Dopo una non breve trafila nelle riviste di Broadway, prima come chorus-girl poi con qualche esibizione assolo nel Passing Show of 1918 al Winter Garden, Nita Naldi venne invitata a fare del cinema. L'esordio avvenne nel ruolo di una ballerina che cade vittima di Mr. Hyde (John Barrymore) in Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1920). Una piccola parte, ma fu sufficiente perché la sua avvenente opulenza venisse notata e subito messa a frutto in due film, Life (1920), dove è la stravagante e lussuriosa amante di un uomo destinato a rovinarsi per lei, ed Experience (1921), un singolare apologo sulla morale moderna, dove i personaggi hanno nomi come «Gioventù», «Amore», «Piacere», «Occasione», ecc. Nita è, ovviamente, «Tentazione». Questa caratterizzazione di sultry siren la porta direttamente al ruolo di Dona Sol, la maliosa spagnola che farà perdere la testa al torero Gallardo (Rodolfo Valentino) in Blood and Sand (1922).
Alta, bruna, fisico maestoso, sguardi violentemente sensuali, atteggiamenti apertamente provocanti, Nita Naldi veniva a classificarsi tra le più seducenti maliarde del cinema hollywoodiano degli anni Venti, una versione aggiornata e corretta di Theda Bara che l'aveva preceduta negli stessi ruoli qualche anno prima. Eccola quindi allettante danzatrice in Channing of the Northwest (1922), ladra di gioielli in Anna Ascends e The Switching Hour (ambedue del 1922), titolare di una casa da gioco in Lawful Larceny (1923), rovina famiglie in You Can't Fool Your Wife (1923), amante del costruttore criminale nell'episodio moderno di The Ten Commandments (1923), seminatrice di odi in Don't Call It Love (1924), mentre in The Lady Who Lied (1925) seduce cinicamente Lewis Stone, e via vampeggiando.
La «Queen of the Vamps», come la pubblicità l'aveva soprannominata, veniva presentata come una donna che sullo schermo si comportava da spudorata seduttrice, mentre nella vita privata era il non plus ultra dell'innocenza e del candore: fandonie che venivano continuamente contraddette da scandali e scandaletti in cui Nita si trovò spesso coinvolta a causa dei suoi flirts e di altre sregolatezze, di cui le cronache dei «Roaring Twenties» non erano avare. Comunque, il suo regno di affascinante peccatrice fu di breve durata: adagiatasi in una impostazione convenzionale, Nita non seppe rinnovarsi; ed inoltre, un rapido invecchiamento ed una accentuazione della complessione fisica contribuirono a farla cadere dal suo effimero trono.
Alla ricerca di esperienze nuove che potessero rinverdire gli allori, Nita se ne venne in Europa: girò a Monaco di Baviera Irrgarten der Leidenschaft e The Mountain Eagle (ambedue del 1926), firmati da Alfred Hitchcock, in Austria Die Pratermizzi (1927), in sottordine alla protagonista Anny Ondra, ed in Francia La Femme nue (1927), film che, almeno per quanto riguarda lei, lasciarono le cose come stavano. Dì ritorno in patria, Nita apparve in un ultimo fìlm What Price Beauty? (1928), ancora una matura ammaliatrice di città che cerca di rubare il fidanzato a una ragazza di campagna, e poi basta con il cinema; anche il ritorno al teatro non le portò fortuna. Scomparsa dalle scene e dagli schermi, la Naldi si ridusse in indigenza.

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.