Una delle voci più intriganti di Broadway, premiata con il Tony Award proprio per la bravura nel saper assemblare il canto con il ballo nel famoso musical "Cats" (dove interpreta Grizabella, The Glamour Cat), Betty Buckley è conosciuta soprattutto per essere una diva del palcoscenico, ma nella sua lunga carriera, ha collezionato ruoli importanti anche al cinema, diventando un'artista dal talento eclettico, capace di esprimersi nelle più svariate forme d'arte.
Primi passi a Broadway
Betty ha cominciato giovanissima a fare i primi passi nel mondo dell'arte: non ha praticamente ancora imparato a leggere e scrivere che la vediamo cantare nel coro della Chiesa di Fort Worth. Prende lezioni di danza dalla zia Mary Ruth Dilz, ballerina professionista e a soli 11 anni partecipa al suo primo spettacolo teatrale intitolato "The Pajama Game", seguito quattro anni dopo da un'altra produzione eccezionale, ovvero il musical "Gipsy". Un debutto promettente per una ragazzina così giovane ma già così determinata. Anche se impegnata nello studio di canto e recitazione, riesce anche a frequentare la Texas Christian University, dove ha l'opportunità di partecipare a un concorso di bellezza che si rivelerà il primo traguardo per una parentesi dedicata al lavoro di modella. Incoronata Miss Fort Worth (1966), si sposta verso Atlantic City per partecipare ad altri concorsi, ma la vera vittoria di questo periodo è l'incontro con un agente che le consiglia di provare qualche audizione per il teatro. Da questo momento in poi, siamo all'inizio degli anni Settanta, la carriera di Betty prende il via, collezionando un successo dietro l'altro e partecipando ai maggiori musical della storia: la vediamo in "1776", in "The Ballad of Johnny Pot", "What's a Nice Country Like You Doing in a State Like This?", nei panni di Caterina nella rappresentazione dell'avventuroso "Pippin" e soprattutto in "Cats", il musical per eccellenza riproposto con un grosso seguito di fan in tutto il mondo.
Cinema d'autore e non solo
Divina nel ruolo di prima donna del musical, Betty Buckley ha sorpreso il pubblico internazionale con la scelta azzeccata di alcuni copioni televisivi e cinematografici. Nel 1977 esordisce al piccolo schermo con il telefilm La famiglia Bradford, alla quale si unisce alla fine della prima serie, diventando, nella finzione si intende, la moglie di Dick Van Patten, il pater familias. Il debutto al cinema invece è segnato dallo splatter Carrie - Lo sguardo di Satana di Brian De Palma, seguito dalla commedia Tender Mercies - Un tenero ringraziamento (1983) e dal piccolo film Wild Thing (1987) di Max Reid. Nel 1988 la vera occasione cinematografica arriva con il thriller Frantic di Roman Polanski, dov'è Sondra, la donna scomparsa della quale andrà in ricerca l' "uomo qualunque" Harrison Ford, coinvolto in una vicenda straordinaria. Nello stesso anno lavora con un altro grande maestro della pellicola, Woody Allen, nel 'bergmaniano' Un'altra donna, l'ultimo lavoro importante degli anni Ottanta. I vent'anni successivi, malgrado diverse comparse televisive (tra cui spicca una piccola parte in Law & Order) e qualche ruolo marginale al cinema (la vediamo nel western Wyatt Earp e nella commedia Semplicemente irresistibile), sono tutti maggiormente dedicati al teatro. Dopo l'horror Mummy an'the Armadillo (2004) ritorna nel 2008 in un ruolo intrigante nel thriller paranoico E venne il giorno di M. Night Shyamalan, regista che la rivorrà anche nel thriller Split (2017).
