SINOSSI
Un ritratto commovente dell’acclamato fotografo di guerra e regista, presentato dal giornalista
Sebastian Junger, suo co-regista in Restrepo – Inferno in Afghanistan.
Il 20 Aprile 2011, poco dopo l'uscita del suo documentario Restrepo - Inferno in Afghanistan, e dopo sole sei settimane dalla partecipazione alla cerimonia degli Oscar in cui aveva ricevuto una nomination, il fotografo e regista Tim Hetherington venne ucciso da un colpo di mortaio nella città di Misurata in Libia, dove stava seguendo le vicende della guerra civile. Morì dissanguato nel retro di un camioncino mentre veniva trasportato di corsa all'ospedale, rassicurato da una fotoreporter spagnola che gli teneva la mano e cercava di farlo restare vigile. Finiva in quei momenti una brillante carriera decennale, nella quale Hetherington non si era solo occupato di seguire storie drammatiche dal fronte come in Liberia e in Afghanistan, ma aveva oltrepassato i confini convenzionali della creazione di immagini per diventare uno dei giornalisti più importanti della sua generazione.
In Tim Hetherington: dalla linea del fronte, il giornalista e scrittore Sebastian Junger (autore dei libri La tempesta perfetta e War. Come i soldati vivono la guerra) e co-regista di Hetherington in Restrepo - Inferno in Afghanistan, ripercorre il lavoro del suo caro amico nei campi di battaglia per svelare che cosa lo rendeva un talento così singolare e un essere umano straordinario. Inoltre, il film mette in luce i rischi incredibili che corrono i reporter di guerra professionisti, in un momento in cui la frequenza delle morti nelle zone di guerra è sempre più alta.
Non era passata neanche un'ora dalle voci che Tim Hetherington era stato ferito in Libia che Sebastian Junger ricevette via Twitter la conferma della sua morte insieme a quella del fotografo dell’agenzia Getty, Chris Hondros. Quando alcuni dei giornalisti, presenti all'attacco di mortaio, andarono a New York al funerale di Hetherington, Junger li intervistò nel tentativo di comprendere la tragica morte dell'amico. Senza quasi rendersene conto, si ritrovò a girare un documentario.
“Tim era un artista visivo” afferma il regista Junger “e dopo la sua morte, girare un film mi sembrava il modo più adatto per rendergli onore. Tim era un uomo coraggioso e non solo in battaglia. Ho combattuto con lui molte volte, ma nella vita. Le sue scelte artistiche erano incredibilmente rischiose, ma era molto sicuro di sé e finiva per reinventare totalmente la sua arte. Il titolo originale del mio film Which Way Is The Front Line From Here? Life And Time of Tim Hetherington fa riferimento sia agli impulsi artistici di Tim che a ogni tipo di battaglia in cui si è trovato coinvolto”.
Soltanto quarantenne al momento della sua morte, inglese di nascita trapiantato a Brooklyn, Hetherington documentò l'esperienza della guerra dalla prospettiva dell'individuo, soprattutto nei territori dell'Africa occidentale e in Medio Oriente. Il suo sbalorditivo lavoro fotografico, dai bambini soldato nelle prime linee, agli intimi ritratti dei militari americani addormentati in un avamposto di combattimento, gli fece vincere numerosi premi importanti, inclusi quattro premi World Press Photo. Nel 2007 pubblicò Long Story Bit by Bit: Liberia Retold, tre anni dopo aver lavorato come direttore della fotografia nel documentario Liberia: An Uncivil War. In seguito pubblicò Infidel, un libro di sue fotografie tratte da Restrepo - Inferno in Afghanistan. Hetherington aveva una mente visiva brillante, ma era altrettanto considerato per la sua compassione e il suo spirito umanitario. “Vengo profondamente coinvolto emotivamente da ogni lavoro che faccio”
disse una volta. Tramite le sue fotografie e i suoi film, ci fornisce nuovi modi per osservare e pensare alla sofferenza umana.
Nonostante gli ambienti in cui lavorava, Hetherington non si considerava solo un reporter di guerra. Diventato famoso per la sua presenza nelle zone di guerra, il suo valore ultimo come artista si può trovare nella sua abilità di integrare diversi formati multimediali e creare un legame emotivo con i suoi soggetti. In Liberia, per esempio, indagò su quanto consciamente i giovani soldati imitano ciò che vedono dai mass media per decidere come comportarsi. In Afghanistan, analizzò come il cameratismo possa trasformare un territorio ostile e remoto in una strana forma di giardino dell'Eden al maschile. Per ripercorrere l'arco drammatico della stimolante carriera di Hetherington fino all'ultimo giorno a Misurata, Sebastian Junger ricorre a del materiale audiovisivo dimenticato da Hetherington, dal suo meraviglioso archivio di scatti in posa, a video cruenti provenienti dalle zone di guerra, a estratti dal suo cortometraggio Diary, un viaggio utopico attraverso la sua mente frastornata dalla guerra, nel tentativo di integrare la sua esperienza all'estero con la sua vita a casa. Quest'opera comprende anche commoventi interviste alla sua famiglia, agli amici e ai colleghi, incluso il fotoreporter James Brabazon (uno dei produttori del film), che racconta il punto di vista unico e lo spirito compassionevole di Hetherington.
Tim Hetherington: dalla linea del fronte è stato selezionato ufficialmente dal Sundance Film Festival 2013, dove tre anni prima Tim Hetherington e Sebastian Junger avevano vinto il Gran Premio della Giuria nella sezione documentari per il loro film Restrepo - Inferno in Afghanistan. Lo stesso film era stato candidato all’Oscar come Miglior Documentario nel 2011, poche settimane prima della morte di Tim. Per realizzare Restrepo, Tim Hetherington e Sebastian Junger passarono un anno con un plotone militare americano in Afghanistan a Restrepo, realizzando un diario straordinario dell’umanità che sta dietro ad ogni guerra.
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