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Anna Q. Nilsson

Anna Q. Nilsson (Anna Querentia Nilsson). Data di nascita 30 marzo 1888 a Ystad (Svezia) ed è morto il 11 febbraio 1974 all'età di 85 anni a Hemet, California (USA).

Se ci si provasse a chiedere quali attrici d'origine svedese hanno avuto successo a Hollywood, tutti direbbero Greta Garbo, Ingrid Bergman, Liv Ulmann; i più accaniti cinefili potrebbero citare Viveca Lindfors o Signe Hasso, ma quasi nessuno farebbe il nome di Anna Q. Nilsson, una delle prime grandi stelle a brillare nel firmamento di Hollywood e che irradiò la sua luce per tutto l'arco del cinema muto. Dalla natia Svezia se ne era venuta adolescente negli Stati Uniti con una famiglia amica che s'era trasferita a New York: il suo doveva essere un semplice viaggio-premio, ma l'amerícan fever, come si chiamava il desiderio di tanti scandinavi di trasferirsi nel nuovo mondo, prese anche la giovane Anna che, dopo aver fatto per un po' la parrucchiera, divenne modella dei più celebrati artisti americani come Dana Gibson e Montgomery Flagg. In effetti, Anna aveva un volto angelicato, incoronato da una capigliatura biondo-cenere, occhi di un blu profondo e una statura più alta del comune per un corpo con ogni cosa al giusto posto. Divenuta nota come la «Penhryn Stanlaws Girl», Anna era a ventidue anni la modella più pagata di New York; nell'albergo dove viveva strinse amicizia con due attrici, Alice Joyce e Mabel Normand, che la convinsero ad affrontare la macchina da presa. Suo primo film, prodotto dalla Kalem, fu Molly Petcher (1910), dove Anna Q., come la chiamavano tutti chiedendosi cosa significasse quella insolita iniziale (lei affermava «qualità», interpretava la parte di una modella.
Seguirono altre pellicole e quando nel 1912 la Kalem si trasferì armi e bagagli sulla costa occidentale, riorganizzando completamente la linea di produzione, Anna Q. ne divenne la prima attrice. Comparve in una miriade di film, quasi tutti mediometraggi, nei quali aveva come partner Guy Coombs, destinato a diventare (ma per breve tempo) suo marito.
Le storie che la Kalem portava sullo schermo erano per lo più ispirate alle guerre americane, come The Confederate Ironclad (1912), The Grim of the War (1913), Prisoner of War (1913), The Battle of Bloody Ford (1913), John Burns of Gettysburg (1913), Shenandoah (1913), The Counterfeiter Confederate (1913); in queste mini-epopee Anna si destreggiava ora tra i nordisti, ora tra i sudisti, poiché la Kalem si comportava salomonicamente, rispettando una sorta di par conditio.
Nel 1915, Anna Q. lasciò la Kalem e, diretta da Raoul Walsh, fu protagonista del suo primo lungometraggio, Regeneration, un'interpretazione che riscosse all'epoca un unanime apprezzamento, confermato peraltro da una recente riproposizione del film splendidamente restaurato. Da allora l'attrice non smise un attimo di lavorare; venne diretta da regista di vaglia come Cecil B. DeMille, Maurice Tourneur, Marshall Neilan, Herbert Brenon, ma anche da oscuri routiniers perché non rifiutò mai un ruolo, né pretese controfigure quando c'erano da girare scene pericolose. Alla data del 1928, anno in cui il suo ruolino di marcia elencava oltre duecentotrenta titoli tra corti, medi e lungometraggi, una caduta da cavallo durante una gita con amici le causò danni irreversibili ad una gamba e la costrinse ad un amaro ritiro.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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