Classe 1964, la parigina Noemie Lvovsky studia lettere moderne e cinema prima di essere ammessa alla Fémis (École Nationale Supérieure des Métiers de l'Image et du Son), il principale istituto nazionale per studi cinematografici all'età di ventidue anni. Sceglie la specializzazione in sceneggiatura, in seguito realizza due cortometraggi in cui fa recitare la debuttante Emmanuelle Devos.
Fra sceneggiatura e recitazione
Si fa conoscere da un pubblico ristretto di fans nel 1997, quando il suo telefilm Les petites, piccola produzione ambientata negli anni Settanta ed incentrata sul periodo del liceo e i primi amori di un gruppo di quattro ragazze legate da una solida amicizia, viene trasmesso sul canale di cultura franco-tedesco Arte. Ma la giovane Lvovsky non è alle prime armi: ha alle spalle già quattro cortometraggi (La belle, Une visite, Dis-moi oui, dis-moi non e Embrasse-moi) e un lungometraggio, Oublie-moi, in cui compaiono sulla scena una coppia che traballa a causa dei sentimenti non corrisposti e talvolta conflittuali tra i due protagonisti (interpretati da Emmanuel Salinger e dalla bravissima Valeria Bruni Tedeschi, che presta un'eccellente performance nei panni di una donna tormentata e scossa dalle difficoltà). Bisogna in effetti dire che Noemie Lvovsky fa da subito della tristezza e dell'amore i suoi temi prediletti, condividendo questo indirizzo con la sua partner e scrittrice Florence Seyvos. Si dimostra una professionista a tutto tondo, è costantemente impegnata in più progetti al contempo e non fatica a combinare il lavoro di scenarista a quello, ben presto, di direttrice di casting e script per il film di Arnaud Desplechin La vie des morts e di attrice in Ma femme, Ah! Si j'étais riche (di Gérard Bitton e Michel Munz). Altri film in cui Noémie recita sono la commedia di Yvan Attal Ma femme est une actrice, la cui performance la porta alla nomina al César come miglior attrice non protagonista, France boutique, Rois et reine, L'un reste l'autre part. Nel 2008 la Lvovsky fa parte del casting per Un coeur libre, adattamento di un'opera di Flaubert, accanto Marina Fois e Sandrine Bonnaire; l'anno dopo recita invece in Coco, messo in scena ed interpretato da Gad Elmaleh e nel 2009 esce in Francia Les beaux gosses, altra pellicola in cui l'attrice è fra i protagonisti.
Alla regia!
Nel 1999 il cinema la chiama: è la regista, infatti,di La vie ne me fait pas peur, in cui ritroviamo i personaggi creati per Les petits dove li avevamo lasciati, alle prese con l'adolescenza, ma ora un po' più maturi, cresciuti. Le nostre protagoniste sono ormai donne e affrontano la vita con prospettive diverse... Il film farà vincere alla regista il Premio Jean Vigo e il Leopardo d'Argento al festival di Locarno nello stesso anno di uscita della pellicola. Nel 2003 - dopo aver scritto con Valeria Bruni Tedeschi la sceneggiatura per il suo primo lungometraggio in vesti di regista, Il est plus facile pour le chameau - Noémie Lvovsky si cimenta in un'ulteriore produzione, I sentimenti, in cui dirige Jean-Pierre Bacri, Nathalie Baye, Isabelle Carré e Melvil Poupaud in un dramma che tratta, come ci suggerisce il titolo, il valzer di sentimenti in gioco quando due coppie di medici si incontrano in occasione del passaggio di testimone nella guida di un ospedale.
Nel 2007 gira Faut que ça danse!, con Jean-Pierre Marielle, Sabine Azéma e Valéria Bruni Tedeschi, in cui dipinge brillantemente la caricatura di una donna eccentrica. L'anno dopo continua il sodalizio con la Tedeschi, che sceglie per una parte in Attrici (e l'attrice otterrà una nomina per il César come miglior attrice non protagonista).
