diverse parti del mondo, anche dal nostro Paese.
Roland Emmerich, dopo essersi divertito a raccontare l'invasione degli alieni che distruggono gran parte del pianeta in Independence Day, campione d'incassi nel '96, questa volta ha scelto un tema ambientalista basato sulle reali preoccupazioni per lo stato di salute della Terra. L'idea di fondo del film è che l'effetto serra provochi un'improvvisa interruzione delle correnti calde negli Oceani, scatenando sconvolgimenti atmosferici seguiti da una devastante era glaciale.
Un argomento decisamente scomodo per l'amministrazione Bush, soprattutto dopo il rifiuto di firmare l'accordo di Kyoto sulle emissioni che causano l'effetto serra. Nei giorni scorsi il New York Times ha diffuso un presunto avvertimento partito da Washington e diretto alla Nasa, in cui si chiede il silenzio stampa sul film, poi smentito dagli stessi esperti della Nasa. I democratici invece intendono usare il kolossal come arma per illustrare i guasti provocati dalla politica ambientale della attuale presidenza. In particolare Al Gore, in occasione dell'uscita del film a New York, terrà una conferenza stampa nei pressi del cinema per sottolineare l'attualità del problema e la politica anti-ambientalista dell'amministrazione Bush.
The day after tomorrow (in italiano L'alba del giorno dopo) si apre con una lunghissima panoramica sui ghiacci dell'Antartide dove il climatologo Jack Hall, interpretato da Dennis Quaid, effettua delle ricerche sul riscaldamento del globo terrestre che potrebbe innescare un improvviso cambiamento climatico del nostro pianeta. Lo scienziato tenta di scuotere l'indifferenza di Washington sui rischi della catastrofe che potrebbe abbattersi sull'umanità, ma i suoi ammonimenti vengono respinti.
La previsione iniziale del professor Hall parlava di cento o mille anni, ma all'improvviso si verificano drammatici eventi meteorologici, e qui si comincia con lo spettacolo degli effetti speciali: enormi chicchi di grandine flagellano Tokyo, violentissimi uragani si abbattono sulle Hawaii, Nuova Delhi è sepolta sotto la neve. Poi una serie di tornadi devastano Los Angeles, cominciando proprio dalla celebre scritta Hollywood che domina la città, spazzata via lettera dopo lettera.
La lontana ipotesi del climatologo diventa attuale: una serie di effetti a catena porta al crollo improvviso delle temperature e all'arrivo dei ghiacci anche nelle basse latitudini. Lo spettacolo continua con le sequenze delle ondate gigantesche che flagellano sulla Fifth Avenue a Manhattan, mentre la furia degli elementi si abbatte dall'Alaska alla Siberia, come si vede dalle immagini del satellite che osserva dall'alto.
Nel frattempo, mentre lo scienziato è alla Casa Bianca per un ulteriore allarme, suo figlio Sam (Jake Gyllenhaal), 17enne, sta volando verso New York con alcuni suoi compagni di scuola e, dopo aver superato la turbolenza sull'aereo, dovrà affrontare una gigantesca inondazione e un brusco calo delle temperature che congela all'istante qualsiasi cosa o persona.
Sam e i suoi amici riescono a sopravvivere più o meno al caldo (dopo essere scampati anche a un branco di lupi affamati), mentre un flusso enorme di persone lascia gli Stati Uniti per dirigersi a Sud. Ma le frontiere sono bloccate e solo dopo che il presidente Usa firma un accordo in cui annulla il debito dei Paesi dell'America Latina, il Messico le riapre e accoglie i profughi. Intanto il padre decide di mettersi in viaggio per andare a salvare suo figlio, trovandosi di fronte Manhattan completamente sommersa nella neve e dal ghiaccio, da cui spuntano la testa e il braccio della Statua della Libertà.
Dalla fantasia alla realtà: in fase di pre-produzione, nell'estate del 2002, una tempesta di grandine si è abbattuta in Cina, alcune regioni europee sono state sconvolte da tre settimane di piogge ininterrotte. A novembre, quando sono cominciate le riprese, gli Stati Uniti sono stati flagellati da una serie di uragani e a Montreal, dove è stato girato il film, l'inverno è stato il più rigido mai registrato. "Sarà meglio iniziare a girare in fretta, altrimenti dovremo fare un documentario" scherzò allora il regista.
L'intero film si regge su incessanti effetti visivi, senza sangue o scene cruente (si muore congelati all'istante oppure spazzati via dal tornado). Effetti firmati da Karen Goulekas e dal suo team insieme alla Digital Domain, utilizzando tecnologie diverse come il Lidar, tecnica di scansione laser con cui sono stati ricostruiti gli edifici di Los Angeles e tredici isolati di New York.
Ma anche effetti realizzati senza il computer: per la grandinata a Tokyo sono stati usati veri blocchi di ghiaccio mentre per l'inondazione a Manhattan, il set della strada è stato trasformato in una gigantesca vasca riempita con oltre un milione di litri d'acqua.
Nel cast anche Ian Holm, il tenero Bilbo Baggins del Signore degli Anelli, qui nei panni di uno sfortunato scienziato scozzese; la diciottenne Emmy Rossum è Laura, l'amica di Sam; Sela Ward è invece la dottoressa Lucy Hall che, mentre infuria la tempesta, si prende cura di un bimbo malato. Musiche di Harald Kloser.
Da La Repubblica, 31 maggio 200

di Rita Celi, 31 maggio 200

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