Tra le attrici più acclamate del cinema sudcoreano, So-Ri Moon è una di quelle poche conosciute anche internazionalmente. Merito del Premio Mastroianni che, nel 2002, le fu conferito per Oasis di Lee Chang-dong e che le fu da stimolo per continuare una strada che era iniziata solo tre anni prima, quando lo stesso regista la volle per Caramella alla menta.
Da allora, So-Ri Moon ha fatto dei passi da gigante, impegnandosi anche come sceneggiatrice e regista attraverso il suo film d'esordio The Running Actress (sviluppo di un cortometraggio omonimo), una commedia dolce-amara con riferimenti autobiografici (si apre con l'attrice che piange dopo aver subito l'ennesimo rifiuto a un'audizione, episodio che l'interprete dichiara essere realmente accaduto).
Ed è proprio con questo titolo che si dimostra essere sensibilissima ai comuni problemi della sua categoria all'interno dell'industria cinematografica sudcoreana. Problemi per lo più derivati dal fatto che proprio questo tipo di industria d'intrattenimento non sviluppa sufficienti storie con donne come protagoniste. Quindi, in un paese in cui i frequenti casting sono realizzati principalmente per gli uomini, attrici al culmine della popolarità come So-ri Moon, Song Hye-kyo e Go Hyeon-jeong sono costrette ad affrontare pause lunghe un anno e più, senza lavoro, tra un progetto e l'altro, a dispetto dei colleghi maschi sempre al centro di più progetti contemporaneamente.
Tutto questo perché le grandi produzioni pensando che, essendo il pubblico più importante composto da donne di età compresa tra i venti e trent'anni, queste vogliano vedere solo storie (soprattutto gialli e noir) con attori maschi tra i venti e i quarant'anni. Ma in controtendenza, ecco che nelle piccole produzioni dirette da registi e sceneggiatori esordienti, questo ragionamento puramente economico viene messo da parte per consolidare un'iniziale tradizione di ambiziose pellicole indie che non trattano i personaggi femminili come pure decorazioni o strumenti narrativi, ma come personaggi attivi.
Studi
Nata a Pusan il 2 luglio 1974, So-ri Moon ha frequentato l'Università di Sungkyunkwan, laureandosi in Educazione. Coltivando il sogno di diventare un'attrice, ha poi fatto domanda per entrare nel Dipartimento di Teatro della Korea National University of Arts ma, mentre si preparava per entrare nel più prestigioso istituto d'arte drammatica della sua nazione, è stata selezionata come protagonista femminile per Caramella alla menta (1999). Solo dopo il suo debutto sul grande schermo, l'Università ha deciso di averla tra i suoi ranghi, ma l'attrice ha preferito rinunciare per concentrarsi sul lavoro.
Il successo con Oasis
Come su scritto, il suo nome è diventato incredibilmente famoso dopo Oasis (2002), dove ha interpretato una ragazza che soffriva di paralisi cerebrale e che era costretta a rimanere confinata nella sua camera. Vincitrice del Premio Marcello Mastroianni come miglior attrice emergente alla 59° Mostra del Cinema di Venezia, ha poi interpretato la moglie di un avvocato fedifrago in La moglie dell'avvocato e la moglie di un barbiere in The President's Barber.
Il debutto alla regia
Intanto, comincia a muovere i suoi primi passi come sceneggiatrice e regista realizzando alcuni cortometraggi e si impone sempre di più nel panorama cinematografico sudcoreano facendosi dirigere da autori come Soon-rye Yim, Im Sang-soo, Hong Sang-soo e Park Chan-wook, fino a diventare lei stessa una regista con il buonissimo The Running Actress (2017).
Vita privata
So-ri Moon è sposata con il regista Jang Jun-hwan. I due si erano conosciuti sul set di un videoclip del compositore Jung Jae-li.
