È morto Michelangelo Antonioni. Il regista era nella sua casa romana, accanto a lui c'era la moglie, Enrica Fico. Erano le 20. Aveva 94 anni. Da domani, nella protomoteca del Campidoglio, sara allestita la camera ardente. Successivamente la salma sarà trasferita a Ferrara, città natale di Antonioni, e giovedì saranno celebrati i funerali.
Ormai non aveva piu parole il Maestro, non ne aveva mai avuto bisogno, per evocare in immagini, emozioni senza tempo. La complessità della vita, le relazioni umane, gli sguardi sul mondo. Michelangelo Antonioni lascia noi ma non il cinema, con fotogrammi immortali, dalle prime sperimentali opere, da quel N.U., che sta per nettezza urbana, un lavoro giovanile che indaga con occhio poetico e spirito da cronista su un mestiere della notte, come tanti, quello del netturbino.
Arrivato al cinema dopo lunghe e significative esperienze negli anni '50, alla sua scuola si sono riferiti importanti registi quali Akira Kurosawa, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Wim Wenders.
Il suo lungometraggio di esordio è Cronaca di un amore del 1950, acuta analisi d'una crisi di coppia. Seguono, tra gli altri, La signora senza camelie (1952) e Le amiche (1955), angosciata lettura del bel racconto Tra donne sole di Cesare Pavese.
Nei suoi lavori e nella sua anima inquieta ci sono la difficoltà a stabilire rapporti interpersonali veri, l'inafferrabilita del reale, lo spaesamento dell'individuo alle prese con una società fredda e poco umana.
La sua ricerca affronta tematiche individuali che proprio nel linguaggio cinematografico trovano la forza per esprimere i tempi e gli spazi della psicologia umana.
Concentrato sulla realtà sociale, il regista cerca di comprenderne la complessità, le tensione e gli sviluppi.
La strada, intrapresa è quella di focalizzare i personaggi, di far parlare i loro comportamenti piuttosto che i fatti. Dall'analisi di questi il regista giunge alla critica della società, e attraverso i conflitti dei personaggi descrive l'asettico ambiente borghese in cui si muovono. L’avventura (1960), La notte (1961), L’eclisse (1962), Deserto rosso (1964), pongono personaggi femminili al centro di storie segnate della perdita e dallo sgomento.
Il periodo inglese, da Blow-up a Zabriskie Point (1969) sottolinea la necessità di inserire i suoi personaggi nella realtà contemporanea, come dal resto Professione reporter, attenta riflessione sui rapporti tra Occidente e Terzo Mondo. Controversi gli ultimi lavori, Al di là delle nuvole del 1994 (con Kim Rossi Stuart, Ines Sastre e Sophie Marceau), diretto insieme a Wim Wenders, e Eros (2004), diviso in tre capitoli diretti da Antonioni, Wong Kar-Wai e Steven Soderbergh.
Il maestro si è spento nello stesso giorno in cui è morto anche un altro grande regista, Bergman, quasi a suggellare un sodalizio tra geni, con un grido senza parole, che solo il cinema sa immaginare.
Professione reporter è uno dei film più famosi, discussi e celebrati del cinema di Michelangelo Antonioni. Il regista ferrarese scomparso oggi. Quel lungo piano sequenza, realizzato grazie alla trovata di far «aprire» da una gru invisibile le sbarre della finestra, ha un lontano precedente in una scena del primo cortometraggio realizzato da Antonioni per l’esame al Centro sperimentale di cinematografia. Tutto il cinema di Antonioni è percorso dall' ossessione per la ricerca formale, dal culto dell' immagine, dall'attenzione allo «sguardo». Ancora di recente, lo scrittore e regista francese Alain Robbe-Grillet, che aveva pensato a lui per il suo film La fortezza, film mai realizzato, diceva di Antonioni: «Non ho mai capito come abbiano potato definirlo, il cineasta dell' incomunicabilità: i suoi film sono tutta una festa, un invito, una scuola di sguardi». In Cronaca di un amore (1950) le suggestioni figurative seguono I'ottica introspettiva che contraddistingue tutto il suo cinema. Nei suoi lavori, i veri protagonisti "metafisici” diventano gli stati d'animo, i vissuti interiori dei personaggi, quasi sempre borghesi e di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Ma hanno un ruolo preminente anche i riflessi dei fatti sugli individui, più che i fatti stessi. Qualche esempio: L'avventura (1959), La notte (1960) L' eclisse (1962), Deserto rosso (1964), Professione reporter (1974) .
Le inquadrature lunghme, che hanno fatto parlare di cinema «lento» e «noioso», servono per seguire i moti interiori in un tempo che sembra fermo.
Pur limitato della malattia (l'ictus lo aveva colpito nel 1985, privandolo quasi completamente della parola), Antonioni, ha diretto il nuovo film Al di là delle nuvole, tratto da quattro dei suoi brevi racconti del 1983 con il titolo "Quel bowling sul Tevere". Il film fu diretto con Wim Wenders, suo estimatore.
Da Il Quotidiano della Sera, 1 agosto 2007