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Roger Spottiswoode

Roger Spottiswoode è un regista, co-produttore, scrittore, sceneggiatore, montatore, è nato il 5 gennaio 1945 ad Ottawa (Canada). Roger Spottiswoode ha oggi 79 anni ed è del segno zodiacale Capricorno.

Password: Action Movie Anni 80 - 90

A cura di Fabio Secchi Frau

Regista britannico-canadese, montatore e sceneggiatore, conosciuto principalmente a cavallo degli Anni Ottanta-Novanta per aver diretto pellicole d'azione, di discreto successo ma, non eccezionali.

Montatore di Peckinpah
Roger Spottiswoode nasce il 5 gennaio 1945 a Ottawa, in Ontario, figlio del britannico teorico del cinema Raymond Spottiswood che aveva lavorato, lungo tutti gli Anni Quaranta, come dirigente del National Film Board of Canada. Cresciuto in Gran Bretagna (una scelta paterna), inizia a lavorare come montatore di documentari e spot pubblicitari, subito dopo aver concluso la sua formazione scolastica. Solo negli Anni Settanta si trasferisce negli Stati Uniti in cerca di maggiori possibilità lavorative. Inizialmente le trova in vari programmi tv, poi finalmente al cinema dove si occuperà sempre di montaggio. Si tratta principalmente di pellicole dirette da Sam Peckinpah come Cane di paglia (1971) e Pat Garret e Billy the Kid (1973) che riscuoteranno un enorme successo di critica e pubblico. È ovvio che l'influenza di Peckinpah, della sua concezione filmica e del suo stile si fanno sentire e incidono notevolmente in quella che è la formazione di Spottiswoode, spingendolo quasi ad abbracciare un genere cinematografico che farà totalmente suo: l'action.

L'esordio
Nel 1979, passa quindi alla regia cinematografica debuttando con il film Terror Train, all'interno del quale dirige una non molto eccelsa Jamie Lee Curtis (ha avuto ruoli migliori nella sua carriera, senza alcun dubbio... soprattutto negli action se si pensa a True Lies). Non è un grande esordio, ma in America la pellicola ha un discreto successo e lo spinge a proseguire la sua carriera dietro la cinepresa trasponendo il libro "Free Fall" di J.D. Reed in Caccia implacabile (1981) con Robert Duvall. La pellicola ottiene un Premio Speciale della Giuria al Cognac Festival du Film Policier ed è un successivo passo in avanti che lo proietterà verso l'uso di uno Star System molto più di moda in quegli anni.

Il successo di Sotto tiro e 48 ore
Infatti è nel 1983 che la sua carriera prende una svolta decisiva. A imporlo internazionalmente è il film Sotto tiro con Nick Nolte e Gene Hackman. La pellicola (girata in Messico) intreccia il dramma, l'amore, la guerra e alcuni temi di economia e di politica in un avvincente gioco di tensione che mette sotto accusa la politica americana e alcune particolari scelte operate dalla Casa Bianca nel 1979 in Nicaragua dove il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale stava mettendo in crisi la dittatura di Anastasio Somoza. Malgrado non fosse particolarmente ben visto in America, la pellicola incontra un ottimo successo al botteghino e un plauso da parte della critica. A questo punto, Spottiswoode prosegue la sua filmografia con un più anonimo Tempi migliori (1986), dove dirige Robin Williams, un meno graffiante L'ultima difesa (1987), tratto dal racconto omonimo di Phillip M. Margolin, e Sulle tracce dell'assassino (1988) con Sidney Poitier. Quest'ultimo è un avvincente giallo d'ambientazione mondiale ma non è comunque uno dei migliori film di Spottiswoode, malgrado mostri quanta professionalità (la scelta delle inquadrature e i movimenti di camera non sono mai banali e le scene, soprattutto quelle più crude, emozionano lo spettatore) questo regista abbia acquisito da quando ha cominciato a muovere i suoi primi passi nel cinema. Arriva invece, nel 1989, Turner e il casinaro, una modesta commedia poliziesca con Tom Hanks nelle vesti di un detective, per l'appunto Turner, che deve fare coppia con un cane poliziotto. L'accoppiata umano-cane, anche se non particolarmente divertente, funziona, forse più per merito del cane che di Tom Hanks e il film va incontro a un buon successo al box office. Parallelamente, Spottiswoode si lancia anche nella carriera di sceneggiatore ma non in solitaria. Firmerà infatti con Walter Hill, Larry Gross e Steven E. de Souza 48 Ore, che sarà poi interpretato da Nick Nolte e da uno scatenato Eddie Murphy. Nel 1991, dal libro di Christopher Robbins, arriva il costossissimo Air America con Mel Gibson. Questa nuova avventura bellica, però, per quanto dimostri ancora una volta che Spottiswoode riesca a dare il suo meglio in scene di grande impatto visivo, non ha presa sul pubblico. Evidentemente, la storia di un gruppo di piloti mercenari della compagnia Air America che, sostenuti dalla CIA, durante l'epoca della guerra del Vietnam contrabbandava armi ed eroina, dal Laos e in altri stati, non interessa all'uomo medio americano che rivolge il suo sguardo altrove, verso le praterie di Balla coi lupi. Spottiswoode decide quindi un cambio di rotta e accetta di dirigere una nuova commedia poliziesca: Fermati, o mamma spara con Sylvester Stallone ed Estelle Getty (che sta vivendo una seconda primavera artistica grazie al telefilm Cuori senza età). Malgrado i toni siano leggeri e non manchi qualche buona sequenza d'azione spettacolare alla Spottiswoode, la pecca principale del film rimane una sceneggiatura prevedibile e poco incisiva che si basa su siparietti comici fra madre e figlio. Un plot che, già in quegli anni, era visto e stravisto. Questo, però, non pregiudica il fatto che Fermati, o mamma spara piacerà al pubblico americano (meno alla critica e persino agli stessi interpreti, Stallone dichiarerà in futuro che sarà il peggior film di tutta la sua carriera, nonché «uno dei peggiori film mai realizzato in tutto il sistema solare»). Non andrà nello stesso modo il quasi sconosciuto film tv Guerra al virus (1993), tratto dal libro di Randy Shilts, che otterrà al Montréal World Film Festival un Special Grand Prize of the Jury. Un Modine all'altezza della situazione è impegnato nella primigenia lotta al virus dell'HIV, dall'Africa al resto del mondo. Un film coraggioso e impegnato, per quegli anni, così come è coraggioso e impegnato Hiroshima, da lui firmato con il regista giapponese Koreyishi Karahara, che otterrà un Gemini Awards per la miglio regia. In quest'ultima fatica, Spottiswoode mette sotto la sua lente d'ingrandimento motivazioni, personalità e fatti che portarono allo sgancio della bomba atomica in Giappone.

