He Got Game

Oscar Cosulich

Rimbalza, si ferma, si libra in aria, finisce nel canestro. E vola nei cieli di tutta l’America. La palla da «basket è come poesia in movimento». In magiche, eleganti soluzioni visive, è protagonista di “He Got Game“ di Spike Lee; insieme a un sincopato e avvincente sonoro, che pone in contrasto i brani rap dei Public Enemy e le musiche orchestrali di Aaron Copland.
Ha solo sette giorni per convincere il figlio diciottenne Jesus (Ray Alien), conteso giocatore di pallacanestro delle scuole superiori, ad accettare una borsa di studio della Big State University, che sta a cuore al governatore dello Stato. E ha la promessa di uno sconto della pena. Jake Shuttlesworth (Denzel Washington), uxoricida involontario, esce momentaneamente dal carcere per una mission impossible: il figlio non gli ha mai perdonato la morte della madre.
Intanto, nello squallido hotel dove prende alloggio, Jake conosce la bella prostituta Dakota (Mila Jovovich)... Con He Got Game, espressione difficilmente traducibile che suona pressappoco “ha la stoffa giusta”, Spike Lee sceglie ancora una volta la favola morale. Si rivolge alla sua gente, a quella comunità afroamericana di cui è uno dei portavoce più autorevoli, ammonendola sui pericoli che inquinano le sue conquiste. Nel film, nei panni di se stessi, compaiono vari campioni, tra i quali Shaquille O’Neal e Michael Jordan.
Da L’Espresso, 6 maggio 2004


di Oscar Cosulich, 6 maggio 2004