Il domani non muore mai
Nel 1997, arriva un film che oso definire il più cruciale per la sua carriera: Il domani non muore mai, diciottesimo titolo della saga di James Bond, con Pierce Brosnan nei panni dell'agente 007. Per quanto la sceneggiatura non sia perfetta, la scrupolosa regia di Spottiswoode si mette al suo servizio aggiungendo azione, potenza di suono e immagine, fra duelli aerei, navi inglesi silurate e affondate, fughe e inseguimenti.

Il sesto giorno
Il regista sembra, dunque, aver superato la prova del nove ma non fa i conti con una nuova sceneggiatura consegnatagli e partorita dalle mani di Cormac e Marianne Wibberley: Il sesto giorno, che diventerà un film nel 2000 con Arnold Schwarzenegger. Affrontando il fresco tema della clonazione umana, la pellicola dimostra di avere al suo interno qualche novità ma la difficoltà maggiore stavolta è nel fatto che le scene descritte sono ripetitive e, per di più, conformate a uno stile che sembra essersi ormai fin troppo esteso a un gran numero di pellicole d'azione, seppur di argomento fantascientifico. Persino la regia di Spottiswoode risente dell'età. Ciò che lui ha imparato da Peckinpah e ciò che ha imparato sul set, attraverso la sua lunghissima (e se vogliamo anche florida) carriera, ha fatto scuola. È un modo di fare cinema che, dopo gli Anni Ottanta e Novanta, è diventato obsoleto, troppo antiquato o, peggio ancora, alla vecchia maniera. Il pubblico, insomma, ha già visto ogni tipo di inseguimento automobilistico, ogni tipo di fuga, ogni tipo di sparatoria. È saturo di una certa grammatica tipica dell'action movie e, per quanto la pellicola abbia un budget invidiabile, non arriva dove dovrebbe arrivare. Per di più, i film di Spottiswoode sono fortemente commerciali e questo lo mette in cattiva luce verso una nuova critica cinematografica che predilige i film più impegnati e intellettuali e verso un risveglio del gusto estetico dello spettatore.

Altri film
Spottiswoode, a questo punto, fa marcia indietro. Non smette di fare il regista, ma dopo tre anni di lontananza dal set decide di lavorare solo e unicamente su progetti a budget medio, staccandosi completamente dall'industria hollywoodiana. Sono gli anni di Spinning Boris (2003), una inaspettata (almeno per lui) commedia satirica sulla Russia di Boris Yeltsin, vincitrice dell'Audience Award all'Hamptons International Film Festival, o del pluripremiato Shake Hands with the Devil (2007), che affronta il tema dei genocidi in Ruanda (precedentemente narrato da un più toccante Hotel Rwanda), ma anche di Il mio amico Nanuk (2014), firmato con Brando Quilici, figlio del noto Folco Quilici, storia dell'amicizia fra un bambino canadese e un cucciolo di orso polare. Una pellicola che forse, più di molte altre, rappresenta un'eccezionalità nella sua carriera fatta di esplosioni e macchine che si inseguono fra di loro.

Vita privata
Il regista è stato sposato con Holly Palance, figlia dell'attore Jack Palance. Il matrimonio, cominciato nel 1983, è finito nel 1997.

Ultimi film

Fantascienza, (USA - 2000), 124 min.

I film più famosi

Fantascienza, (USA - 2000), 124 min.
Commedia, (USA - 1990), 106 min.
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